L’accusa di Skin: “Industria musicale razzista, Skunk Anansie messi da parte senza motivo”
Skin, cantante e leader degli Skunk Anansie, non usa giri di parole e in maniera neanche troppo velata accusa l’industria musicale britannica di essere razzista nei confronti della musica suonata da artisti di colore. Le dichiarazioni rilasciante nel corso di un’intervista al quotidiano The Guardian sono, infatti, inequivocabili.
Cita, prima di tutto, la difficoltà che ha avuto all’inizio e anche nel prosieguo della propria carriera. Colore della pelle e bisessualità per la cantante non hanno mai rappresentato un ostacolo o un tabù, a differenza del pensiero di – secondo lei – molti addetti ai lavori che, di fatto, hanno in qualche maniera limitato il successo della band.
“Gli Skunk Anansie sono stati rimossi dalla storia degli anni ’90, pur essendo una delle band inglesi di maggior successo del periodo. Mi chiedono spesso di fare interviste sul Britpop. Io rispondo sempre: all’epoca c’erano anche Björk, il trip-hop, la musica elettronica, il drum ‘n bass, l’R&B, il reggae e molto rock, sapete? È quasi come se tutto ciò che è successo sia stato cancellato dal successo degli Oasis”.
“Siamo una delle band dal vivo migliori e di maggior successo provenienti dall’Inghilterra. Non si parla di noi con la stessa riverenza di altre band del nostro tempo che non ci hanno nemmeno sfiorato in termini di messaggio, presentazione o diversità. E sì, abbiamo ottenuto del vecchio fottuto successo vendendo un sacco di dischi. Non ci avviciniamo neanche lontanamente al riconoscimento che meritiamo, perché i nostri volti non erano ciò che l’establishment voleva per definire la Gran Bretagna Così tanta storia nera è stata cancellata, e gli Skunk Anansie fanno parte di quella storia nera britannica.”
“Le donne di colore, da Tina Tuner a Grace Jones e Mel B, sono rappresentate come pantere in gabbia. aggressive, apertamente sessuali, animalesche. L’industria allora era di proprietà e gestita da uomini bianchi di mezza età. Se non eri sessualizzata non sapevano cosa fare di te. Li facevi sentire a disagio, perché non stavi giocando al loro gioco. Volevano illuminarmi e farmi sembrare una sorta di Dracula nero del cazzo. Il messaggio era come, ‘Visto che non possiamo fotterti, allora ti renderemo terrificante, una film dell’orrore”.