“La verità della luce”: Caravaggio in mostra per la prima volta a Catania
Per la prima volta alcuni capolavori di Caravaggio approdano in Sicilia, in una mostra-evento che ripercorre la vita e la carriera del geniale artista: dalla prima formazione in Lombardia fino agli ultimi anni della sua esistenza a Napoli.
Un luogo d’eccezione ospita Caravaggio
Fino al 6 ottobre 2024, Catania accoglie Caravaggio. La verità della luce, una mostra straordinaria per un duplice motivo: sia perché per la prima volta la Sicilia riesce ad ospitare alcuni capolavori di Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610), sia perché li colloca in un luogo d’eccezione ossia l’ex monastero di Santa Chiara.
La pinacoteca del monastero infatti è stata oggetto di un grande restauro e riapre le porte al pubblico proprio per l’occasione; Si tratta di un luogo importante, per decenni sede dell’anagrafe comunale e dell’archivio storico, che ora può tornare in auge quale gioiello architettonico e culturale della città offrendo una suggestiva cornice ad una mostra ricca ed esauriente.
Il percorso espositivo non a caso si compone di trentasei opere, provenienti da collezioni private e prestigiose istituzioni, tra le quali tre dipinti autografi di Caravaggio. Sono presenti anche i lavori di artisti illustri come Orazio Gentileschi, Guercino, Annibale e Ludovico Carracci, Simone Peterzano, Cavalier d’Arpino, Mattia Preti, Luca Giordano, Giovanni Baglione, Fede Galizia e Orsola Maddalena Caccia, i quali subirono l’influenza del maestro lombardo e resero la luce vera protagonista dell’arte tra XVI e XVII secolo.
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Trentasei opere in esposizione
Il nutrito allestimento reca con sé due obiettivi principali: da un lato far conoscere al pubblico la parabola artistica di Caravaggio, dalla sua formazione lombarda fino agli ultimi anni della sua vita, dall’altro offrire nuovi stimoli inerenti allo stile e al simbolismo delle opere di Caravaggio e dei caravaggeschi, indirizzati in particolar modo alla comunità accademica.
Le tre opere autografe di Caravaggio presenti in mostra, del resto, possono ergersi a veri modelli pittorici.
Ragazzo morso da un ramarro è stato dipinto dal maestro intorno al 1595, quando iniziava a frequentare i circoli culturali romani; la scena è fortemente allegorica, allude alla delusioni amorose e ai pericoli della vita. È un riferimento all’insidia che si cela dietro alla bellezza che aggredisce all’improvviso.
Il Cavadenti invece appartiene all’ultimo periodo dell’artista che lo eseguì all’incirca nel 1608; un chirurgo sta estraendo un dente a un contadino che si contorce per il dolore, mentre una serie di volti grotteschi assiste all’intervento. La realtà viene mostrata nella sua essenza più cruda, senza alcun tipo di filtro.
San Sebastiano, eseguito probabilmente all’inizio del XVII secolo, ha una storia complessa di acquisizioni e trasferimenti, ricostruita scrupolosamente dagli storici dell’arte; rappresenta il fiore all’occhiello dell’esposizione poiché viene esposto per la prima volta in Italia, da quando nel 1990 è stato attribuito con certezza a Caravaggio.
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Caravaggio e i caravaggeschi
Una sezione apposita del percorso espositivo si concentra sul rapporto tra Caravaggio e i cosiddetti caravaggeschi, artisti che cercarono di riprodurre lo stile del maestro diffondendolo in tutta Europa, in particolare dopo la sua morte. Eccezionali dipinti come quelli di Luca Giordano e Mattia Preti testimoniano la proliferazione e la forte influenza del caravaggismo all’interno del Barocco europeo.
Tra le opere dei caravaggeschi di certo si evidenziano Sansone e Dalila di Giovanni Baglione, la Natura morta con pere di Fede Galizia e la perturbante Derisione di Cristo di Matthias Stom.
La presenza di opere di artisti contemporanei a Caravaggio, come L’Incredulità di San Tommaso e La Cattura di Cristo, provenienti dalla Galleria degli Uffizi, testimoniano le diverse interpretazioni del suo stile e la sua influenza sui numerosi pittori dell’epoca.
Infine capolavori come San Girolamo e l’angelo del giudizio oppure Il Profeta, realizzati entrambi dall’eclettico Jusepe de Ribera, dimostrano la longeva eredità dello stile caravaggesco, la cui potenza si irradiò per almeno cinque decenni.
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Gli organizzatori della mostra
A tal proposito Pietro Folena, presidente dell’associazione MetaMorfosi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «ll caravaggismo si è rivelato una tendenza che ha segnato tutta l’arte del ‘600 e che ha sconvolto ogni canone preesistente. Questa mostra non è semplicemente l’ennesimo tributo alla figura di uno dei più grandi artisti della storia italiana ed europea, ma soprattutto un’operazione scientifica che intende portare al pubblico il risultato di una ricerca, svolta dal curatore Pierluigi Carofano e dal comitato scientifico da lui guidato, in cui si evidenzia il clima culturale, sociale, politico, che ha permesso la nascita di un fenomeno tanto ampio e profondo che se fosse accaduto nel Novecento avremmo parlato di “movimento artistico”. Caravaggio e i suoi tantissimi seguaci, dall’Italia alla Spagna ai Paesi Bassi, costruirono un nuovo modo di vedere il mondo attraverso gli occhi della pittura».
Caravaggio. La verità della luce, a cura del professor Pierluigi Carofano, è un evento organizzato dall’associazione MetaMorfosi, in collaborazione con Demetra Promotion. A questi si aggiunge il patrocinio del Ministero della Cultura, dalla Presidenza Commissione Cultura della Camera dei Deputati, dell’Assemblea Regionale Siciliana, della Regione Sicilia e della Città Metropolitana di Catania.
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