La strage della baleniera Essex: la storia vera che ispirò “Moby Dick”
Il 20 novembre 1820 avveniva una delle tragedie marittime più famose della storia americana: la strage della baleniera Essex, che ha avuto un’influenza decisiva sulla scrittura di “Moby Dick“.
Fu proprio questo drammatico evento ad ispirare Herman Melville per la creazione di una delle storie più celebri della letteratura mondiale, che esplora il tema della lotta tra l’uomo e la natura attraverso la figura della balena bianca, Moby Dick.
L’incidente del 1820 non solo ha catturato l’immaginazione dello scrittore newyorkese, ma ha anche sollevato importanti questioni filosofiche e morali, che l’autore ha poi esplorato nel suo capolavoro.
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La strage dell’Essex: un racconto di coraggio e disperazione
Era l’11 agosto 1819, quando la baleniera Essex salpò dal porto di Nantucket per una spedizione di caccia alle balene nell’Oceano Pacifico, sotto il comando del capitano George Pollard Jr. e del primo ufficiale Owen Chase. L’equipaggio della Essex era composto da 21 uomini, che lasciarono tutto per catturare balene per ricavarne olio, una merce preziosa per l’industria dell’epoca.
Il 20 novembre 1820, durante una battuta di caccia nelle acque al largo delle isole Galápagos, l’Essex fu attaccata da una gigantesca balena spermato – la più grande specie di balena a denti, che può raggiungere fino ai 16-20 metri di lunghezza e pesare fino a 60-70 tonnellate.
Secondo i racconti degli stessi superstiti, la balena, spinta da una furia improvvisa, urtò la nave con violenza, facendola affondare in poche ore. Questo episodio, che sembrava quasi un atto di vendetta da parte dell’animale, divenne subito leggendario. I marinai, costretti a rifugiarsi su scialuppe di salvataggio in mezzo all’oceano, dovettero affrontare giorni di stenti, privazioni e, infine, la disperata lotta per la sopravvivenza.
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Sembra che gli uomini sopravvissuti all’affondamento della nave furono costretti a ricorrere al cannibalismo per restare in vita, nutrendosi dei compagni morti durante il naufragio o a causa di malattie e fame. Dopo quasi tre mesi di agonia, solo otto membri dell’equipaggio furono soccorsi, tra cui Owen Chase, che divenne uno dei principali testimoni di questa tragedia.
La storia dell’Essex e “Moby Dick“
Quando Herman Melville iniziò a scrivere “Moby Dick” nel 1850, si ispirò direttamente alla storia dell’affondamento dell’Essex, ma la sua interpretazione dell’incidente fu filtrata attraverso una lente più filosofica e simbolica. Sebbene il romanzo non racconti esattamente gli stessi eventi, è inevitabile notare il parallelo tra la balena che attaccò la Essex e il desiderio di vendetta del capitano Achab contro la balena bianca.
L’incontro tra la Essex e la balena spermato, in particolare, ha influenzato in modo determinante la concezione della balena nel romanzo di Melville: Moby Dick non è più solo un animale, ma diventa un potente simbolo della natura incontrollabile e dell’ossessione. La balena, inizialmente una creatura indifferente, si trasforma nella nemesi del capitano Achab, consumato dal desiderio di vendetta contro il mostro marino che gli ha “rubato” una gamba.
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Inoltre, Melville utilizza la strage del 1820 come modello per costruire il conflitto tra l’uomo e la natura: nella storia reale, la balena che ha affondato la Essex non ha agito per crudeltà, ma piuttosto in risposta a una minaccia percepita. In Moby Dick, Melville amplifica questa idea, suggerendo che la natura, nella sua vastità e potenza, non è né buona né cattiva, ma semplicemente indifferente al destino umano.
Proprio questo concetto di indifferenza è il fulcro del romanzo: Achab, che cerca di controllare l’incontrollabile, finisce per distruggere se stesso e la sua nave nella sua ossessione per la balena.