“La Storia di Elsa Morante”: quando vedere lo spettacolo al Teatro Vascello
“La Storia di Elsa Morante“, il riadattamento di Fausto Cabra, sarà in scena al Teatro Vascello di Roma dall’8 al 19 febbraio: dal martedì al venerdì alle 21, il sabato alle 19 e la domenica alle 17.
La Storia di Elsa Morante è stato spesso tacciato di essere un romanzo cupo, negativo, persino disperato nella sua denuncia dello scandalo che dura da diecimila anni. A ben vedere questo capolavoro è invece un’opera straordinariamente vitale e commovente, venata anche di comicità̀ e leggerezza, della “vita nonostante tutto”. La storia è infatti innervata di una potente sotto-trama che si può̀ sintetizzare con le parole del giovane Nino: “Loro nun lo sanno, a mà, quant’è bella la vita”.
Leggi anche: 123 anni di Jacques Prévert: la delicatezza della poesia reale
Da queste riflessioni e da un profondo comune amore verso il romanzo scaturisce il sodalizio artistico che vede Fausto Cabra, attore e regista tra i più̀ talentuosi del teatro italiano, scrivere a quattro mani con Marco Archetti una drammaturgia liberamente ispirata all’opera della Morante, e dirigere tre attori di grandissima bravura – Franca Penone, Francesco Sferrazza Papa e Alberto Onofrietti – in un progetto che vuole attraversare e riscoprire la vicenda di Ida, Nino e del piccolo Useppe.
Lo spettacolo non ha alcuna pretesa di sostituirsi o esaurire l’immensa ricchezza del romanzo; vorrebbe invece – con delicatezza ed umiltà̀ – mettersi in ascolto assieme agli spettatori delle molteplici meraviglie che quest’opera custodisce, suddividendo la sua complessa e umanissima materia in due parti, una “in tempo di guerra” e una “in tempo di pace”. Per provare a tracciare le coordinate di un’opera necessaria nel suo rivelare le forze motrici e distruttrici delle cose, e immensamente coraggiosa nel celebrare la vita quando racconta la morte, e la morte quando racconta la vita.
Leggi anche: Il Piccolo Principe nella Torre di controllo del Sistina
Precisa Fausto Cabra: “Abbiamo voluto che la Macchina Teatrale fosse esplicitata e ben riconoscibile. Il complesso disegno luci e il progetto sonoro danno vita a un impianto scenico che diventa vero co-protagonista, perché la grande Storia è un enorme marchingegno artificiale, contemporaneamente scritto e subìto dagli uomini, deus ex machina auto-proclamato che fa di noi ciò che vuole. Salvo poi essere continuamente relativizzato – quasi ridicolizzato – da una Sfera Naturale ad esso ancora superiore, un colossale involucro vivente fatto di piante, animali e meccaniche celesti tanto immani da far impallidire la misera Storia degli Uomini.“
Leggi anche: I 150 anni del Carnevale di Viareggio: omaggi alla storia e novità