La risata come bene di prima necessità: la Brigata Brighella porta il teatro nei quartieri popolari di Milano
Dall’8 marzo scorso, ragazze e ragazzi, studenti, lavoratori, disoccupati e cittadini si sono attivati per dare sostegno alle persone impossibilitate a uscire di casa: è nato così il progetto delle Brigate Volontarie per l’Emergenza a Milano, volontari che si sono organizzati per assistere la popolazione in stato di necessità. Solidarietà, cura e comunità sono le parole d’ordine delle Brigate che non lasciano nessuno abbandonato a sé stesso.
I volontari operano con il supporto di Emergency e si inseriscono all’interno del progetto Milano Aiuta, rete di numerosi servizi che il Comune di Milano ha attivato nella fase di emergenza dovuta al Coronavirus, chiamando a raccolta volontari a supporto dei cittadini.
“Il progetto nasce dall’idea di molte persone che l’8 marzo si sono ritrovate sotto il carcere di San Vittore in rivolta – racconta Valerio Ferrandi del coordinamento delle Brigate Volontarie – Ci siamo resi conto che la situazione era esplosiva e molto grave e che non sarebbe stato possibile affrontarla con i mezzi ordinari. Ci siamo chiesti come potessimo aiutare quelle fasce della popolazione che rischiavano di essere travolti da questa crisi e che si trovavano già in una condizione di fragilità e che la quarantena avrebbe aggravato. In quattro giorni siamo riusciti a trovare 150 volontari. Ora siamo più di 1000 e le Brigate sono diventate 15”.
Ma oltre alla cura del corpo e la distribuzione del cibo, i volontari delle Brigate hanno deciso di occuparsi anche dell’anima delle persone più fragili. E’ nata così una sezione specializzata, la “Brigata Brighella” che grazie al supporto formativo dell’attore Paolo Rossi e dell’officina teatrale del Dopolavoro Stadera sta portando in giro per i quartieri e le case popolari di Milano lietezza, gioia e divertimento. Una riscoperta del teatro delle origini, quello nomade e dei cantastorie che ha debuttato lo scorso maggio nei cortili della case popolari di Porta Genova.
“Panem et circenses, dicevano i latini. In effetti ci siamo resi conto che i bisogni delle persone non erano solo quelli connessi al riempire un frigorifero – continua Valerio – Abbiamo quindi pensato di portare il teatro, il sorriso e la fantasia dentro le corti delle persone mentre distribuivamo il cibo. Siamo arrivati già a circa cinque repliche e la gente è rimasta entusiasta, soprattutto nella fase più critica. E’ stato un onore per noi avere come ‘coach’ Paolo Rossi che, venuto a sapere dell’iniziativa, ci ha contattati per darci una mano e aiutare gli attori, soprattutto dilettanti, nell’arte dell’improvvisazione. Ci ha seguiti in quasi tutte le rappresentazioni. Siamo partiti dalle Fiabe Italiane di Italo Calvino che sono state riadattate alla contemporaneità e riscritte. Storie di circa venti minuti fatte da una o due maschere. Gli attori hanno partecipato quindi ad un corso accelerato di teatro popolare”.
“Poi in un periodo in cui i teatri, ma come tanti altri settori dello spettacolo e della cultura, soffrono molto la chiusura, la mancanza di risorse e molte persone sono rimaste a case con contratti atipici senza vedere un centesimo, è stato anche un modo per ricominciare a praticare l’arte e la cultura, in forme sicure, da un punto di vista sanitario. Piccolo spoiler: stiamo pensando anche di creare una Brigata Musicale, con i mezzi più semplici possibili”, conclude il volontario.
Per contribuire a sostenere le Brigate Volontarie potete consultare la pagina Facebook: https://www.facebook.com/brigatevolontarieMilano/
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