La recensione. “Non così vicino”: l’elaborazione del lutto nel film con un ottimo Tom Hanks
Tratto dal comico e commovente bestseller “L’uomo che metteva in ordine il mondo” di Fredrik Backman, “Non Così Vicino” racconta la storia di Otto Anderson, un vedovo scontroso e fissato con le sue abitudini ripetute con quotidiana ossessione. Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto alla sua ne deriva l’incontro con Marisol, ragazza brillante e in dolce attesa, che crea un’improbabile amicizia che sconvolgerà il suo mondo. Una storia divertente e struggente che racconta come alcune famiglie nascano anche nei luoghi più inaspettati. Il film, remake di “Un uomo di nome Ove” (2015) è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 16 febbraio del 2023, distribuito da Warner Bros Italia. Alla regia troviamo Marc Forster (World War Z, Quantum of Solace, Neverland) e ad accompagnare Tom Hanks ci sono Mariana Treviño nei panni della divertente e dolcissima Marisol, Rachel Keller, Manuel Garcia-Rulfo e Cameron Britton.
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Hanks, protagonista del film e autore di una delle sue migliori interpretazioni degli ultimi anni, porta sul grande schermo un personaggio ben delineato nel carattere: burbero, asociale, preso da se stesso e dalla sua routine fatta di ronde nel quartiere, raccolta differenziata dei rifiuti e pochi, ma inevitabili, contatti con i suoi vicini. Asociale convinto e strenuo difensore della solitudine, Otto Anderson è un uomo che solo pochi mesi prima ha vissuto la morte della moglie Sonya, deceduta a seguito di un tumore. Conosciuta in gioventù, è stata l’amore della sua vita, il punto fermo attorno cui far ruotare la propria esistenza.
Dopo la sua scomparsa è caduto in depressione, non vuole reagire, non accetta che lo si aiuti e tenta più volte la strada del suicidio. Ma la provvidenza è quella cosa che ci mette lo zampino e ne respinge i tentativi, quasi a volergli ricordare che la sua missione terrena non è ancora compiuta. Quando Marisol e la sua famiglia rumorosa, giovanile e dinamica si trasferiscono nel quartiere, la vita di Otto cambia nuovamente. Uno spiraglio di luce illumina la sua quotidianità tristemente ancorata nel grigiore di un’esistenza ormai spenta. I due, anche se a fatica, stringono amicizia e Otto finisce per rivelarci di più di se stesso.
L’evoluzione del personaggio di cui Hanks veste i panni è straordinaria: l’esplorazione delle sue emozioni ci porta a conoscere un adolescente goffo e innamorato, con pochi spicci in tasca ma tanti sogni nel cassetto, e un uomo serio, intelligente e premuroso. Nel panni di Otto da giovane troviamo Truman Hanks, figlio di Tom, convincente nella sua recitazione ma, prima di affermare che sia in grado di raccogliere l’eredità del genitore, diamogli tempo a sufficienza per dimostrarlo. L’espediente narrativo dei flashback ci consente di scoprire il passato di Otto e, attraverso queste fotografie, arrivare a comprendere il perché di un mutamento così radicale del suo comportamento. In “Non così vicino” commedia e dramma trovano il giusto spazio ed equilibrio passando da episodi quasi grotteschi a momenti di profonda intimità e commozione.
L’elaborazione del lutto è senz’altro il tema principale della pellicola. I risvolti che dietro di esso si celano sono tanti e non sempre chiari o lineari, ed è per questo che Forster si prende tutto il tempo necessario per farci conoscere Otto, una personalità più ingarbugliata di quella che sembra e con sfumature caratteriali capaci di renderlo odioso e simpatico in egual misura. “Come si può andare avanti se si è perso tutto ciò che si desiderava?“: sembrerebbe essere questa la domanda attorno alla quale ruota tutta la storia.
E la risposta la si trova nella quotidianità dei gesti compiuti dalle persone attorno a Otto: una fetta di crostata, un invito a cena, una passeggiata in compagnia. Una vita semplice, forse anche banale, ma che – sembra dirci il regista – dovremmo imparare ad apprezzare. Probabilmente non sarà sufficiente a compensare il vuoto lasciato dalla perdita di un caro ma a volte, anche nei momenti più inaspettati, la vita può sorprenderti.