Recensione. “20100”: il ritratto esilarante dei Millenials di Alex Roggero
Cosa significa essere un giovane trentenne negli anni Venti del secondo Millennio? Per di più in una città frenetica come Milano che rispetta tutti gli stereotipi del senso comune italiano?
Lo spiega Alex Roggero con il suo “20100” prodotto da Transeuropa Edizioni.
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Lo scrittore tratteggia a colpi di penna (o meglio, tastiera) la spasmodica attesa di un qualcosa di nuovo e eccitante di una generazione disincantata ma al tempo stesso stancamente sognante.
Paolo Paganelli, protagonista 35enne, si arrabatta scrivendo articoli per il Corriere della Sera o abbozzando bizzarre recensioni di prodotti su marketplace.
“Mi diverte farlo? No. Devo pagare un mutuo per i prossimi 30 anni? Sì. Il Corriere Della Sera mi paga abbastanza? No. E quindi lo faccio e non mi lamento“
Come in una puntata dell’iconico “Friends“, Paolo e i suoi amici Ciro, Martina e Michele, ci aprono le porte delle loro vite e ci accompagnano nella ricerca disperata di una ragazza, Alice, che il protagonista ha conosciuto su Tinder e che, per un errore, svanisce nel nulla. Un amore che si eclissa dalla memoria di un algoritmo ma che rimane impresso nella mente del protagonista. Roggero descrive, con questa love story, le dinamiche relazionali così effimere e confuse che vanno sempre più consolidandosi nella nostra epoca.
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L’inizio di questa avventura porterà il lettore all’interno della Milano signora, educatamente maleducata, viziata, affollata, appassionata. Un viaggio fatto di locali, bar, musica, cinema. E, ancora, vie, piazze, supermercati, band.
Tra le pieghe dei pensieri di Paolo fanno capolino i racconti di scontri generazionali tra generazione Z e Millenials. Così simili ma così distanti. Un ciclo di pensieri che paventa essere uno script sempre uguale, che si ripete.
“Mi guardo attorno. Siamo circondati da magliette Supreme che si avvicinano lentamente senza pietà. Ognuna di quelle T-shirt costerà tipo 500 euro. Questi vogliono fare gli alternativi ma ognuno di loro avrà già probabilmente sul conto in banca più soldi di quanti ne abbiamo noi quattro messi insieme“
Si rappresenta una stagione di insulti generazionali che gira come una ruota; con il passaggio del testimone l’insultato di ieri diventa il polemico nostalgico di oggi e così via.
È esilarante continuare a sfogliare le pagine di “20100” ed essere catturati da un’ironia apparentemente leggera.
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La storia non rivela un plot narrativo standard, come quelli che, ahinoi, possono trovarsi sugli scaffali delle librerie. Roggero spinge il lettore a spogliarsi delle impalcature perbeniste e ad immergersi in acque vere, divertenti e, a volte, persino amare.
Acque che somigliano molto ai fiumi di parole cinici e satirici di Bukowsky e strizzano l’occhio allo stile ormai iconico di Zero Calcare.
“20100” è quel genere di romanzo scritto con leggerezza che, però, abbraccia temi profondamente universali come l’amicizia, l’amore, la solitudine, la nostalgia degli anni che passano.
Un romanzo serio e divertente che permette una lettura evasiva ma inconsciamente riflessiva. Lo scrittore ha il coraggio di mettere a nudo i pensieri di Paolo, anche quelli più intrusivi, senza pensare al muro di apparenza contemporanea erto da questa società così opprimente, falsa, ipocrita.