La libertà macchia il cappotto: il nuovo libro di Antonello Loreto incanta il pubblico di Spazio Rimediato
Lo scorso 12 gennaio, alle ore 18.30, nella colorata atmosfera del teatro Spazio Rimediato a L’Aquila, Antonello Loreto ha presentato il suo ultimo romanzo “La libertà macchia il cappotto”. Due ore di sagace ironia, alternata a interessanti spunti di riflessione sul delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Una storia di riscatto e crescita personale
Con l’arrivo dell’anno nuovo lo scrittore aquilano Antonello Loreto ha scelto di tornare nella sua città d’origine per presentare il suo ultimo libro “La libertà macchia il cappotto” (Edizioni All Around, 2022); nell’accogliente cornice del teatro off Spazio Rimediato, punto di riferimento culturale e aggregativo del centro storico, coadiuvato dalla moderatrice Simona Malavolta, l’autore ha presentato il suo recente lavoro come una atipica storia di riscatto e di crescita.
La rivoluzione parte già dal titolo. Ripreso da una strofa di Drive the Hearse, canzone dei Porcupine Tree, indica come la libertà di scelta possa “sporcare” e quindi in qualche modo allentare le maglie del cappotto-corazza che i giovani spesso usano per isolarsi dal mondo esterno.
Il protagonista Quentin, detto Q, ventenne dall’adolescenza complicata, ne indossa uno resistentissimo composto da passioni, manie e rituali che fanno di lui un geniale disadattato. Fan sfegatato del campione John McEnroe, vive in una propria dimensione fatta di tennis, musica rock e film di Kubrick; preferisce parlare con cose inanimate e animali piuttosto che con persone, infatti il suo più grande confidente è un pesce rosso soprannominato “il dadaista”. Attende una svolta nella vita e l’agognata opportunità assume le sembianze di una strampalata proposta di lavoro nel bosco di Paneveggio, in Trentino alto Adige.
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L’omaggio al bosco di Paneveggio
L’idea del romanzo nasce già nell’ottobre del 2018, prendendo spunto dalla terribile tempesta Vaia che in quel periodo distrusse 41mila ettari di boschi tra la Val di Fiemme e la Val di Fassa. Antonello Loreto che in gioventù ha lavorato in Triveneto, ha scelto di rendere omaggio a quelle terre ambientando tutta la seconda parte del romanzo nel caratteristico bosco di Paneveggio.
Il bosco quindi diventa non solo principale luogo di azione, ma anche allegoricamente momento d trasformazione. Riprendendo un cliché narrativo tipico della favola, l’attraversamento della foresta con i suoi incontri sorprendenti, rappresenta per Q un momento di transizione: dai dubbi dell’adolescenza alle responsabilità della vita adulta.
Il leitmotiv che guida il protagonista, tipico del buon romanzo di formazione, è ovviamente l’amore. Non solo il colpo di fulmine per una misteriosa ragazza soprannominata K, ma l’amore in tutte le sue molteplici declinazioni: per sua mamma scomparsa in circostanze particolari, per nonna Faustina e la sua smania di controllo, per i maestri di vita incontrati lungo il cammino, per il “vento parlante” dei boschi, e infine per sé stesso. Con una graduale presa di coscienza e accettazione dei propri limiti, il ragazzino asociale diventa uomo integrato nel mondo.
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Quentin come il giovane Holden
La casa editrice All Around ha definito il protagonista del romanzo un nuovo “giovane Holden”. Quentin infatti, al pari di Holden Caulfield, sembra avere lo stesso cinismo, lo stesso distacco dal mondo, la stessa adrenalinica oscillazione tra sregolatezza e genialità.
“Un paragone che mi ha fatto particolarmente piacere”, dichiara Antonello Loreto, “la genesi di Q infatti prende ispirazione proprio dal celebre romanzo di J.D. Salinger, che amo definire il mio turning point. Leggerlo infatti è stato un punto di svolta, ciò che ha cambiato per sempre la mia visione della letteratura.”
Del resto, fa notare l’autore, quando si scrivono storie intimiste il riferimento autobiografico è sempre presente. Disseminare il testo di citazioni musicali o letterarie provenienti dal proprio vissuto è un valido aiuto per delineare personaggi complessi e per non perdere l’aderenza con sé stessi e con la realtà.
“La libertà macchia il cappotto”, effettivamente, è colma di citazioni e offre anche una nutrita playlist musicale. Una struttura nata in fieri durante la stesura narrativa e che conferisce a Q un valore universale. Se infatti le vicende personali possono essere frutto dell’immaginazione, le emozioni proprie della giovinezza appartengono alla memoria collettiva. È per questo che le pagine scorrono veloci, tratteggiando con ironia e un pizzico di nostalgica tenerezza il delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
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Cenni biografici sull’autore
Antonello Loreto, nato a L’Aquila nel 1970 e residente a Roma, è stato per venti anni un manager nel campo dello sviluppo e del marketing. Ha collaborato con l’Istituto Cinematografico “La lanterna magica” come articolista della rivista mensile interna Victor l’avvoltoio. Da nove anni si dedica esclusivamente alla scrittura. Ha esordito nel 2014 con La favola di Syd, Un’altra scelta (2016), Regina Blues (2018) e ha diretto la collana di narrativa “Geyser” di Edizioni Progetto Cultura dedicata ad autori emergenti.