La Galleria d’Arte Moderna di Firenze festeggia cento anni con una mostra virtuale
La Galleria d’Arte Moderna di Firenze compie cento anni. Per celebrare l’evento gli Uffizi (di cui la galleria fa parte) offrono agli appassionati una mostra virtuale consultabile gratuitamente sul sito ufficiale del museo.
Oltre cinquanta opere online
Oltre cinquanta opere a portata di mouse. È questo il regalo che gli Uffizi fanno agli amanti dell’arte per celebrare i cento anni della Galleria d’Arte Moderna (Gam) di Palazzo Pitti. Una mostra virtuale, accessibile gratuitamente attraverso il sito ufficiale del museo, trasporta in pochi click gli utenti all’interno delle suggestive sale, consentendo loro di evitare file e tempi d’attesa.
Non solo: il tour cibernetico si avvale di cinquantaquattro schede esplicative, una per ogni opera mostrata, e lenti di ingrandimento digitali che consentono di posare lo sguardo, a distanza ravvicinatissima, su dettagli mai contemplati prima.
Un modo pratico e innovativo per festeggiare degnamente la bellezza di una Galleria che racchiude i tesori più grandi del XIX e XX secolo e che veicola una storia importante, quella di mecenati e artisti che hanno voluto donare alla Penisola di inizio Novecento uno specchio veritiero della società e dell’estetica contemporanea.
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La storia della Galleria
La Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti venne inaugurata l’11 giugno 1924 all’interno delle sale che un tempo appartenevano ai Granduchi di Lorena. L’idea di allestire uno spazio museale risale tuttavia a circa venti anni prima, precisamente nel 1896, quando il mecenate e critico d’arte Diego Martelli sottolineò la necessità che anche a Firenze, come già a Roma e Venezia, esistesse una galleria per proporre al pubblico le novità dell’arte moderna.
La raccolta di opere di illustri rappresentanti dell’arte ottocentesca toscana, appartenenti in particolar modo al movimento macchiaiolo, doveva quindi farsi spazio in un percorso che includesse anche le correnti artistiche contemporanee. A spron battuto iniziarono dibattiti, trattative e stipule tra enti statali e collezionisti privati.
Non si conosce con esattezza il primo allestimento della Galleria a Palazzo Pitti nel 1924, ma con ogni probabilità corrispondeva alla descrizione che Arturo Iahn-Rusconi fece nella sua guida del 1934 ossia una serie di manufatti in sequenza storica che vedeva accanto ai dipinti di Pietro Benvenuti e Giuseppe Bezzuoli le opere di Antonio Ciseri e Stefano Ussi, unite a quelle di Libero Andreotti, Felice Carena, Giovanni Colacicchi e Baccio Maria Bacci.
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Tra acquisizioni e donazioni
Nel secondo dopoguerra, la Galleria ingrandì la collezione inglobando artisti di calibro internazionale, tuttavia mantenne un forte legame con l’arte contemporanea locale. Nel 1972, a seguito della riapertura del museo, si pose molta attenzione all’interazione tra le opere esposte e le architetture, integrando gli arredi ottenuti da Vittorio Emanuele II durante l’Esposizione Universale di Firenze del 1861.
Negli anni successivi il tesoro artistico si arricchì ulteriormente e oggi la Gam può annoverare tra le sue collezioni dei veri e propri capolavori. Tra le raccolte private meritano menzione quella di Leone Ambron, il comodato di Emilio Gagliardini, i lasciti di Pietro Saltini e Domenico Trentacoste, fino alla recente donazione di Carlo Del Bravo nel 2022. Riguardo le singole opere si evidenziano Incidente in fabbrica di Plinio Nomellini, San Frediano a Settimo di Cascina di Francesco Gioli, e I primi passi, statua realizzata da Adriano Cecioni.
La Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti si presenta come un vastissimo patrimonio culturale in continuo accrescimento. Una commissione di esperti, in collaborazione con gli Uffizi, valuta tuttora periodicamente nuove acquisizioni e donazioni, mantenendo sempre alta l’attenzione sulle nuove tendenze artistiche.
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Esplorare la Galleria attraverso l’ipervisione
Tra gli acquisti più recenti troviamo straordinarie opere quali Eva tentata dal serpente e Amore vince la Forza di Giuseppe Bezzuoli, insieme al Ritratto del Conte Arese in carcere di Francesco Hayez.
La mostra virtuale si può visitare in qualsiasi momento, a titolo gratuito, sul sito web www.uffizi.it/mostre-virtuali e viene offerta come un’opportunità rivoluzionaria. Non soltanto i visitatori hanno modo di conoscere le cinquanta opere che illuminano il secondo piano della Galleria, ma possono scoprire i capolavori attraverso una nuova modalità di fruizione digitale, l’ipervisione, che consente di analizzare le opere nei minimi dettagli, utilizzando lenti di ingrandimento e contenuti multimediali.
Un simile innovativo servizio dimostra come la tecnologia possa mettersi al servizio della cultura e partecipare concretamente al concetto di inclusione; in questo modo infatti qualsiasi persona può intraprendere una sorta di viaggio nel tempo, riscoprendo le proprie radici senza nemmeno l’onere di doversi spostare.
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