La “Donna in cucina” di Diego Velázquez illumina la Galleria Borghese
Fino al 23 giugno la Galleria Borghese a Roma ospita la mostra Un Velázquez in Galleria, che prevede l’esposizione di Donna in cucina con Cena in Emmaus – proveniente dalla National Gallery of Ireland di Dublino – nella Sala del Sileno, in dialogo con alcuni celebri dipinti di Caravaggio.
Una delle prime opere di Velázquez
Quella del Sileno è probabilmente la sala più conosciuta e frequentata della Galleria Borghese, poiché custodisce alcuni dei capolavori di Caravaggio: proprio lì, in una teca gialla intonata ai marmi e alle tende, trova il suo spazio Donna in cucina con Cena in Emmaus, una delle prime opere conosciute di Diego Velázquez (1599-1660), se non addirittura la prima, proveniente dalla collezione permanente della National Gallery of Ireland. Rimarrà in esposizione fino al 23 giugno, in correlazione tematica, storica e cromatica, con la stanza e le opere che la ospitano.
L’allestimento del quadro si pone come focus di approfondimento relativo allo sguardo degli artisti stranieri sulla Città eterna, in particolare sui maestri che questa accoglieva considerati fulgidi esempi da cui trarre ispirazione.
Tra i molti, uno dei massimi punti di riferimento fu proprio Caravaggio (1571-1610), la cui rivoluzione artistica cambiò le sorti della pittura del Seicento. Nacque così il fenomeno del caravaggismo che nel giro di pochi anni divenne di portata europea e i cui esiti più alti fiorirono spesso lontano dall’Italia, grazie a pittori fiamminghi, olandesi, francesi e spagnoli. Questi artisti stranieri, tra i quali Velázquez, giungevano periodicamente a Roma per apprendere lo stile figurativo di Caravaggio attraverso la riproduzione delle sue principali opere.
Leggi anche: A Palazzo Strozzi la grande mostra su “Anselm Kiefer: Angeli caduti”
Velázquez e il caravaggismo
Originario di Siviglia, Diego Velázquez compì due viaggi in Italia: il primo nel 1629 e il secondo nel 1649. In entrambi le occasioni ammirò le opere dei grandi maestri italiani quali Tiziano, i Carracci, Caravaggio, Guido Reni e persino Bernini; non solo riuscì a memorizzarne i principali stilemi figurativi ma anche a riprodurli su tela, mescolando naturalismo e classicismo in maniera assolutamente unica e innovativa.
È doveroso precisare tuttavia che Velázquez realizzò l’opera Donna in cucina con Cena in Emmaus nel decennio precedente il suo primo soggiorno italiano; come mai dunque il dipinto è permeato di una fortissima eco caravaggesca? Gli storici sono concordi nel ritenere che già nei primi anni del XVII secolo in Europa circolasse un ingente numero di copie dei capolavori di Caravaggio, pertanto è probabile che il pittore spagnolo possa aver visto una replica della celebre Cena in Emmaus (inizialmente custodita nella Galleria Borghese e oggi nella National Gallery di Londra) proprio nella stessa Siviglia o comunque nella penisola iberica.
Ad ogni modo, è incontrovertibile, osservando la produzione di Velázquez, che la sua principale guida artistica e stilistica fu Caravaggio: entrambi inserirono elementi sacri in umili ambienti quotidiani, entrambi cercarono ispirazione e verità nelle strade, nelle locande, nelle periferie cittadine, realizzando spaccati straordinari delle rispettive epoche e delle loro contraddizioni.
Leggi anche: Guercino e il mestiere del pittore: la rivoluzionaria mostra ai Musei Reali di Torino
Il significato simbolico dell’opera
Velázquez realizzò Donna in cucina con Cena in Emmaus intorno al 1618-1620, appena terminato l’apprendistato nella bottega di Francisco Pacheco, artista sivigliano del quale sposò la figlia Juana. Il dipinto rientra nel genere dei bodegón, filone di pittura spagnolo specializzato nel ritrarre persone di umili condizioni sociali, intente a pulire in cucina o a maneggiare cibo.
La protagonista della tela è colta nel momento di mettere in ordine dopo una cena, come si evidenzia dalla brocca e dalle ciotole rovesciate e dal panno bianco in primo piano. I sapienti tocchi di luce che illuminano la pentola di rame, il mortaio, sfiorano il cesto di paglia appeso al muro e risaltano le brocche in ceramica sono un lampante rimando all’utilizzo del chiaroscuro caravaggesco. Sullo sfondo a sinistra, come fosse un quadro nel quadro, si scorge da una finestra la scena evangelica della Cena in Emmaus, coperta da vari strati di ridipinture e riemersa grazie a un restauro del 1933.
La giovane domestica, immobile e assorta, sembra aver percepito la sacralità dell’avvenimento, come se stesse ascoltando le parole di Cristo e dei discepoli. L’’inversione dei soggetti (sacri sullo sfondo e laici in primo piano) rimanda alla tradizione dei pittori fiamminghi, in particolare ai dipinti di Pieter Aertsen.
Leggi anche: Nel mondo di Monet: una mostra-evento a Padova celebra i 150 anni dell’Impressionismo
In dialogo con le opere di Caravaggio
Donna in cucina con Cena in Emmaus tuttavia non è un soltanto uno straordinario esempio di natura morta o di pittura di genere, ma anche un’opera intrisa di spiritualità, che induce alla contemplazione e alla riflessione, proprio come tutti i capolavori di Caravaggio.
Tematiche e giochi d’ombra si intersecano nelle opere che si trovano ora nella Sala del Sileno, alcune appositamente riportate dai depositi della Galleria Borghese per questo evento. Troviamo ad esempio l’Autoritratto in veste di Bacco e la Madonna dei palafrenieri di Caravaggio, ma anche Un mendicante di Jusepe De Ribeira, o ancora Giuditta con la testa di Oloferne di Giovanni Baglione e il San Rocco di Giovanni Francesco Guerrieri. Eccellenti dipinti che entrano in dialogo con il quadro di Velázquez su più livelli: stilistico, cromatico, tematico e simbolico.
Secondo le parole della direttrice Francesca Cappelletti: “È un percorso di ricerca che abbiamo portato avanti attraverso le ultime mostre, come quella di Rubens. Velázquez realizzò questo dipinto prima del suo viaggio in Italia, ma già fortemente influenzato da Caravaggio e da De Ribeira che ritroviamo con lui in questa stanza. È un prestito eccezionale che pone questioni importanti, come ad esempio proprio come l’artista sia venuto a conoscenza di questi autori tanto presto, ancor prima del suo viaggio in Italia”.
Per ulteriori informazioni su costi e orari della Galleria Borghese, è possibile visitare il sito web www.galleriaborghese.beniculturali.it .
Leggi anche: “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”: entusiasmo al Palazzo Reale di Napoli per la mostra sul padre degli Hobbit