“La canzone che scrivo per te” dei Marlene Kuntz non è (solo) una canzone d’amore
“La canzone che scrivo per te”, non è solo una canzone. È una dedica viscerale, sentita e da ascoltare.
Stiamo parlando della quinta traccia dell’album che cosa vedi della rock band italiana Marlene Kuntz. Il brano vede la collaborazione della front-woman degli Skunk Anansie, Skin. Non è una banale canzone d’amore.
È un singolarissimo racconto di una relazione viscerale e forse irreversibile, quella con la musica. Sofferta e consumata, come un amore profondo, come le sonorità del brano che quest’anno compie 20 anni. La passione che si vuole trasmettere è comunicata da chitarre soffuse e voci quasi sussurrate. Come a voler dare l’immagine di una fiamma che resiste al vento.
Una passione che etimologicamente racchiude dolore e dedizione, ma che spiega anche una necessaria reciprocità.
“La canzone che scrivo per te” è la colonna sonora di un percorso che conduce due entità ad un incontro, atteso, sperato ed esasperato. La sensazione che si ha ascoltando questo brano è probabilmente la stessa che si prova quando per una congiunzione astrale qualsiasi ci si ritrova a poter guardare il sole e la Luna contemporaneamente nel cielo.
In ogni caso, un testo e delle note così potenti dedicate alla musica sono un contratto inscindibile con la volontà di imparare ad ascoltare e a sentirsi sempre più – vivi.
Se non la conoscete, andate ad ascoltarla.