Joan Miró costruttore di sogni al Museo Storico della Fanteria di Roma
Fino al 23 febbraio 2025 il Museo Storico della Fanteria di Roma ospita Miró – Il costruttore di sogni, una grande mostra antologica che ripercorre sessant’anni di attività del geniale artista catalano.
Miró costruisce sogni
Al Museo Storico della Fanteria di Roma arriva Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) con la sua arte colma di colori, simboli, eclettismo e sperimentazioni. Circa 140 opere tra dipinti, stampe, ceramiche, sculture, acqueforti, litografie, intendono illustrare con dovizia di particolari la lunga parabola artistica del maestro catalano in un arco temporale che va dal 1924 al 1981.
Quasi sessant’anni nei quali Miró non smise di sperimentare nuove tecniche, cimentarsi con materiali differenti, confrontarsi con i suoi colleghi (assimilando i principi più importanti di quelle che in seguito verranno chiamate Avanguardie) e diventando egli stesso un emblema del Novecento.
I suoi lavori caratterizzati in gran parte da macchie di colore, occhi sospesi, forme geometriche elementari, lo accomunano spesso alla corrente del Surrealismo, ma è proprio l’artista a non voler lasciarsi ingabbiare dalle etichette; l’arte di Miró non è soltanto esternazione dell’inconscio o rimando alla dimensione onirica, ma anche e soprattutto un graduale e studiato processo di astrazione che parte dagli elementi figurativi per arrivare alla pura essenza dell’Io interiore.
Le sezioni del percorso espositivo
La retrospettiva romana rappresenta un’occasione unica per i visitatori poiché molte opere provengono da collezioni private italiane e francesi e pertanto sono sconosciute al pubblico.
Il percorso espositivo è suddiviso nelle seguenti otto sezioni: Litografie; Manifesti; Poesia; Ceramiche; Derrière le Miroir; Pittura; Musica; Miró e i suoi amici. Ciascuna delle aree tematiche indaga una passione di Mirò e un particolare passaggio della sua evoluzione artistica.
Tra le opere in allestimento si evidenziano varie litografie curate da stampatori e incisori d’eccezione, tra i quali Fernand Mourlot, che ha saputo curare egregiamente la resa del colore nella stampa dei lavori grafici.
Sono presenti anche ceramiche dipinte a mano e tavole litografiche create per illustrare i versi del poeta dadaista Tristan Tzara in “Parler Seul” (1950), oltre ai rari bozzetti scenografici per “L’Uccello Luce” di Sylvano Bussotti, realizzati in occasione della Biennale di Venezia del 1981.
Meritevoli di attenzione e curiosità sono anche le opere ideate appositamente per la celebre rivista d’arte Derriére le Miroir, con la quale Miró ha avuto l’opportunità di ampliare le sue conoscenze di grafica.
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Miró e i suoi amici
L’ultima sezione dell’iter espositivo, Miró e i suoi amici, merita una menzione a parte. Qui vengono raccolti non solo alcuni dipinti del maestro catalano, ma anche altri materiali come fotografie, lettere, documenti, poesie che testimoniano le importanti relazioni professionali e di amicizia che Miró seppe coltivare con le più grandi personalità del suo tempo.
Tra i vari nomi spiccano senz’altro quelli di Pablo Picasso, Salvador Dalì, Man Ray, Tristan Tzara, André Breton, Paul Éluard. Veri e propri amici con i quali l’artista condivise incontri, passeggiate, caffè letterari, ma soprattutto dai quali seppe catturare un’infinità di stimoli utili al suo percorso formativo.
Per quanto pittore non etichettabile e geniale Miró non scelse l’isolamento, bensì si immerse totalmente nel clima culturale dell’epoca, ne studiò i movimenti e le contraddizioni, ne accolse i principi più affini alla sua personalità e li elaborò come fossero ciascuno un elemento ascensionale della sua parabola artistica.
L’obiettivo principale dell’esposizione è proprio sottolineare la gradualità e l’eclettismo del percorso di Miró, composto da molte fasi e altrettante sperimentazioni, tutte essenziali per effettuare la fondamentale transizione dall’immanenza della figura umana e del mondo esterno alla trascendenza delle forme oniriche e della dimensione interiore dell’individuo.
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Gli organizzatori della mostra
Uno degli illustri curatori del progetto espositivo, Achille Bonito Oliva, ha dichiarato: «L’arte di Miró ha conservato la dignità del riferimento alla memoria, sottratta ad ogni statica purezza territoriale, ma legata al nomadismo individuale dell’artista. Nomadismo culturale ed ecletticismo stilistico hanno assicurato una mobile identità all’arte di Miró, che riduce le distanze geografiche. Tale sviluppo s’accompagna ad un fenomeno degli ultimi decenni riguardante l’esodo individuale tra diversi continenti e l’invasione pacifica e nello stesso tempo conflittuale di masse che si spostano da una nazione all’altra, per problemi sociali ed economici».
Miró – Il costruttore di sogni, a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, è una mostra prodotta dalla società Navigare S.r.l. con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Instituto Cervantes di Roma e della Regione Lazio e Città di Roma.
L’allestimento, ospitato nelle sale del Museo Storico della Fanteria, è visitabile fino al 23 febbraio 2025. Per informazioni e prenotazioni si può scrivere una mail al seguente indirizzo di posta elettronica prenotazioni@navigaresrl.com .
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