“Jesus Christ Superstar” dal palco della “limited edition”
“Papà, chi è meglio come Gesù, Ted o questo ragazzo nuovo?“. Appoggiato a una parete del corridoio che conduce al bar del Teatro Sistina, c’è un bambino di dieci-dodici anni, non di più, che segue suo padre nella fila verso la cassa.
“Jesus Christ Superstar” – scritto da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice – torna sul palco del Sistina per la regia di Massimo Romeo Piparo con una speciale “limited edition” per i tantissimi appassionati di questo storico titolo. A vestire per la prima volta i panni di Gesù sarà Lorenzo Licitra, che riceverà il testimone del mitico ruolo direttamente da Ted Neeley, indimenticato protagonista del celebre film del 1973, che ha seguito passo-passo le quattro settimane di prove in qualità di coach.
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L’intervallo di quindici minuti concede il tempo giusto per ricaricare un po’ le batterie, così come per condividere le prime impressioni sulla prima parte di Jesus Christ Superstar tornato a Roma due anni dopo l’ultima volta. La risposta dell’uomo è decisa anche se tradisce un po’ di imbarazzo. “Sai, è difficile fare paragoni“, dice al bambino. “Lui è bravissimo e sta sul palco molto bene. Certo, Ted è Ted“.
E uno come Ted Neeley, che il ruolo di Gesù lo ha portato sulle spalle per oltre cinquant’anni, non smette di essere Ted neanche fuori dal palco.
Nell’ultima sera del suo soggiorno in Italia, in cui ha affiancato il nuovo cast della “limited edition” a Milano (al Sistina Chapiteau e nella capitale), non si è risparmiato in abbracci, selfie e sorrisi. Il primo degli abbracci lo dedica a Pau dei Negrita – Pilato nell’edizione del 2014, insieme a Simona Molinari e Shel Shapiro.
“Per tutti questi anni”, dice Neeley dal palco a fine spettacolo, “non ho mai smesso di avere trentatré anni“.
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Licitra, che di anni ne ha trentatré veramente, sa gestire timbrica e prossemica e la sua performance è più che credibile. Anche e soprattutto nei passaggi più impegnativi, come Getsemani, pur tra qualche semi-impercettibile imprecisione negli acuti, limitata a quel brano. In ogni caso, la sua presenza vocale è impressionante e questo gli appassionati di “X-factor” e “Tale e quale show” lo avevano già notato.
Bene Giorgio Adamo nel ruolo di Simone, in una performance che conferma le qualità tecniche e artistiche di Feisal Bonciani, il Giuda per eccellenza negli spettacoli di Massimo Romeo Piparo. Anggun nel ruolo di Maria Maddalena e Frankie hi-nrg mc nel ruolo di Erode tengono la scena, la prima con grazia, il secondo con estro.
Buona la scelta di Claudio Compagno come Pilato, in una produzione che conferma la presenza di artisti di qualità come Paride Acacia (Hannas, alternativamente a Mattia Braghero), Francesco Mastroianni (Caifa), Gianluca Pilla (Pietro).
Particolarmente toccante il passaggio delle 39 frustate, scena memorabile che 23 anni fa si concludeva con le torri gemelle mentre oggi quell’immagine è scivolata appena a metà, lasciando il posto a tante altre tragedie: Gaza, Ucraina, soprattutto, fino alla morte di Navalny, in una narrazione che talvolta individua fin troppo facilmente da che lato sta Caino.
Vada come vada, Jesus Christ Superstar celebra mezzo secolo di “pura gloria” e 30 anni della avanguardistica regia firmata Piparo, basata sull’opera rock originale di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice.