Jazz italiano per le terre del sisma, sesta edizione: l’incursione swing scalda il cuore dell’Aquila
C’è un momento dell’anno in cui L’Aquila diventa il punto nevralgico del jazz italiano, e in questo 2020 così anomalo sono le date del 5 e 6 settembre a ospitare il grande progetto artistico nato grazie a Paolo Fresu nel 2015. Quest’anno, la conduzione del festival vede il passaggio di testimone a tre direttori artistici: Ada Montellanico (cantante, musicista e presidente dell’associazione Il Jazz va a Scuola), Simone Graziano (musicista e presidente dell’Associazione musicisti italiani di jazz) e Luciano Linzi (direttore artistico della Casa del Jazz e del Festival Jazzmi, consigliere associazione I-Jazz). La qualità resta dunque sempre altissima.
La giornata di domenica merita una pagina a sé nella piccola storia dello swing in quel di L’Aquila. piazza Chiarino fa da location a Giorgio Cuscito e i suoi The Jeepers, una vera istituzione per gli amanti del genere. Cuscito non è nuovo né alla rassegna né alla città dell’Aquila ed è sempre un grande piacere poterlo incontrare; la maggior parte delle serate a base di swing lo vedono spesso coinvolto in prima persona e poter ascoltare i The Jeepers qui a L’Aquila dà una sensazione particolare. Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma è un evento che si aspetta tutto l’anno e che nonostante le grandi difficoltà ha regalato le emozioni di sempre; con lo swing in piazza Chiarino è stato proprio come tornare a casa dopo mesi di assenza, dopo un viaggio andato male.
Si è tornato a respirare in modo più leggero.
La band sale sul palco alle 18 per quella che doveva essere una mezz’ora di spettacolo che si è poi estesa ad un’ora intera di festa, grazie ad una setlist perfetta per gli spazi e l’occasione: grandi pezzi della storia swing, dai ritmi sfrenati ai più dolci; una carrellata di brani che ha accompagnato il pubblico seduto sotto il palco e quello in piedi, più lontano, che nonostante la distanza ha voluto partecipare a uno spettacolo così coinvolgente.
Mascherine, posti a sedere distanziati, transenne tra il pubblico in piedi, security efficiente e pronta a controllare ogni angolo. Elementi che da soli basterebbero a scoraggiare qualsiasi ballerino, ma noi lindyhopper aquilani ci siamo ritagliati un piccolo spazio – al sicuro da tutti e con le giuste precauzioni – perché una delle definizioni più “terra-terra” dello swing è proprio quella che lo descrive come il jazz che si balla, quello che ti fa partire i piedi, che ti fa tenere il tempo schioccando le dita e battendo le mani (rigorosamente sui numeri pari! Per un ripasso veloce sulla tecnica consiglio il tutorial Come battere le mani a tempo di Faso degli Elio e Le Storie Tese).
La chiusura delle sale da ballo disposta dalle norme anti-Covid ha comportato la fine delle attività intimamente legate al mondo swing, la musica dal vivo e la danza hanno smesso di coesistere, hanno smesso di essere quello che sono sempre state. Se le ballroom rimarranno ancora posti impenetrabili, saranno allora le strade ad accogliere i ballerini? Probabilmente si. Saranno forse le piazze a vedere i primi timidi tentativi di social dance, poi verranno i locali più piccoli e meno affollati e poi, lentamente, torneranno i grandi festival interazionali.
Piazza Chiarino ha diverse volte lasciato spazio allo swing nel corso degli anni e questa occasione ha dato la giusta carica per rimettersi in piedi e ballare. I The Jeepers hanno regalato uno spettacolo di altissimo livello, capitanati da Giorgio Cuscito che dal palco vede tutto e tutti – parole sue – ed ha la grande capacità di capire il pubblico ed accompagnarlo per mano nel mondo dello swing.
Torneremo a ballare, a cantare e a riempire le piazze come deve essere se, giusto per un po’, ci costringiamo a stare insieme in modo responsabile e sicuro.