“Io prima di te”: Emilia Clarke e l’importanza della libertà
Io prima di te, film del 2016 avente per protagonisti Emilia Clarke (Last Christmas, Il Trono di Spade) e Sam Claflin (Hunger Games, Scrivimi ancora), è liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Jojo Moyes, uscito nel 2012. Alla regia del dramma sentimentale troviamo la regista britannica Thea Sharrock. La pellicola, uscita ormai cinque anni fa, può essere inserita all’interno di quel filone cinematografico che, nonostante tratti temi intimi, delicati e profondamente impegnativi, conserva uno stile capace di sviluppare un climax da commedia tale da non risultare pesante. A volte, infatti, anche sceneggiature complesse da un punto di vista emotivo possono essere narrate con leggerezza. Sì, anche prescindendo dalle tematiche dolorose descritte, riesce a strappare sempre e comunque un sorriso.
Louisa Clarke (Emilia Clarke), ragazza estremamente generosa e con un grande cuore, vive in un piccolo paesino della campagna inglese insieme ai genitori, al nonno, alla sorella e al figlio di quest’ultima. Dopo anni di lavoro come cameriera in un bar perde la sua occupazione e, in fretta e furia, si accinge a cercare qualcos’altro, dal momento che il suo contributo finanziario è fondamentale per il sussidio della famiglia. Louisa accetta, quindi, di lavorare per una ricca famiglia che è in cerca di una figura che tenga compagnia all’intrattabile figlio Will (Sam Claflin), divenuto quadriplegico a seguito di un incidente.
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Will si dimostra fin da subito maldisposto nei confronti dell’allegra ragazza, pieno di cinismo e con una voglia di vivere ormai andata perduta. Egli tenta in tutti i modi di farla rinunciare alla difficile missione. Ovviamente Louisa non si arrende e, armata di dolcezza, determinazione e pazienza riesce a far rinascere nel ragazzo un pizzico di entusiasmo e sentimenti ormai sepolti. Da qui inizia una vera lotta contro il tempo per Louisa, che tenterà in ogni modo di salvare Will dalla triste decisione presa e che non sembra intenzionato a mettere da parte.
Numerose sono le pellicole che negli anni hanno trattato il tema drammatico dell’amore verso una persona malata, e Io prima di te prova a dare una sua personale direzione originale a queste dinamiche così delicate. Il film riesce, inoltre, nel suo intento di far immedesimare lo spettatore in quello che è il dolore provato da un giovane ragazzo, pieno di voglia di vivere e con un futuro roseo davanti a sé, che improvvisamente si ritrova con una vita spezzata per sempre. Inevitabile è tutto quello che ne deriva. La depressione, il rifiuto, l’impotenza e il sentirsi un peso. Sentimenti e stati d’animo che possono condurre all’idea che l’unica soluzione per sfuggire a questa “non vita” sia la morte.
La storia tratta, difatti, anche il tema delicato dell’eutanasia e lo affronta in maniera notevole senza cadere nel banale. Un rischio concreto quando si sceglie di collocare questo tipo di dramma all’interno di un film romantico. Io prima di te sottolinea l’importanza, sempre e comunque, del diritto alla libertà per l’essere umano. Una libertà di scelta che non può essere sottratta, anche se questa vira per una decisione drammatica e irreversibile. Nessuno può arrogarsi il diritto di scegliere per un’altra persona, nonostante le condizioni tragiche in cui questa si possa trovare.
«Vivi bene, semplicemente vivi».
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