“Io ci provo”: il film-documentario che racconta l’autismo senza parlare di autismo
In occasione della settimana di consapevolezza sull’autismo, nello splendido Teatro Talia di Tagliacozzo è stato proiettato il film-documentario “Io ci provo“, realizzato dagli ospiti della struttura “La Casa di Michele – centro riabilitazione per l’autismo” all’Aquila.
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“Io ci provo” è il frutto di un progetto multimediale ideato dallo psicologo Rosario Sabelli, con la regia di Francesco Paolucci.
I giovani protagonisti del documentario sono Francesco Scordella, Francesco Pasquali, Antonello Brandolini, Denis Ferrone e Adis Nebi, insieme all’assistente sociale Massimiliano Misiano, al fotografo Leonardo Di Pietrantonio e allo stesso Rosario Sabelli. Il film vede la partecipazione dell’ex rugbista della Nazionale Andrea Lo Cicero.
Il film-documentario racconta la vita dei cinque ragazzi, quasi trentenni, che frequentano il centro “La Casa di Michele”: un prodotto che vuole parlare dell’autismo senza parlare direttamente di autismo, ma attraverso l’esperienza di Francesco, Denis, Adis, Antonello e Francesco.
Un racconto attraverso le loro passioni, i loro sogni, i loro obiettivi nella vita: c’è chi vuole prendere la patente e ci riesce, c’è chi ha la passione della chitarra o del doppiaggio, chi ama il mare, la fotografia e chi ama i tatuaggi.
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“Seguendo i loro successi,” afferma il regista Francesco Paolucci “i loro pensieri, sogni e riflessioni ci si accorge che l’autismo non è invalidante ma semplicemente una condizione differente da cui guardare il mondo, che spesso ne arricchisce la visione stessa.“
“Io ci provo” è semplicemente un viaggio che cerca di raccontare le vite dei cinque ragazzi seguendo due fili conduttori: la sindrome di Asperger e la passione per la cucina che li accomuna. Il progetto trova origine in un laboratorio di cucina, per cui lo psicologo Rosario Sabelli chiamò Paolucci per realizzare la documentazione video. Ma con l’arrivo del Covid-19 si è scelto di seguire le vite dei ragazzi parallelamente al corso di cucina: la loro quotidianità è stata seguita per quasi cinque anni, dal 2019 all’anno scorso.
Il film-documentario ha vinto la sezione “Best Documentary” della prima edizione del Trapani Film Festival. Nell’occasione, la giuria ha così motivato il premio:
“Per l’attenzione e la cura con cui l’autismo viene raccontato senza nessun pietismo dando spazio e sfogo alla voce dei ragazzi e alla loro irripetibile unicità”
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Il commento del regista Francesco Paolucci:
“La vera vittoria è il fatto che questi ragazzi hanno fatto un viaggio da L’Aquila a Trapani tutti insieme con gli operatori de ‘La Casa di Michele‘: hanno vissuto un’esperienza successiva al documentario, alla prima che era già stata molto emozionante per loro e hanno visto il loro documentario in un Festival dove hanno trionfato e hanno conosciuto molte persone. Si sono confrontati con il mondo e il mondo gli ha restituito quello che meritano: un riconoscimento e l’esperienza del viaggio in Sicilia, arricchendo il loro bagaglio di esperienze in un evento molto bello e molto importante come quello di un festival cinematografico.”