Inutile negarlo, Kevin McCallister è il simbolo dell’era Millennials
“Home Alone”, questo il titolo originale, ha conquistato intere generazioni di adolescenti. Ancora oggi, a distanza di più di 30 anni dalla sua uscita sul grande schermo, è in grado di rapirci e tenerci incollati alla televisione. Lo sappiamo tutti che anche voi, almeno una volta nella vita, avreste voluto essere Kevin McCallister.
E pensare che il film, uscito in Italia nel gennaio del 1991, ha affrontato non poche problematiche relative alla sua produzione e distribuzione. Essendo un low- budget movie, infatti, il successo non era affatto garantito e, quindi, in più di un’occasione, rischiò realmente di non vedere mai la luce. Alla fine, però, il regista Chris Columbus e lo sceneggiatore John Hughes riuscirono in quella che, al tempo, era per loro una folle scommessa: “Mamma ho perso l’aereo” si è rivelata una commedia live action campione d’incassi assoluto. Primato detenuto per ben 27 anni. Nessuno ci avrebbe mai scommesso un dollaro.
“Mamma ho perso l’aereo” è senza dubbio il manifesto dell’era Millennials
A Hollywood si arrivò addirittura a coniare una nuova espressione: “To be Home Aloned” per indicare quei film che non sono riusciti a riscuotere successo a causa dell’uscita di questa pellicola. La sceneggiatura venne scritta da Hughes in soli 9 giorni, dopo un viaggio in Europa con la famiglia durante il quale pensò a cosa potesse accadere se uno dei suoi figli venisse involontariamente dimenticato a casa da solo.
Propose immediatamente Macaulay Culkin per la parte di Kevin. Chris Columbus, però, volle comunque fare dei provini. Terminate le oltre 200 audizioni si giunse alla scelta che noi tutti oggi conosciamo.
Il faccino furbo di Kevin McCallister (Macaulay Culkin all’epoca delle riprese aveva solo 10 anni), la sbadataggine dei due ladri (Joe Pesci e Daniel Stern), l’urlo della madre nel momento esatto in cui si rende conto di aver dimenticato il figlio a casa (KEVIN!!!) sono immagini che, in punta di piedi e con assoluta innocenza, sono riuscite a ritagliarsi un posto permanente nei ricordi di ognuno di noi.
Ma perché questa accoglienza? Dare una risposta alla domanda è piuttosto semplice
C’è un legame solido che la pellicola riesce a stabilire con chiunque si ritrovi a guardarla. Il fatto di vedere protagonista un bambino va immediatamente a intaccare la nostra sfera personale legata ai ricordi dell’infanzia e, soprattutto, ai desideri che avevamo a quell’età.
Tutti noi, dal primo all’ultimo, almeno una volta nella vita avremmo voluto non rendere conto ai nostri doveri da figli. Avremmo voluto essere padroni assoluti della casa dove vivevamo. Avremmo voluto poltrire sul divano senza interferenze per un intero pomeriggio, a guardare la tv o semplicemente a giocare.
Tutti noi ci siamo sentiti felici, in preda a una sensazione di libertà mai provata prima quando Kevin ha ipotizzato di aver fatto sparire la sua famiglia. O quando ha realizzato di essere rimasto a casa da solo, iniziando a fare tutte quelle attività che fino a quel momento gli erano state proibite.
Riuscire a sventare una rapina in un modo così brillante non rispecchiava di certo le nostre aspettative, ma è stato soddisfacente anche solo guardarlo in un film. Chris Columbus è riuscito a coinvolgere a 360° il pubblico, facendo sì che potesse rispecchiarsi nelle dinamiche della vicenda raccontata, tant’é vero che vi sarà un reboot prodotto da Twentieth Century Fox per Disney Plus.
Nessuno poteva aspettarsi un successo del genere, soprattutto da un progetto nel quale credevano in pochissimi. Ma “Mamma ho perso l’aereo” è diventato pezzo di storia del cinema, continuando ancora adesso a essere tra i migliori film di Natale.