Interno Pompeiano: il fotografo Luigi Spina rivela mosaici e segreti delle dimore di Pompei
Fino al 16 giugno 2024, Castel Sant’Angelo a Roma accoglie Interno Pompeiano, innovativa mostra fotografica di Luigi Spina che propone una visione inedita della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Dentro le domus pompeiane con Luigi Spina
Il progetto Interno Pompeiano prende spunto da un’opportunità straordinaria: visitare Pompei durante la pandemia del 2020, quando il Parco Archeologico era chiuso. Il fotografo Luigi Spina è potuto entrare nelle storiche dimore romane in solitudine e nel silenzio assoluto. Tale stato quasi contemplativo ha consentito di cogliere dettagli e sfumature che generalmente sfuggono al flusso di turisti e ha generato un corpus di 1450 istantanee.
Dopo un’accurata selezione Spina ha avviato due iniziative: la prima di stampo editoriale, la seconda – estremamente suggestiva – di carattere espositivo.
Il libro “Interno Pompeiano”, pubblicato dalla casa editrice 5 Continents Editions, contiene 300 fotografie a colori in grande formato intervallate da saggi di eminenti studiosi quali Massimo Osanna, Gabriel Zuchtriegel, Carlo Rescigno, Giuseppe Scarpati e lo stesso Spina.
Il fotografo casertano tuttavia desiderava offrire al pubblico un’esperienza alternativa, il più possibile vicina a quella da lui vissuta nel Parco Archeologico di Pompei durante il lockdown: nasce così la mostra Interno Pompeiano, visitabile fino al 16 giugno a Castel Sant’Angelo a Roma. Lo straordinario allestimento si pone l’obbiettivo di presentare al pubblico una nuova estetica visiva di Pompei e dei suoi monumenti, seguendo la via della luce e del trascorrere del tempo.
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Il percorso espositivo
Il percorso espositivo è costituito da sessanta scatti di grande formato, realizzati con una fotocamera Hasselblad H6D-100c con le ottiche prive di luce artificiale, volti a catturare l’intimità degli interni delle domus pompeiane. Attraverso l’obiettivo, Spina invita i visitatori ad entrare nelle case dall’interno, a cogliere la luce naturale che muta nell’arco della giornata, a soffermarsi sui dettagli architettonici di ogni singolo ambiente.
Il versatile fotografo sembra restituire un soffio vitale alle abitazioni; i pavimenti a mosaico, caratterizzati da motivi decorativi e pietre preziose, risaltano accanto ai dipinti murali con scene di paesaggio e di vita quotidiana. La luce naturale enfatizza le pareti dalle inconfondibili tonalità di giallo tenue, rosso sinopsis, verde chiaro, azzurro polveroso e fa da legante nella perfetta combinazione tra architettura e pittura. Gli interni, così colorati e allo stesso tempo funzionali, diventano simbolo del culto dell’abitare in totale armonia.
I visitatori hanno pertanto la possibilità di ammirare dettagli ravvicinatissimi di celebri dimore come la Casa di Marco Lucrezio su Via Stabiana, quella del Poeta Tragico dove si trova il famoso mosaico “cave canem” e la Casa di Orione contenente il poliedrico mosaico da cui prende il nome; veri e propri tasselli di storia che veicolano la cura del focolare e le lontane radici dell’identità collettiva.
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L’organizzazione della mostra
La mostra Interno Pompeiano è realizzata dalla Direzione Musei statali di Roma in collaborazione con la Direzione generale Musei e il Parco Archeologico di Pompei.
A tal proposito il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Pompei è stata raccontata, rappresentata, narrata milioni di volte, eppure continua sempre ad offrire nuove angolazioni e punti di vista: questa mostra, in particolare, è un esempio di come, attraverso l’uso della fotografia, sia possibile ritrarre le domus pompeiane in un modo inedito, creando un’atmosfera di magia e rara suggestione. Si tratta di un’esposizione di grande impatto, che andrà, nei prossimi mesi, a implementare e arricchire l’offerta culturale di un altro sito straordinario, quale Castel Sant’Angelo. Come Direzione generale Musei ci siamo già attivati, inoltre, affinché il Castello diventi tappa inaugurale di un percorso più ampio, che porterà la magia di Pompei, letta attraverso l’obiettivo di Spina, anche in altri luoghi della cultura del nostro Paese».
Per poter prenotare e acquistare i biglietti è possibile collegarsi al sito web www.gebart.it/musei/museo-nazionale-dicastelsantangelo.
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Cenni biografici su Luigi Spina
Luigi Spina, nato a Santa Maria Capua Vetere il 17 gennaio 1966, ha realizzato molteplici servizi fotografici che hanno un unico filo conduttore: la ricerca della bellezza. Un leitmotiv incredibilmente vasto che include diversi ambiti, tra i quali gli anfiteatri, il legame tra arte e fede, il confronto con la scultura classica, la straordinaria ricerca a colori sul Foro Romano, gli innumerevoli studi relativi al mare, la ricerca tattile sui gessi canoviani fino alle numerose indagini sul paesaggio.
Ha pubblicato ventidue libri e illustri campagne fotografiche a favore di associazioni e musei. I riconoscimenti alla sua attività artistica sono molti e prestigiosi. Ne riportiamo alcuni: la rivista madrilena Matador gli ha dedicato una copertina e il servizio centrale del numero T; nel 2020 Artribune l’ha eletto miglior fotografo dell’anno; 2022 è rientrato tra i finalisti del Premio Michetti per l’Arte Contemporanea e ha vinto il Premio Digital Michetti; infine nel 2023 ha ottenuto il Premio Amedeo Maiuri.
Molte sue opere rientrano nelle collezioni permanenti dei seguenti poli museali: Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps, Musei Capitolini, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Fondazione Michetti di Francavilla al Mare, Accademia Tadini di Lovere.
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