“Interdit aux chiens et aux Italiens”: Alain Ughetto racconta l’immigrazione italiana in Francia
Nelle sale cinematografiche francesi, dal 25 gennaio è possibile vedere “Interdit aux chiens et aux Italiens“: il film d’animazione di Alain Ughetto sul tema dell’immigrazione italiana in Francia.
Partendo alla ricerca del nonno nato nel Nord Italia nel 1880, Alain Ughetto ripercorre la migrazione italiana in Francia: le attese e le sofferenze dei migranti, la solidarietà familiare e l’ascesa del fascismo. Un film d’animazione lungo 70 minuti che mette in scena dei personaggi dallo sguardo ricco di speranza e di inquietudine.
Il titolo arriva come un insulto: “Vietato ai cani e agli Italiani“. Con il suo lungometraggio, Alain Ughetto racconta con poesia e ferocia le lunghe marce oltralpe degli italiani migranti verso la Francia negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Alla disperata ricerca di un lavoro, gli italiani attraversavano le Alpi. La loro unica risorsa: la forza delle proprie braccia.
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Nel 1920 gli Ughetto sono una famiglia unita che affronta la miseria e il razzismo ordinario.
Il romanzo familiare di Alain Ughetto
“Durante i pranzi di famiglia, mio padre ci raccontava che nel Piemonte, in Italia, c’era un paese di nome Ughettera in cui tutti gli abitanti avevano il nostro stesso cognome. Quando è venuto a mancare, sono andato a verificare se questo paese esistesse. Ed esisteva davvero: Ughettera, la terra degli Ughetto!“
Così Alain Ughetto decide di raccontare l’odissea che suo nonno affrontò con la moglie e i numerosi figli tra il Piemonte e la regione de L’Ain, passando per l’Ariège e la Corrèze. Un viaggio per trovare un posto in cui sopravvivere, dato che la montagna piemontese offriva solo miseri ai suoi abitanti.
Luigi e Cesira Ughetto sono trasformati in marionette “dai grandi occhi meravigliati“, come per voler mostrare la loro curiosità nello scoprire il mondo. Filmati secondo la tecnica dello stop-motion, prendono vita. Molto forte è la presenza di oggetti “veri” come frutta e carbone. A volte tra questi appare anche la mano di Alain Ughetto: quella mano che muove con precauzione i personaggi e lo scenario, con la volontà di fare del suo film un prodotto artigianale.
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Il suo bisnonno costruiva con la forza delle sue braccia strade e dighe, suo padre costruiva case e lui, Alain, firma un film fatto a mano. L’animazione diventa un geniale bricolage.
Un insulto come titolo
Il titolo violento e incisivo del cartone animato fa riferimento a un’espressione realmente esistita negli anni ’20, incisa su un cartello appeso sulle facciate di alcuni negozi o bistrot in Belgio, in Francia e in Svizzera.
“La crudeltà e la ferocia di quel piccolo cartello che accoglieva i migranti illustrano il contesto storico: è la testimonianza di un’epoca“- afferma il regista.
Ariane Ascaride presta la sua voce al personaggio di Cesira, che scopre la violenza con cui gli italiani venivano maltratti sui giornali dell’epoca: “Quel che caratterizza l’operaio italiano è l’accondiscendenza: sopporta di tutto (…), piega la testa e obbedisce.“
Se l’operaio italiano piega la schiena per portare i soldi a casa, è anche perché fugge dall’Italia e dal fascismo. I “Ritals“, come vengono chiamati gli italiani dai supervisori francesi, commentano l’attualità e si preoccupano delle sorti della famiglia rimasta in Italia.
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Con “Interdit aux chiens et aux Italiens“, Alain Ughetto fa della storia della sua famiglia un racconto universale carico di dolore, di solidarietà e fratellanza.