In Italia non si legge più: lettori in calo, mai così pochi negli ultimi 25 anni
Nel 2022 il 39,3% di persone di 6 anni e più hanno letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Il valore si è ridotto rispetto a quanto rilevato nei due anni precedenti, quando i lettori erano rispettivamente il 41,4% (2020) e il 40,8% (2021) dei residenti di quell’età. È quanto emerge dai dati del 2022 sulla lettura di libri e fruizione delle biblioteche in Italia divulgati oggi dall’Istat.
Dal 2000, quando la quota di lettori risultò pari al 39,1%, l’andamento è stato crescente fino a raggiungere il picco massimo nel 2010 (46,8%), per poi ridiscendere progressivamente fino ad arrivare nel 2016 allo stesso livello del 2001 (40,5%). Successivamente la percentuale di lettori si è mantenuta stabile fino al 2019, per poi crescere nel 2020 e mantenersi a un valore analogo nel 2021. La lieve crescita registrata nel biennio pandemico 2020-2021 non è stata però sufficiente per recuperare le perdite registrate negli anni precedenti. In questo quadro, la contrazione registrata nel 2022 porta la quota di lettori al livello più basso mai registrato in quasi venticinque anni.
LE DONNE LEGGONO DI PIÙ
Anche nel 2022 si evidenzia una rilevante differenza di genere in favore delle donne: la percentuale delle lettrici è del 44% (-1,7 punti percentuali sul 2021), quella dei lettori del 34,3% (-1,6). La distanza di genere in favore delle donne iniziò a manifestarsi nel 1988, anno in cui si dichiaravano lettrici il 39,3% delle donne e lettori il 33,7% degli uomini, mentre in precedenza si osservava una situazione opposta, con valori più elevati tra gli uomini. Negli anni seguenti il divario ha manifestato una costante crescita fino al biennio 2015-2016, quando lo scarto uomo/donna raggiunse il suo valore più elevato (quasi 14 punti percentuali). Solo negli anni successivi la differenza di genere ha iniziato a ridursi, attestandosi a 9,7 punti percentuali nel 2022.
‘DEBOLE’ IL PROFILO DEL LETTORE
La quota più rilevante delle persone di 6 anni e più (il 17,4% considerando tutti gli individui, ben il 44,4% tenendo conto dei soli lettori) sono lettori ‘deboli’, dichiarano cioè di aver letto al massimo tre libri nei 12 mesi precedenti l’intervista. Il 15,4% (pari al 39,3% dei lettori) possono, invece, essere considerati ‘lettori medi’, avendo letto da 4 a 11 libri nell’ultimo anno. Infine, soltanto il 6,4% dei residenti (pari al 16,3% dei lettori) hanno letto almeno 12 libri nell’ultimo anno e possono essere considerati lettori ‘forti’. La quota di lettori forti è più alta tra le lettrici che non tra i lettori (il 17,5% contro il 14,7%). Inoltre, valori più elevati di lettori forti si osservano tra le persone di 60 anni e più, dove si raggiunge il 22% dei lettori. Al contrario, sono gli uomini a presentare più spesso un profilo di lettore debole (il 48% contro il 41,8% delle donne) e anche i ragazzi di 11-14 anni, dove circa un lettore su 2 legge al massimo 3 libri in un anno.
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QUOTE PIÙ ELEVATE DI LETTORI TRA I GIOVANISSIMI DI 11-14 ANNI
L’analisi per fasce di età mette in evidenza nel 2022 una quota maggiore di lettori tra i più giovani (fino a 24 anni), con punte più elevate specialmente tra gli 11 e i 14 anni (57,1%), per quanto tra i giovanissimi la lettura complessiva non superi i tre libri l’anno per un lettore su due. A partire dai 25 anni di età l’abitudine alla lettura diminuisce, sebbene tra la popolazione di 55-59 anni si osservi un andamento nuovamente crescente, che regredisce però tra la popolazione ultra-sessantaquattrenne. Tale andamento è comune a uomini e donne, ma con livelli di lettura sempre più elevati per queste ultime. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze di 11-24 anni, tra le quali circa 6 su 10 hanno letto almeno un libro nell’anno (con un picco tra gli 11 e i 14 anni, 64,4%). La quota di lettrici scende sotto la media nazionale tra i 45-54 anni e dopo i 60, mentre per gli uomini è sempre inferiore al valor medio nazionale a partire dai 35 anni.
SI LEGGE PIÙ NEL CENTRO-NORD E TRA CHI HA UN TITOLO DI STUDIO ELEVATO
L’abitudine alla lettura è più diffusa nelle regioni del Centro-nord: nel 2022 ha letto almeno un libro il 46,3% delle persone residenti nel Nord-ovest, il 45,8% di quelle del Nord-est e il 42,4% di chi vive nel Centro (Figura 3). Al Sud la quota di lettori è del 27,9% mentre nelle Isole la realtà è molto differenziata tra la Sicilia (24,0%) e la Sardegna (40,0%): quest’ultima si caratterizza per quote di lettori sovrapponibili a quelle delle regioni del Centro. Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, l’abitudine alla lettura è molto più diffusa nei Comuni centro delle aree metropolitane, dove nel 2022 si dichiara lettore quasi la metà degli abitanti (47,8%). Anche il livello di istruzione rappresenta un elemento discriminante per le abitudini di lettura: tra le persone con un’età pari o superiore ai 25 anni, legge libri il 68,9% dei laureati, il 43,2% dei diplomati e solo il 17,1% di chi possiede al massimo la licenza media.
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CRESCE L’ABITUDINE A RECARSI IN BIBLIOTECA
Nel 2022 il 10,2% della popolazione di 3 anni e più si è recata in biblioteca almeno una volta nel corso dell’anno, dato in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora distante dal 15,3% del 2019. Più elevata la quota di donne (11,7% a fronte dell’8,6% degli uomini), con differenze di genere particolarmente marcate tra i giovani di 15-24 anni (in questa fascia di età si sono recate in biblioteca il 28,9% delle ragazze a fronte del 16,8% dei ragazzi). I giovani e i giovanissimi tra 6 e 24 anni sono i frequentatori più assidui, con una quota più che doppia rispetto al resto della popolazione (23,5% a fronte del 10,2% della media generale). La fruizione delle biblioteche è più elevata nelle regioni del Nord (13,9%) rispetto a quelle del Centro (9,2%) e soprattutto del Mezzogiorno (5,7%), con l’unica eccezione della Sardegna, che si attesta all’11,5%.
Fonte: Agenzia DIRE