“In aereo si ma in teatro no”, da Edoardo Siravo l’appello per una maggiore tutela del settore cultura
“Il premio alla carriera riempie d’orgoglio e fa enormemente piacere, però mi sento ancora relativamente giovane e pieno di voglia di continuare a fare questo bellissimo mestiere”. E’ un Edoardo Siravo genuinamente sincero, disponibile e sorridente, quello che interviene ai nostri microfoni dopo aver ritirato il Premio Flaiano 2020 alla carriera. In quel di Pescara, nel partecipare alla cerimonia di premiazione svoltasi al Teatro Monumento d’Annunzio, l’attore e regista romano, abruzzese d’adozione, controbilancia l’entusiasmo per il riconoscimento alla delusione per un’occasione perduta, da parte dell’Italia in quanto apparato amministrativo, per cambiare marcia e rivedere il sistema cultura, spettacolo e intrattenimento.
“Sono 70 anni che non abbiamo una legge sullo spettacolo dal vivo, cosa che non avviene in nessun’altra parte del mondo. In questo senso questo Covid avrebbe dovuto farci ripartire per ottenere non solo delle sovvenzioni al fine di poter aiutare i professionisti e gli operatori del settore che ora sono fermi al palo, ma anche per avere una legge che li tutelasse. Loro, come l’intero settore. Questa è un’occasione che abbiamo forse perduto. Le istituzioni si mettano una mano sulla coscienza e difendano con maggiore serietà e lungimiranza questo campo. Si parla di distanziamento sociale ma la gente prende l’aereo. Lì sopra si sta tutti appiccicati, l’uno di fianco all’altro, ma in teatro si deve restare separati. Qualcosa non torna…”
“Ieri ho debuttato a Palermo col mio nuovo spettacolo – prosegue – ed erano presenti 150 spettatori in fronte a una sala che poteva contenerne 500. Tra loro magari c’era chi ha preso mezzi pubblici per spostarsi, all’interno dei quali è difficile parlare di distanziamento. In teatro si, sui mezzi pubblici no”.
Il premio ricevuto in Abruzzo ha per Siravo un sapore speciale. Con la terra di D’Annunzio, Flaiano, Silone, ha un legame particolare, reso tale non solo dal mondo del teatro, ma anche da legami personali e famigliari. “Per me è una seconda patria lavorativa, sono molto legato a questa terra. Nella mia carriera ho realizzato più di duecento spettacoli, ho fatto cose molto belle e apprezzate e il fatto che il riconoscimento arrivi proprio qui, dove mi sento a casa, è un valore aggiunto all’importanza dello stesso”, ha concluso.