Il Teatro Off di Avezzano ospita “La Strategia del colibrì”, l’originale pièce teatrale dai tratti surreali diretta da Massimiliano Vado
Avezzano (AQ) si prepara ad accogliere il terzo appuntamento in calendario per la stagione di prosa firmata Teatro Off. “La strategia del colibrì”, il primo spettacolo del 2020 del teatro indipendente, sarà in scena il prossimo venerdì 17 gennaio, ore 21, al castello Orsini del capoluogo marsicano.
Una favola moderna, grottesca, frizzante ed attuale che risponde alla distanza della politica dei poteri occulti, dei meccanismi tradizionali con la forte e calda umanità di due persone comuni, nelle quali tutti possiamo riconoscerci e attraverso le quali fronteggiare il corrosivo senso d’impotenza che ci pervade di fronte alla durezza e alla apparente mancanza di risposte dell’epoca attuale.
La Storia
Due donne, l’una l’opposto dell’altra.
Paola assistente del sindaco della città, Cloé organizzatrice di eventi.
Ideologie politiche diverse, caratteri e sensibilità incompatibili, vite
private agli antipodi, eppure costrette ad affrontare una situazione che le
metterà alla prova con la propria reciproca umanità. Un politico misterioso
detto “Il Presidente” le convoca nello stesso ufficio in piena notte per
organizzare i dettagli di un convegno che dovrebbe cambiare le sorti
dell’umanità. I più importanti capi di stato parteciperanno ad un summit
internazionale che coinvolgerà inoltre le figure religiose e scientifiche più
note al mondo. Un incontro per dialogare sulla pace.
Ha inizio un rapporto conflittuale e intenso: si odieranno, si metteranno in
discussione, si compatiranno, avranno devastanti crisi isteriche, si
rinnegheranno, si riconosceranno, si consoleranno a vicenda in un alternarsi
continuo tra il pubblico e il privato.
Come sono finite in quel luogo? E perché proprio loro due? E chi è questo
misterioso “Presidente?” E se durante l’organizzazione di uno dei più decisivi
incontri mondiali dovessero venire casualmente alla luce documenti privati in
cui sono spiegati inconfessabili segreti di stato? Liste proibite e ricerche
scientifiche nascoste? E se in gioco ci fosse addirittura la presentazione di
una coppia di misteriose creature, provenienti addirittura dall’antico
continente scomparso di Lemuria? Chi è questa entità definita per brevità
semplicemente “L’essere”?
In divertito parallelo con le due
donne scorre la frustratissima presenza di Barack Obama, abbattuto dalla
distruzione sistematica che Trump sta compiendo verso il suo operato, coinvolto
in un infaticabile incoraggiamento a sua moglie Michelle, affinché si candidi
con i democratici, forse unico vero ma ambiguo artefice della situazione che
vede le due sventurate Paola e Cloé chiuse come criceti in una gabbia a
misurarsi con qualcosa di infinitamente più grande di loro.
Scritto dalla sapiente penna drammaturga di Roberta Calandra, La
Strategia Del Colibrì è un testo delicato e dalle radici umane profonde che ha
convinto Massimiliano Vado a firmare la regia per la sua messa in scena. La
fiducia nell’essere umano nonostante le sue diversità è la bussola che conduce
lo spettatore per una strada sotterranea che giunge fino alla consapevolezza di
una nuova determinazione. E questa pace per cui si lotta, si ride, si
fantastica, si impazzisce, ci si arrovella, risulta infine l’unico vero scopo
di unione e di incontro tra tutti. Barbara Mazzoni e Valentina Ghetti
sulla scena mettono in gioco una dirompente energia trascinatrice che cattura
lo spettatore, che si identificherà a più riprese e in tutte le loro scalate e
discese emotive. A fare da collante tra le due un inedito Livio Beshir nei
panni di un sorprendente Barack Obama, che nello spettacolo del 17 gennaio
sarà sostituito dal regista Max Vado.
Note di regia
Sono sempre più convinto che il circolo vizioso iniziato dal teatro pirandelliano e proseguito, poi, con la psicanalisi, stia tornando al suo punto di origine e restituisca agli autori di testi la limpidezza di una analisi, senza bisogno di terapie e medicinali.
Assodato che per fare il regista è necessario più saper interpretare il testo, soprattutto se l’autore è ancora vivente, e le dinamiche umane in esso contenute, che saper programmare una console luci con controller dmx, spesso ci si pone davanti ad un nuovo allestimento con la smania di volerlo per forza scavare a fondo, carpendone i segreti più nascosti. Per far si che ciò accada, non trascurando la purezza dell’opera d’arte, ci si immerge placidi in un labirinto psicoanalitico riguardante le pieghe di ogni personaggio, anzi del respiro di ogni personaggio, capace di tormentarti per mesi. È una tortura emotiva che solo i registi conoscono a fondo.
Piacevolmente si scopre che i disegni
del mondo appartenenti al testo, e in questo caso a La Strategia del Colibrì,
oltre che ai suoi personaggi, sono la proiezione di un mondo migliore, sono le
parallele sintetiche di un pensiero maturato per anni, la slavina sentimentale
partorita dalla montagna di studi, una complicazione infinita creata per sentirsi
meno leggeri ma per riempire un pezzo di sé. Quindi il compito del regista è
portare sulla scena un pezzo dell’autrice: un rene, un occhio, un ventricolo o
anche solo un piede, non importa quale, purché sia il pezzo che di cui il testo
ha riempito le mancanze universali. Trascendere le proprie strategie e
immolarsi per entrare nella testa della Calandra, così come successe a John
Malkovich in un film difficile da dimenticare. Per mettere in scena questa
strategia politica e sociale bisogna che il deus ex machina sia l’autore anche
se non c’è, che se ne percepisca l’odore anche a chilometri di distanza.
Se poi le luci siano rosse o blu, secondo me, non importerà a nessuno.
Massimiliano Vado
Spettacolo vietato ai minori di 14 anni
“La strategia del colibrì” – Avezzano, castello Orsini, venerdì 17 gennaio, ore 21.00
Biglietti:
Avezzano, Punto Informativo – Corso della Libertà
(Lun/Merc/Ven – 18.00/19.30)
oppure presso Libreria Ubik Avezzano
Info: 366.6555303
E-Mail: teatroffavezzano@gmail.com
Foto: Mattia Nardone