“Il Signore di Notte”, il giallo di Gustavo Vitali tra le calli della Serenissima: l’intervista
Venezia, anno del Signore 1605. Sullo sfondo della città dei dogi un magistrato goffo e pasticcione indaga sull’omicidio di un nobile caduto in miseria. Ricopre la carica di Signore di Notte, la magistratura alla quale la Serenissima Repubblica ha affidato la tutela dell’ordine pubblico, sei giudici e insieme capi della polizia.
Il protagonista, Francesco Barbarigo, irrompe sulla scena del giallo anche con una buona dose di spocchia, dopo essersi incaricato delle indagini con una leggerezza pari solo alla propria impreparazione, che lo porterà a clamorose sconfitte prima di giungere alla soluzione del giallo, ma non ce la farà da solo.
Si gioca su questo piano il libro di Gustavo Vitali, dalla trama e personaggi di fantasia ma costruiti su un contesto storico autentico. Il protagonista si lancia dapprima lungo piste inconcludenti e si accanisce su tracce fasulle. Emerge nel frattempo un uomo dalla personalità controversa e di difficile interpretazione che sfoggia una sicurezza solo apparente, mentre dentro di lui covano le incertezze, lo divorano le angosce. Per lo più incappa in una stramba relazione con una donna indecifrabile e misteriosa che gli procura nuovi turbamenti.
Il racconto produce tutta una serie di personaggi, i principali realmente vissuti all’epoca e riesumati grazie ad un lungo lavoro di documentazione. Attorno al protagonista agiscono figure da salotto, bellimbusti e cortigiane, prostitute e bari, ricchi aristocratici e nobili decaduti che vivacchiano ai margini della classe potere.
Ci sono anche sgradevoli comparizioni di uomini violenti, come banditi e sbirri, distinti tra loro dai rispettivi ruoli, ma simili nell’agire sopraffattore. Non tutti reciteranno il ruolo di semplici comparse, ma assumeranno parti importanti nel romanzo, qualcuna perfino decisiva.
Determinante nelle indagini sarà un capitano delle guardie che affianca il Signore di Notte aiutandolo a dipanare una matassa parecchio complessa. Così, passando tra disastri, colpi di scena, agguati e quant’altro il Signore di Notte e il suo capitano riusciranno ad arrivare alla soluzione del giallo, una soluzione sorprendente e degno corollario di una trama coinvolgente alla quale si aggiungono curiosità, particolari, aneddoti sui costumi e le vicende dell’epoca, che inquadrano il racconto nella dimensione storica dell’antica Serenissima assunta quasi a protagonista silenziosa. Spazio anche a dei flashback che ci richiamano figure come quella di Veronica Franco, la poetessa cortigiana.
Ne abbiamo parlato con l’autore, in questa videointervista che riportiamo di seguito.