Un esploratore e un visionario: il ricordo di Piero Angela commuove l’Italia
Piero Angela è stato un giornalista e un esploratore, un telecronista e un pioniere, uno scrittore e un visionario. É stato questo, e anche molto di più. Nello speciale andato in onda ieri sera in prima tv su Rai1 il figlio, il divulgatore scientifico Alberto Angela, ha provato a raccontare i mille volti del padre, le sue passioni, i suoi interessi e la sua capacità di guardare sempre oltre. Una narrazione coinvolgente ed emozionante, a tratti profonda, spesso intima ma, soprattutto, commovente.
Piero Angela ha cullato i sogni di milioni di italiani, ha affascinato intere generazioni con i suoi programmi, i suoi viaggi tra Egitto, Cina, Stati Uniti, Francia, le sue collaborazioni con la comunità scientifica internazionale e la sua infinita sete di curiosità, novello Ulisse appunto. Dal raccontare la preistoria con in dinosauri all’esplorare l’universo infinito, sempre con il sorriso sulle labbra e sempre convinto che tutti, nessun escluso, fossero in grado di comprendere una spiegazione.
“Se qualcosa non viene capito, la colpa è di chi avrebbe dovuto spiegarlo“, ripeteva.
Il ricordo di Alberto, il figlio, non di rado si è tinto di enfasi e commozione. Inevitabile, anche se la puntata non era in diretta e anche se, verosimilmente, durante la sua registrazione le emozioni sono state forti e travolgenti. Ha raccontato il padre partendo dal nonno, Carlo, medico e filantropo, antifascista ed eroe, capace di salvare diversi ebrei dalla deportazione. Le foto di Piero in bianco in nero, i video da inviato di guerra in Algeria e Vietnam, le interviste a Yves Montand e poi la nascita dei primi programmi televisivi, su tutti Quark e Super Quark. Un giornalista a tutto tondo, che anche nel prendere le difese di Enzo Tortora, amico e collega, non si è mai lasciato andare a rabbia e isterie ma che, col consueto garbo che l’ha accompagnato per tutta la vita, ha spiegato a bassa voce con tono docile ma fermo, educato ma sempre nei limiti della dialettica, il proprio pensiero. Cosa che, al giorno d’oggi, è sempre più difficile riscontrare. Fino alla passione per il jazz, discussa in compagnia di Stefano Bollani.
Alberto Angela, nella giornata di ieri, ha condiviso tre post sul proprio profilo Facebook, per annunciare la puntata e ringraziare coloro i quali l’hanno seguita. Sono stati centinaia di migliaia i like e i commenti ricevuti, dimostrazione di un affetto immenso da parte dell’Italia e degli italiani, e non è un caso che, ad aprire il racconto, prima di lasciarsi introdurre dell’Aria sulla Quarta Corda di Johann Sebastian Bach, sia stato il Presidente della Repubblica, Sergio Matterella, ossia la figura apicale delle istituzioni italiane, colui il quale è chiamato a rappresentare un popolo e a tenerlo unito. Come ha fatto Piero Angela, appunto.
“Mio padre è stato un pioniere della comunicazione che, sempre con razionalità e rigore scientifico, ci ha raccontato la complessità del nostro mondo, i progressi della scienza e della tecnologia, ma anche, anzitempo, le conseguenze di uno sviluppo non più sostenibile, dai problemi ambientali a quelli etici. Aveva la rara capacità di vedere i problemi arrivare da molto lontano e di individuare già le soluzioni, non tanto per risolverli, quanto soprattutto per prevenirli in tempo. Un intellettuale che sapeva parlare a tutti, spiegando cose a volte molto complesse con parole semplici e chiare. I libri che scriveva fin da quando io ero un ragazzo sono ancora oggi una sorta di “kit di sopravvivenza” con il quale continua a darci consigli anche se non c’è più”.
Foto: Barbara Ledda
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