Il ricordo di Andrea Pazienza: “il Mozart del fumetto italiano”
Una “rockstar del fumetto”, “il più radicale dei fumettisti”, il “Mozart del fumetto”: sono solo alcuni dei soprannomi di Andrea Pazienza, di cui oggi ricorrono trentasei anni dalla morte.
Le pagine e i media che hanno accolto i suoi migliori disegni consacrandolo al genio, il 16 giugno 1988 ospitavano la notizia della tragica morte per overdose da eroina del fumettista Paz, all’anagrafe Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza.
Leggi anche: “What do you believe in?”: Rag’N Bone Man pubblica il nuovo singolo che anticipa l’album
Nato a San Benedetto del Tronto il 23 maggio 1956, il ventunenne Andrea Pazienza esordisce nel 1982 con “Le straordinarie avventure di Pentothal“. È ancora uno studente al Dams di Bologna, stimolante ambiente universitario di una delle città simbolo del Movimento di controcultura giovanile di quegli anni, di cui egli stesso diventerà portavoce. Il suo esordio è infatti prevalentemente caratterizzato da opere pittoriche di denuncia politica.
La sua prima mostra è però a Pescara – città dove aveva studiato dall’età di 12 anni – nel 1975: Andrea Pazienza espone una serie di quadri, tra cui “Isa D’estate“, dedicato alla sua più cara amica Isabella Damiani, che viene riconosciuto come autentico capolavoro. Pazienza, infatti, non è solo un maestro del fumetto, ma anche pittore molto apprezzato: il suo stile unico, colorato e sognante influenzerà tantissimi autori negli anni successivi.
Collaboratore di vari fogli satirici e fumetti per un pubblico adulto, Paz è anche tra i fondatori delle riviste fumettistiche Cannibale (1977-79) e Frigidaire (1980). Su quest’ultimo mensile, il disegnatore crea il personaggio di Zanardi, un liceale violento e senza ambizioni, protagonista di perfide avventure con gli amici Petrilli e Colasanti. Il personaggio che lo consacra al mito rappresenta l’incursione del Male, la fine del sogno collettivo degli anni Settanta attraverso l’individualismo e il cinismo di un liceale senza pietà. Come riporta l’Unità, “Zanardi è cattivo quanto può esserlo un’antenna Rai, è un ripetitore, riflette ciò che lo circonda, che in qualche modo è suscettibile di commuoverlo, la commozione non sempre è positiva”.
Leggi anche: Svaniti nella notte: trailer, trama e data di uscita del nuovo film Netflix con Riccardo Scamarcio
In quel decennio Pazienza lascia il segno anche con le indimenticabili serie “Paz e Pert“, in cui il Presidente della Repubblica Sandro Pertini è ritratto nelle vesti di un vecchio partigiano sempre in azione, affiancato dal goffo aiutante omonimo del fumettista. Sembra che lo stesso Pertini abbia chiesto un disegno di Paz, quello in cui il Presidente è rattristato per il sequestro di Fabrizio De André.
Con l’opera Gli ultimi giorni di Pompeo (1987), quasi un diario personale dei suoi momenti bui ma che riguarda il disagio di una generazione, si chiude l‘iperattività di Pazienza. Le tavole si rivelano essere un diario introspettivo, un vero testamento artistico dell’autore, che racconta la discesa all’inferno dell’eroina con rimandi anche alle vecchie opere dello stesso Pazienza. Un’opera molto significativa e toccante poiché sembra anticipare la tragica dipartita dell’artista, che verrà trovato morto per overdose nella sua casa di Montepulciano appena un anno dopo.
I personaggi di Pazienza, in special modo Zanardi e Pompeo, sono stati considerati suoi antieroici alter-ego e perfetti rappresentanti della generazione a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Eppure Andrea Pazienza è andato oltre i suoi protagonisti: con lui è nato il “fumetto d’autore“. Irriverente e a tratti insofferente, geniale e duttile, il fumettista si faceva – e tuttora si fa – apprezzare per il suo stile esuberante e mai uguale a se stesso.
Leggi anche: [L’intervista] – Fabio Cinti ri-canta Branduardi: “un album minimalista” con Alessandro Russo
Pazienza è stato un artista raro e prezioso anche per la sua capacità di muoversi da un medium all’altro – manifesti cinematografici, videoclip, copertine di dischi e campagne pubblicitarie – senza alcuna difficoltà, rivoluzionando il modo di raccontare a fumetti e ispirando centinaia di autori nei decenni successivi alla sua morte.
Nel 2002 le storie di Andrea Pazienza hanno preso vita nel film “Paz!” diretto da Renato De Maria. Scritto dal regista, dallo stesso Pazienza e da Ivan Cotroneo (“Mare fuori“), il film racconta le creature e la vita dell’artista: da Pentothal e Fiabeschi a Zanna, passando per il D.A.M.S. e le proteste studentesche. Una storia tutta da scoprire.