“Il Miglio Verde”: l’espiazione e il dramma umano nel capolavoro di Stephen King
Fra le numerose trasposizioni cinematografiche dei libri di Stephen King, “Il Miglio Verde” è probabilmente tra le migliori. Scritto e diretto da Frank Darabont, già autore di “Le ali della libertà” e “The Mist”, opere dello scrittore del Maine, il film uscì nel 1999, tre anni dopo il libro. Nel cast spiccano Tom Hanks, Michael Clarke Duncan, scomparso nel 2012 e per questa sua interpretazione candidato all’Oscar, David Morse e Sam Rockwell.
Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 10 dicembre 1999, in quelle italiane il 10 marzo dell’anno successivo. Le riprese avvennero all’interno del Tennessee State Prison, penitenziario che un tempo ospitava il braccio della morte dello stato americano. Intenso e profondo, ricco di pathos e di momenti di altissima tensione emotiva, “Il Miglio Verde” oscilla sempre tra il dramma umano, l’horror e il paranormale, caratteristiche che hanno reso grandi i lavori di King e che Darabont, dal canto suo, ha saputo riportare con grande maestria nei film da lui girati. Darabont, come King, non ha paura di mettere in discussione la pena di morte, condanna in via definitiva che non può essere espiata se non attraverso l’esecuzione materiale del detenuto.
“Il Miglio Verde” ha incassato circa 300 milioni di dollari al botteghino e ottenne 4 nomination agli Oscar del 2000: Miglior film, Miglior attore non protagonista, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior sonoro.
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Sinossi
Nel 1935, in Lousiana, Paul Edgecombe lavora presso il Miglio Verde, soprannome del braccio della morte di Cold Mountain. Un giorno arriva nel carcere di massima sicurezza John Coffey accusato di aver ucciso due gemelline. John viene condannato alla pena capitale ed incarcerato nel Miglio. Nonostante la sua stazza gigantesca, l’uomo è molto scosso e impaurito e questo spinge Paul a non credere che possa essere del tutto malvagio. Mentre il perfido e sadico collega Percy Wetmore tortura chiunque gli capiti a tiro, Coffey si mostra gentile con tutti. Paul scoprirà delle doti straordinarie di Coffey che lo aiuteranno nella sua vita privata. Così, l’uomo comprenderà che John è molto di più che un semplice criminale.
“Tu devi dire a Dio Padre che hai fatto una gentilezza. Lo so che soffri e ti preoccupi, te lo sento addosso, ma adesso però la devi smettere. Io voglio farla finita una volta per tutte, davvero! Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia. Stanco di non poter aver mai un amico con me che mi dica dove andiamo, da dove veniamo e perché. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno ad altri uomini. Sono stanco di tutto il dolore che io sento e ascolto nel mondo ogni giorno” – John Coffey.
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