“Il dritto di Chicago”: il musical di Guido Tomassetti su Fred Buscaglione
“Viva il dritto di Chicago, Sugar Bing, Che sparando la pistola Fa lo Swing”: così cantava il mitico Fred Buscaglione. Il “duro dal cuore tenero” – deceduto in un incidente d’auto nel 1960 a soli 38 anni – rivive in Guido Tomassetti, ideatore, regista e protagonista del musical “Il dritto di Chicago”.
Negli anni d’oro del boom economico l’Italia affronta il passaggio dall’economia rurale alla potenza industriale. Il progresso entra nelle case dell’italiano medio e la canzone diventa un nuovo prodotto di consumo. Ma non solo: è uno strumento di evasione e fuga dalla dura realtà, una voce di protesta e di denuncia. Insomma, come in ogni arco temporale, la canzone si fa portavoce del nuovo nelle atmosfere, nei suoni, nei temi e ci offre un racconto della società italiana sintomatico di un’epoca di luci e ombre, in cui si alternano lodi al progresso – le automobili, la velocità, gli amori frivoli e libertini, il mito americano – e il sentimento malinconico di qualcosa che si è perduto.
In questo clima nasce lo stile di Fred Buscaglione (all’anagrafe Ferdinando) che contamina la tradizione musicale del Bel Paese con suggestioni internazionali: swing, jazz, ritmi latini, perfino rock ’n roll. Uno stile influenzato non solo dalle sonorità ma anche dalle atmosfere e storie dei film d’oltreoceano che subito dopo il secondo conflitto mondiale entrano nei cinema e nell’immaginario degli Italiani.
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Prendendo ispirazione dal gangster americano Clark Gable, Ferdinando diventa Fred Buscaglione creando un personaggio immediatamente riconoscibile, che interpreta nella sua musica e al cinema. Comincia a vestire i panni del finto duro gangster americano, con tutti gli stereotipi dell’immaginario comune: il whisky da trangugiare, il sigaro in bocca o la sigaretta, il cappello a larghe falde in testa, il doppiopetto gessato, i baffetti neri sempre curati. Un personaggio che mette in scena swing, jazz, poesia, ritmo, sarcasmo e l’ironia di testi che contemporaneamente esaltano e canzonano quello stesso stereotipo, mettendo in ridicolo i luoghi comuni del machismo americano.
A centouno anni dalla sua nascita, il mito di Fred continua a vivere nel musical creato da Guido Tomassetti, che racconta nelle piazze abruzzesi la storia del gangster sciupafemmine, che in realtà dalle donne viene canzonato e rovinato.
Guido incarna Buscaglione che, arrivato in ritardo al suo concerto in un locale, si racconta onestamente e disperatamente al pubblico con il cuore in mano. Il Fred di Guido Tomassetti ammette la sua perdizione e racconta la sua storia costellata da donne facoltose e non, attraverso i suoi brani più conosciuti, tra criminal songs e canzoni più sentimentali.
In completo grigio e borsalino con tanto di pistola e whisky alla mano, Guido Tomassetti veste i panni di Buscaglione in uno spettacolo coinvolgente e convincente sulle note dei suoi più grandi successi, a partire da “Il dritto di Chicago”. Prende per mano il pubblico e lo accompagna nel mondo di Fred presentando il personaggio di Porfirio Villarosa (attraverso la canzone omonima uscita nel 1956) e modellato sulla figura leggendaria di Porfirio Rubirosa, gangster di origine dominicane che fece furore negli anni Cinquanta, conquistando il cuore di molte donne facoltose. Un personaggio nato dalla cronaca che nel brano diventa un ex manovale torinese. Un famoso playboy che si innamora, si sposa e poi divorzia, ricevendo ogni volta indennizzi milionari.
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Il “duro dal cuore tenero” nel musical si rivela sicuro di sé e spavaldo ma poi anche fragile e appunto tenero di fronte a figure femminili inedite che conquistano e dominano non solo sui tombeur de femmes ma su tutta la scena: donne misteriose e fatali, che si allontanano dallo stereotipo della casalinga – angelo del focolare, della figura mite sullo sfondo per diventare consapevoli del proprio ruolo di primo piano. Donne che difendono il proprio onore, che smettono di obbedire ai maschi e, se vogliono, si vendicano. Per raccontarle, Tomassetti sceglie i brani “Che bambola!”, “Sofisticata”, “Una sigaretta”, “Che notte”, “Supermolleggiata”, “Carina”, “Eri piccola” e “Teresa non sparare!”. Nel musical tutte le figure femminili sono interpretate da Valentina Di Battista che porta entusiasmo ed energia con la sua mimica e le sue coreografie. Tomassetti precisa: “L’entusiasmo di Valentina è riuscito a risollevare il mio per mettere in piedi lo spettacolo: con la sua genuinità, forse dovuta anche alla giovane età, è stata fondamentale”.
Il musical ci racconta dunque il Fred disincantato degli ultimi anni, quando, perso l’amore della sua vita, si lascia andare alle sentimental songs come “Guarda che luna” e “Buonasera signorina” con la speranza di tornare ad essere semplicemente Ferdinando. Si libera dunque della nuova canzone d’autore comico-ironica che lui stesso aveva creato, delle ambientazioni gangster e di personaggi come Porfirio, ma anche Jack lo Sfregiato, Jack Bidone, Billy Karr, Buck la Peste.
Nelle diverse repliche del musical, i tanti personaggi in scena sono interpretati da Mirko Felli e diversi attori tra cui Costanzo Pietrantoni, Shandor Taccone, Mario Natalini e Riccardo Di Cola. La band è invece formata da Giovanni D’Eramo al contrabbasso, Giulio Barbieri al sax, Consuelo Caroso alla tromba mentre alla batteria si alternano Francesco Vitagliani e Marco Fiorenza, al piano Mattia Marrone e Massimo Domenicano.
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