Il docu-teatro per raccontare le testimonianze dei medici nella lotta al covid
Corti di teatro documentaristico per dar voce agli operatori del sistema sanitario impegnati nell’emergenza legata al Covid-19. È il nuovo progetto a cura di Valeria Freiberg e Compagnia Teatro A, prodotto dall’Associazione Ariadne, che si intitola «(Senza nome) / testualmente “Le voci, le storie, i ritratti delle corsie ospedaliere al tempo del Covid”».
Sono veri e propri monologhi teatrali diffusi virtualmente sul canale Youtube della Compagnia, in piena emergenza sanitaria, che diventano testimonianza. Gli attori utilizzano i mezzi tecnologici come nuovo palcoscenico per dar voce alle corsie ospedaliere italiane.
Il progetto di “docu-teatro” prevede una serie di video-monologhi, frutto delle interviste – realizzate dagli stessi attori della Compagnia Teatro A – ai medici, agli infermieri e ai volontari impegnati nell’emergenza pandemica, volte a far affiorare i loro sentimenti più profondi, sviscerare le scelte che hanno intrapreso in questi mesi, a volte anche estremamente dure, rendendo evidente come sia cambiata la loro vita. Affiorano gli stati d’animo, le preoccupazioni, le paure di chi è in prima linea, totalmente coinvolto nella guerra contro il virus.
Il progetto nasce dall’urgenza di raccontare la vita vera delle persone che vivono il dramma della pandemia. Prende il via dallo spunto riflessivo della sua ideatrice, Valeria Freiberg: “In un paese in difficoltà sono gli stessi attori a dover interpretare gli stati d’animo del proprio pubblico, sapendo creare un’empatia con la gente comune. Amare il proprio paese significa mostrare interesse per le dinamiche che colpiscono persone vicine a noi”.
Non è casuale la scelta del verbatim: attraverso i video si vuole far emergere il dovere dell’attore di esaminare la realtà circostante, raccontandola e interpretandola.
Visibile sulla piattaforma il primo video con protagonista Maddalena Serratore che interpreta le riflessioni raccolte da una pediatra infettivologa che in questi mesi sta lavorando a stretto contatto con bambini affetti da Covid-19. Si mostra quanto sia fondamentale l’empatia nelle corsie ospedaliere; si racconta quanto sia difficile, anche per i sanitari, la situazione dei bambini malati, chiusi per mesi in isolamento. Si mette a nudo tutta la propria impotenza di fronte al virus, in una lotta continua per la sopravvivenza.