“Il diario di Noa Noa”: Gauguin in mostra al Mastio della Cittadella di Torino

Fino al 29 giugno, il Mastio della Cittadella – Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino ospita la mostra Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure: oltre 160 opere illustrano la parabola artistica di Gauguin e il suo catartico soggiorno in Polinesia.
L’arte di Gauguin in 160 opere
Se si dovesse scegliere un’unica parola per definire l’intera esistenza di Paul Gauguin (Parigi 1848 – Hiva Oa 1903) probabilmente si opterebbe per “irrequietezza”; l’artista infatti trascorse gran parte della vita a viaggiare: lo interessavano soprattutto le mete esotiche e le isole lontane, come se fosse alla perenne ricerca di qualcosa che placasse il suo animo.
Il continuo movimento gli permise di rinnovare la sua tela con colori brillanti, paesaggi inusuali, etnie mai viste prima. Il suo stile per così dire “esotico” influenzò artisti come Matisse, Picasso, Munch, gli espressionisti tedeschi e rese l’artista unico e difficilmente etichettabile.
La mostra Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure, visitabile fino al 29 giugno al Mastio della Cittadella – Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino, si compone di oltre 160 opere provenienti da rinomati poli museali e da collezioni private italiane, francesi e belghe. Tra le tante risaltano cento xilografie, bozze e litografie realizzate da Gauguin, insieme a due capolavori attribuiti all’artista: l’olio su tela Femme de Tahiti (1891) e l’acquerello Paysage Tahitien.

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Gauguin e la Polinesia
Il nucleo principale dell’allestimento è costituito da 23 rare xilografie tratte dal Diario di Noa Noa (1893-94), un sorprendente racconto che Gauguin scrisse durante il suo primo soggiorno nella Polinesia francese e che decise di illustrare utilizzando l’antica tecnica dell’incisione su legno; in seguito fece stampare le preziose immagini da Daniel de Monfreid.
Gauguin considerava la Polinesia un’oasi di pace, a tal punto che scelse di stabilirvisi negli ultimi dieci anni della sua vita, sul finire dell’Ottocento. La profonda connessione dell’artista con questa affascinante terra appare lampante anche nelle sedici litografie a colori della serie Ancien Culte Mahorie (1892), nelle due sculture del 1893 (una in terracotta e l’altra in bronzo) e nella Maschera di donna tahitiana “Tehura” in bronzo patinato, in prestito dal Musée Despiau-Wlérick in Francia.
Proseguendo nel percorso espositivo, i visitatori possono ammirare un taccuino di trentotto disegni, con bozzetti raffiguranti ritratti, dettagli del corpo umano e animali, oltre alle stampe litografiche in facsimile contenute in Avant et Après, ultimo prezioso libro scritto da Gauguin, concluso appena due mesi prima della sua scomparsa (1903). Si tratta di una sorta di manifesto-diario pubblicato postumo, nel quale l’artista annotava citazioni e riflessioni personali sull’arte e sui rapporti di amicizia.

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L’amicizia con gli altri artisti
La cultura tahitiana influenzò molto la produzione pittorica di Gauguin, ma altrettanto importanti furono i suoi rapporti con la Francia e con i suoi colleghi e amici artisti. Una sezione del percorso espositivo a tal proposito ospita 45 opere realizzate da tredici eccelsi rappresentanti dell’arte francese di metà Ottocento.
Primo tra tutti ovviamente spicca Vincent van Gogh (con il quale Gauguin intraprese anche un periodo di convivenza ad Arles) che arricchisce l’allestimento con 12 litografie a colori, a seguire i visitatori possono ammirare l’acquaforte dell’Angelus di Jean-François Millet, poi le quattro acqueforti di Adolphe Beaufrère e i lavori di Louis Anquetin. Non mancano inoltre celebri esponenti del gruppo Nabis di Pont-Aven; nello specifico: Émile Bernard con la serie di sei litografie acquerellate Bretonnières, accostate a un suo dipinto su cartone, Maurice Denise con litografie a tema religioso e Paul Sérusier del quale si ammira l’olio su tela dal titolo L’Adieu à Gauguin (proprio dedicato all’intemperante collega), proveniente dal Musée des beaux-arts di Quimper.
Ad arricchire ancor di più l’iter espositivo, anche fotografie d’epoca, lettere, libri, documenti e manufatti, per aprire una finestra anche sulla sfera più intima e privata di Paul Gauguin.

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L’organizzazione della mostra
«Il percorso espositivo – dichiara il curatore della mostra Vincenzo Sanfo – intende raccontare l’avventura umana e artistica di Paul Gauguin, uno dei grandi protagonisti dell’arte moderna, un artista che ha cambiato il volto dell’arte ispirando artisti come Munch, Matisse, Picasso e gli espressionisti tedeschi, da Nolde a Heckel».
La mostra Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure, a cura di Vincenzo Sanfo, è prodotta da Navigare srl con il patrocinio della Regione Piemonte e di Città di Torino; si avvale inoltre dei seguenti partner: Art Book Web; Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino, in collaborazione con Maga – Gallarate (VA); Musée Des Beaux-Arts de Quimper; Musée Despiau-Wlérick.
Per ricevere informazioni su orari e prenotazioni dei biglietti è possibile collegarsi al sito web www.navigaresrl.com.

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Fonte immagini: Wikimedia Commons