Il Cts non appoggia Franceschini: cinema e teatro all’80%… forse
Il Cts, riunitosi ieri sera, si è espresso favorevolmente alla riapertura all’80% di cinema e teatri al chiuso. Mentre all’aperto si va verso un ritorno al 100%. Inevitabilmente, ci si pongono le prime domande: teatro all’aperto, in inverno? Esiste? Chi lo fa? Quale percentuale, questa forma d’arte, occupa nel tessuto culturale italiano? Cinema all’aperto: ok, esistono i drive-in, ma essendo che ognuno è chiuso nella propria macchina, davvero siamo in presenza di un provvedimento che aggiunge qualcosa a quanto già non era noto?
Uno specchietto per le allodole se si pensa alle richieste che il ministro della Cultura, Dario Franceschini, aveva esposto a Mario Draghi nel corso delle ultime settimane. E come lui tutti i lavoratori e le lavoratrici del mondo dello spettacolo. Si grida, si urla, ci si scandalizza ma, ancora una volta, soccombe la volontà popolare e prevale quella scientifica, giustificata dalla necessità di tenere sotto controllo la curva epidemiologica. Messa così, nulla quaestio, ovviamente. Il ministro della Cultura propone, ma più di tanto non concretizza. Ancora una volta, la dicotomia tra Franceschini e il Cts finisce con una vittoria ai punti di quest’ultimo.
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Le riaperture a cui acconsentirebbe il Cts guidato da Franco Locatelli, infatti, non sembrano tener conto dei distanziamenti interpersonali di un metro che fattivamente impedirebbero il raggiungimento della capienza dell’80%. Quindi, di fatto, il dato che resta ancora valido e quello attorno al quale si può verosimilmente costruire una stagione teatrale o organizzare una capienza in sala è quello del 50%. Tra l’altro, andando incontro alla stagione invernale, il numero di spettacoli all’aperto si ridurrà drasticamente rendendo pressoché inutile la possibilità di avere pubblico al 100%.
Anche qui, i dubbi sono certezze: ennesimo provvedimento atto a prendere tempo e a giustificare i minimi cambiamenti possibili. Nessuno vuole assumersi la responsabilità di far tornare le capienze al 100%, con buone pace di numerose altre attività stracolme di persone dove di controlli, siamo sinceri, neanche l’ombra. Due pesi e due misure, come da un anno e mezzo a questa parte accade, al netto dell’avvicendamento dei governi che hanno mantenuto fede al principio originale secondo il quale il settore cultura e spettacolo è la panacea di ogni virus e quindi va preso con le molle.
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“Il Comitato – si legge in una nota del Cts- sulla base dell’attuale evoluzione positiva del quadro epidemiologico e dell’andamento della campagna vaccinale ritiene si possano prendere in considerazione allentamenti delle misure in essere, pur sottolineando la opportunità di una progressione graduale nelle riaperture, basata sul costante monitoraggio dell’andamento dell’epidemia combinato con la progressione delle coperture vaccinali nonché degli effetti delle riaperture stesse”. Tutto cambi, perché nulla cambi.
Il Comitato ha così risposto ai quesiti posti dal ministro della Cultura Dario Franceschini. Sarà ora il Governo a decidere in che modi e tempi tradurre le indicazioni degli esperti in un provvedimento di legge. Il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi già mercoledì prossimo. Non è stata invece esaminata oggi la richiesta arrivata oggi dal ministero dello Sviluppo economico di verificare la possibilità di riaprire le discoteche.