Il caso Caravaggio: storia di un dipinto perduto e ritrovato
È il 2016 quando il mondo dell’arte è scosso da una notizia: nella regione di Tolosa, in Francia, viene scoperta per caso una rappresentazione di Giuditta che decapita Oloferne, uno dei dipinti di Caravaggio che si credevano perduti. Una storia ricostruita dal regista Frederic Biamonti nel documentario prodotto da Arte “Il caso Caravaggio”, in onda giovedì 15 dicembre alle 19.25 su Rai 5.
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Dopo la scoperta, nasce una notevole eccitazione nel mercato dell’arte e nella cultura francese ed europea, e tra gli amanti dell’arte. L’attribuzione del dipinto è oggetto di accesi dibattiti tra gli specialisti e il Ministero della Cultura francese impone il divieto di esportazione. La curiosità del pubblico è intensa, mentre il mercato osserva con interesse. Si parla di un prezzo richiesto di 120 milioni di euro, sulla scia della recente vendita di una tela di Leonardo da Vinci, Salvator Mundi, messo in vendita con un prezzo di partenza di 100 milioni di dollari e venduto per 450 milioni nel novembre 2017.
Un nuovo record sembrerebbe possibile, quanto potrebbe fruttare il recupero del “nuovo Caravaggio”? Tanto più che è molto più grande e in condizioni migliori del da Vinci. Negli uffici di Eric Turquin, l’esperto d’arte parigino che rappresenta i proprietari del dipinto, hanno grandi speranze che il dipinto possa diventare un trofeo per un ricco collezionista o un tesoro nazionale per un grande museo. In ogni caso, è un’opera rivoluzionaria per gli storici dell’arte.
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Il film, anche attraverso le parole dei maggiori esperti Di Caravaggio, racconta la storia eccezionale di un dipinto di un grande maestro, riscoperto dopo 400 anni e avvolto nel mistero.