La musica senza confine dei Serpenti, dall’elettro-pop a quel sogno chiamato Almodovar
Itaca come meta, come ambizione e come obiettivo. I Serpenti, duo elettropop pugliese, è alla continua ricerca di nuovi mari e nuove terre da esplorare. Un viaggio musicale che non conosce confini e che mira costantemente laddove lo sguardo si posa, verso quell’orizzonte fatto di scoperte ed entusiasmo, elementi perfettamente radicati nell’approccio stilistico dei due musicisti.
Hanno da poco pubblicato “I giorni di Ulisse”, brano che racconta di come, a volte, sia necessario allontanarsi per vedere meglio le cose. Un momento di riflessione, una presa di distanza che permette di (ri)mettere a fuoco le cose veramente importanti. “I giorni di Ulisse rispecchia il nostro sound electro pop che si è lasciato contaminare dal tempo e dalle nostre esperienze personali, senza tradire le origini. Rispetto ai brani precedenti, abbiamo impreziosito la composizione e la produzione aggiungendo componenti sonore acustiche, per rendere la canzone più emozionante e coinvolgente“.
Ciao, ragazzi, benvenuti su The Walk Of Fame. Come ve la passate? Volete presentarvi ai nostri lettori?
Ciao a tutti! Siamo Claudia e Luca. Ci siamo conosciuti poco più che adolescenti a Bari, nostra città natale, nella nostra prima band, gli Ultraviolet. Dopo qualche anno ci siamo trasferiti a Milano ed abbiamo dato vita al progetto Serpenti. Stiamo bene, siamo a casa come penso un po’ tutti in questo strano periodo.
Pochi giorni fa è uscito “I giorni di Ulisse”, vostro nuovo singolo? Potete raccontarci come è avvenuto il processo di songwriting?
Eravamo al mare. Luca, con la chitarra, provava un po’ di giri ed io ho cominciato a buttare giù qualche melodia di voce. Quando è arrivata la parte vocale che ora voi sentite nel brano l’abbiamo riconosciuta subito. Abbiamo sentito che era lei che stavamo cercando! Lo step successivo è stato aggiungere la cassa dritta e ci è piaciuta subito l’alchimia che si è creata tra voce, chitarra e sessione ritmica. Dopo di che ci siamo separati: Luca ha pensato all’aspetto produttivo ed io al testo. Ci piace darci dei compiti in base alle nostre capacità e sensibilità ma non dimentichiamo mai di essere parti di un tutto e, per questo, il confronto fa parte del nostro lavoro. Dobbiamo essere entrambi convinti della direzione che il brano sta prendendo. Ed ecco com’è nata I giorni di Ulisse.
Nessun posto è come casa…ma per voi, esattamente, cosa simboleggia la casa?
Casa sono semplicemente le persone e gli affetti. Il nostro cuore riesce a contenere molto più di quello che riusciremmo a conservare in una casa enorme e, a pensarci bene, è molto più conveniente… è gratis e ce l’hai sempre con te.
Vi sentite come dei contemporanei Ulisse, alla ricerca di sonorità personali e identitarie? La vostra musica ha confini?
Il bello della musica è che conosce i confini solo per poterli superare. Siamo tutti un po’ Ulisse nel nostro quotidiano: ogni giorno abbandoniamo una parte di noi stessi solo per poterci ritrovare e riconoscere.
Nell’essere un duo, quali sono le difficoltà principali nel dovere amalgamare il vostro sound?
Io e Luca siamo un duo in musica e nella vita e la parte divertente è che, nonostante gli anni, conserviamo sempre una parte identitaria. Ci sono le cose che piacciono a me e le cose che piacciono a lui e non è detto che le cose coincidano sempre. Così è anche nella musica. Quando siamo d’accordo il problema non si pone mentre, quando siamo su due posizioni diverse, o cerchiamo un punto di incontro o uno convince l’altro. Ti faccio un esempio pratico. Quando ho fatto leggere a Luca il testo de i Giorni di Ulisse, lui non era molto convinto della parola “bigiotteria”. Io ero invece talmente tanto convinta della mia scelta che gliel’ho argomentata così tanto che, alla fine, si è fidato. Ecco… a un certo punto uno, se proprio non si trova, si fida dell’altro. Questo alla base di tutto il nostro rapporto.
Cosa dobbiamo aspettarci dall’immediato futuro? Sia in ambito musicale che di attività dal vivo…
Ora siamo in studio per la registrazione di nuovi brani che vedranno la luce molto presto. Dopo di che, sperando si ritorni presto alla normalità, ci piacerebbe pensare anche di ritrovarci faccia a faccia con le persone che ci seguono per un bel live.
Quale è il vostro sogno nel cassetto?
Recitare in un film di Almodovar
Lascio a voi le ultime parole famose per salutare i nostri lettori…
Andrà tutto bene! Restiamo a casa!