I Kiss sono nati per amarci e noi amiamo loro. Live report: Lucca Summer Festival 2023
Una festa e un commiato, un evento e una ricorrenza, un concerto e un fatto storico, da immortalare ad imperitura memoria. Il concerto che i Kiss hanno tenuto al Lucca Summer Festival, giovedì 29 giugno 2023, resterà a lungo impresso negli occhi e nelle orecchie di coloro che vi hanno preso parte. Cinquant’anni fa la band fondata da Gene Simmons e Paul Stanley muoveva i primi passi nella scena underground statunitense e nel 1974 debuttava sul mercato discografico internazionale con l’omonimo disco d’esordio. Mezzo secolo dopo è ancora in attività, in grande spolvero e in giro per i palchi di tutto il mondo, ma stavolta per l’ultima volta.
“End of the road World Tour” è il nome del tour d’addio partito nel 2019, ma poi interrotto a causa della pandemia da Covid-19 che ha afflitto il pianeta Terra, che ha toccato anche il Bel Paese dove, a detta degli organizzatori, circa 12mila spettatori hanno preso parte all’ultimo giro di valzer della leggendaria band a stelle e strisce. Difficile confermare il numero dei presenti, ma Piazza Napoleone, location designata per l’esibizione, non aveva posto neanche per uno spillino, tanto era gremita per lo storico appuntamento.
La Kiss Army italiana era tutta lì: volti dipinti, parrucche, maglie celebrative di vecchi tour, persone attempate e di tutte le età, barbe lunghe e grigie o teste calve e volti segnati dall’inesorabile decorso del tempo, ma anche famiglie con bambini al seguito, giovanissimi rocker o metalhead con una maglia troppo grande per contenere la minuscola stazza di bimbo o bimba. Un concerto dei Kiss è tra le poche cose al mondo capace di unire intere generazioni di appassionati, un raro momento di democratica aggregazione. Roba da studi antropologici.
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“Questo sarà il nostro ultimo tour. Sarà lo spettacolo più esplosivo e grande che abbiamo mai fatto. Chi ci ama, venga a vederci. Per chi non ci ha mai visto, sarà la volta buona per farlo. Sarà lo spettacolo definitivo”, affermò Paul Stanley nell’annunciare che la sua band avrebbe calcato i palchi per un’ultima volta. A giudicare da ciò che abbiamo visto, niente di più vero e aderente a ciò che abbiamo visto.
Ad aprire le danze ci hanno pensato gli Skid Row, ringiovaniti dall’uscita del nuovo album, “The Gang’s All Here“, pubblicato lo scorso anno a distanza di ben sedici anni dall’ultima fatica in studio. Della formazione che conquistò l’opinione pubblica internazionale nella seconda metà degli anni Ottanta sono rimasti Rachel Bolan, Dave Sabo e Scott Hill. Dopo l’uscita di Sebastian Bach, leader e cantante nei primi tre dischi, quelli che hanno lanciato la formazione statunitense, è stato un lungo cercare e ricercare il miglior singer che si adattasse allo stile della band, ma con risultati altalenanti e non sempre soddisfacenti. Erik Grönwall è nel gruppo da un paio di anni, eppure non sembra: la sua timbrica bene si adatta a brani come “Youth Gone Wild” o “I Remember You“, entrambi eseguiti a Lucca, che hanno ricordato, come se ce ne fosse bisogno, del perché gli Skid Row hanno vissuto un periodo d’oro dove erano considerati tra le punte di diamante della scena hard rock.
Le note di “Rock’n’Roll” dei Led Zeppelin riecheggiavano nell’aria quando, sul palco, si è alzato un telone nero con il logo dei Kiss. L’immancabile annuncio, “You wanted the best, you got the best: the hottest band in the world…Kiss“, ha dato il via a uno tra i concerti più attesi dell’anno. Mettiamo le cose in chiaro: le aspettative erano altissime, ma tutte ampiamente ripagate. “Detroit Rock City” e “Shout It Out Loud” hanno inaugurato lo show tra giochi pirotecnici e lingue di fuoco che, aggiunte ai trenta gradi di serata, hanno reso l’evento realmente incandescente.
Calatisi dall’alto sopra a tre piattaforme, Simmons, Stanley e Thayer hanno sfoderato tutto il repertorio di pose accattivanti e sguardi magnetici per conquistare il pubblico presente. I primi due, va da sé, dall’alto di un’esperienza lunga cinquant’anni, non hanno certo bisogno di compiere particolari sforzi per compiacersi agli occhi degli spettatori: sono la dimostrazione vivente di cosa voglia dire essere una star, o una rockstar se preferite. Un copione recitato alla perfezione, senza alcuna sbavatura e di una professionalità esemplare. Sono musicisti e attori, protagonisti e personaggi, artisti e maschere: sono i Kiss e, se il pubblico esige solo il meglio, allora deve assistere a un loro concerto.
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“Deuce” e “War Machine” hanno spianato la strada a “Heaven’s on Fire” e “I Love It Loud“, tra le canzoni eseguite più cantate. Tra soli e discorsetti tanto accattivanti quanto ruffiani, il concerto è proseguito con show pirotecnico annesso, giochi di luce e inviti a salire sul palco. “Chi?”, vi starete chiedendo. Nessuna rockstar che passava di lì per caso, e neanche ospiti d’eccezione provenienti dal mondo della musica. No, nulla di tutto questo, bensì due bambine. Impacciate e intimidite dall’essere di fronte a 12mila persone, le due baby rocker hanno strappato sorrisi e applausi. Potranno raccontare di aver condiviso il palco con una band leggendaria. Scusate se è poco!
“Calling Dr. Love” e “Psycho Circus” hanno proiettato il concerto verso la sua seconda parte. Stanley avrà pure tradito qualche difficoltà dietro il microfono, ma possiamo tranquillamente soprassedere. Chi siamo, noi, per metterlo in discussione o anche solo criticarlo? Ci perdonerete se un pizzico di riverenza si sembrerà esagerato, ma tant’è, e chi se ne frega. Gene Simmons, dal canto suo, ha portato avanti il proprio personale show tra sangue e pose inquietanti, Thayer avrà corso chilometri da una parte all’altra del palco, Stanley è stato letteralmente una calamita per gli occhi degli spettatori ed Eric Singer si è cimentato prima in un drum solo e poi nell’esecuzione al piano di “Beth“, ballata andata in scena a lume di smartphone. A chiudere un concerto memorabile ci hanno pensato “Love Gun“, “Black Diamond“, “I Was Made For Loving You” e l’anthemica “Rock’n’Roll All Nite” tra coriandoli, fuochi d’artificio, proiezioni ed esaltazione collettiva.
Volevamo il meglio e l’abbiamo ottenuto. L’uscita di scena sugella un amore incondizionato, quello tra la fan base dei Kiss e una band che, nel corso di una carriera memorabile lunga cinquant’anni, non si è mai risparmiata per i propri appassionati. Tutto ha un inizio e tutto ha una fine. I Kiss ci hanno salutato, e lo hanno fatto nel miglior modo possibile, ma non riusciamo a gioie fino in fondo. L’appello è unanime: ripensateci!
Setlist
Detroit Rock City
Shout It Out Loud
Deuce
War Machine
Heaven’s on Fire
I Love It Loud
Say Yeah
Cold Gin
Guitar Solo (Tommy Thayer)
Lick It Up
Makin’ Love
Calling Dr. Love
Psycho Circus
Drum Solo
100,000 Years
Bass Solo (Gene spits blood and flies)
God of Thunder
Love Gun
Black Diamond
Beth (Eric on piano)
I Was Made for Lovin’ You
Rock and Roll All Nite