“I giorni delle arance” tra i vincitori del SIFF 2022, il regista De Liberato: “Mi ha riempito il cuore di gioia” (INTERVISTA)
Daiana è un’attivista politica condannata a morte per omicidio e atti di estremismo politico contro il regime di Ceausescu nella Romania degli anni 80-90. Un giovane prete viene a farle visita in carcere per parlarle ma Daiana oppone resistenza ad ogni suo tentativo di avvicinamento fin quando qualcosa le scatena una reazione nostalgica. L’obiettivo di Padre Robert è guardare negli occhi la responsabile della morte dei suoi genitori adottivi, morti durante un attentato orchestrato da Daiana stessa. Ripercorrere i momenti salienti della vita di Daiana permette al giovane prete di comporre un ritratto più complesso di chi abbia davanti: un’assassina?? Una rivoluzionaria?? Una madre?? magari tutte e 3 le cose o forse nessuna di esse. Questa è la trama de “I giorni delle arance”, il cortometraggio con la regia dell’abruzzese Matteo De Liberato che si è aggiudicato il premio come “Best Abruzzo shorts” al Sulmona International Film Festival, che quest’anno ha raggiunto la quarantesima edizione. Trattasi del secondo cortometraggio del regista De Liberato, targato One shot production e distribuito da Tiny.
Qui il trailer del cortometraggio
“Per la capacità di ricostruire credibilmente un contesto-storico politico particolarmente drammatico, con una resa attoriale dei due protagonisti e una saggia costruzione dei tempi narrativi che danno vita a un film toccante e incisivo” è la motivazione alla base della vittoria de “I giorni delle arance” come “Best Abruzzo shorts” al SIFF. Avresti mai pensato di raggiungere questo traguardo e cosa ne pensi della motivazione che la giuria ha stilato?
Una persona cerca sempre di puntare a fare il meglio possibile ma vedere che la critica e il pubblico condividano quello che voleva essere l’obiettivo dell’opera è sempre estremamente raro e bellissimo per quel che mi riguarda. Quindi no, non me lo sarei mai aspettato e questo mi ha riempito il cuore di gioia.
Come nasce l’idea di questo cortometraggio?
Da un incontro casuale con una signora rumena. Raccontando la sua infanzia è arrivata a quel frammento di ricordo bellissimo che aveva sulle arance. Di come in alcuni periodi dell’anno il padre riportava a casa un frutto esotico come le arance, e che per far perdurare quel momento lei e la sorella avevano questo piccolo rito di passarsi sul naso le bucce per sentire più a lungo quell’odore. Da lì ci sono stati diversi incontri e ricerche che hanno portato alla storia che avete visto.
Quali sono state le difficoltà – se vi sono state – nel realizzare questo progetto?
Realizzare le location di quel preciso momento storico in un Paese di cui la nostra generazione non aveva memoria. E poi lo scoglio linguistico nel rendere più fedele possibile la messa in scena delle varie parti che compongono il cortometraggio.
A quali altri festival ha partecipato / parteciperà “I giorni delle arance”?
Al momento oltre al Sulmona abbiamo partecipato anche al Molise cinema. Per i prossimi festival se ne occupa il nostro distributore Tiny, che salutiamo e ringraziamo.
Vi sono già altri progetti ai quali stai lavorando come regista? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto lavorando ad un altro cortometraggio che girerò a fine novembre, ti dico solo che è tratto da una novella di Italo Calvino. Inoltre ho ultimato da qualche settimana la sceneggiatura di quello che sperò sarà il mio primo lungometraggio, scritta insieme all’amica sceneggiatrice e regista Roberta Palmieri, per ora non posso anticiparvi nulla ma spero di potervi far vedere il prima possibile il film.
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