Heath Ledger: 15 anni fa la scomparsa dell’indimenticato Joker
Era il 22 gennaio del 2008, quando il corpo di Heath Ledger venne ritrovato privo di vita all’interno del suo appartamento di New York. L’attore, a quel tempo ventottenne, stava attraversando un momento cruciale della propria carriera: in poco meno di dieci anni aveva dimostrato il suo grande talento ed era riuscito a imporsi nel mondo cinematografico grazie a una serie di interpretazioni magistrali.
Come quella del cowboy Ennis Del Mar ne Il Segreto di Brokeback Mountain (Ang Lee) o quella di Robbie Clark, parte della biografia di Bob Dylan, Io Non Sono Qui (Todd Haynes), fino ad arrivare al ruolo che lo portò a vincere l’Oscar postumo come Miglior attore non protagonista, quello del Joker ne Il Cavaliere Oscuro, secondo capitolo della trilogia dedicata a Batman di Christopher Nolan.
Per anni si sono rincorsi numerosi rumors sul fatto che il grande coinvolgimento dell’attore nei panni del personaggio lo avesse, in qualche modo, instradato verso i gravi problemi emotivi che lo hanno afflitto nell’ultimo periodo della sua vita. Erano ormai mesi che l’insonnia turbava le sue notti, tanto da chiedere un aiuto medico per farsi prescrivere sonniferi e ansiolitici che però, a detta dei suoi amici più intimi, non lo aiutavano, anzi peggioravano la sua condizione di agitazione e che furono, poi, la causa della sua morte.
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Ad aggravare la situazione c’era sicuramente la complicata situazione con la compagna Michelle Williams, da cui si stava separando dopo una relazione durata più di tre anni. I due si erano conosciuti sul set di Brokeback Mountain, nel 2004, e fin da subito fu chiaro il sentimento che li univa. Unione consolidata dalla nascita della loro figlia Matilda, neanche un anno dopo il loro primo incontro.
Durante i mesi che precedettero la sua scomparsa, Heath lamentava spesso la mancanza della bimba, che al tempo aveva tre anni. “Voleva disperatamente vederla, tenerla stretta e giocare con lei” raccontò in un intervista a Vanity Fair, Terry Gilliam, regista con cui stava lavorando Ledger al tempo. Il regista fu colpito dalla notizia come un fulmine a ciel sereno:
“Eravamo tutti entusiasti, ci eravamo salutati ridendo. Poi, il giorno dopo, al computer, mentre stavo guardando le notizie sul web, ho letto che era morto. Pensavo fosse uno scherzo, a una trovata della pubblicità di cui non fossi al corrente. Poi ho capito che era vero. È come se avesse spento un interruttore: Heath c’è, Heath non c’è più. Eravamo tutti sul set, come bambini che vedono il mago al lavoro. Quando ho letto la notizia il mio mondo è crollato.”
Questo spinse Gilliam a rendere Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo un omaggio a Heath, imponendosi per portare a termine la produzione e finire le riprese del film.
Per farlo chiamò a sostituire l’attore, tre dei suoi colleghi più apprezzati, Johhny Deep, Jude Law e Colin Farrel, che diedero vita ad un vero e proprio tributo. “Nulla è per sempre – dice Depp, non a caso, in una scena – neanche la morte.”
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