Guns N’ Roses, 3 ore di show a Milano: luci e ombre di un concerto storico. Live Report 10/07/2022
I Guns N’ Roses hanno conquistato Milano e l’Italia. Ancora una volta. Nonostante l’apprensione per le condizioni di salute di Axl Rose, che l’hanno costretto ad annullare alcuni concerti prima della tappa italiana, è filato tutto per il verso giusto e il concerto si è svolto regolarmente per la gioia delle decine di migliaia di fan accorsi alla tappa meneghina. Ma proviamo a fare ordine.
Ad aprire la giornata ci hanno pensato i Dirty Honey e Gary Clark Jr. Ottime esibizioni, le loro, che si confermano come artisti in grado di tenere il palco prima dei grandi nomi e di attecchire sugli spettatori solo per la qualità della proposta artistica. Nessuna smanceria, nessuna ruffianeria, solo tanto rock riversato addosso a un pubblico entusiasta e complice dei loro set! Ma una volta scaldato il pubblico (e no, non solamente per le alte temperature), non restava che attendere loro: Guns N’ Roses from Los Angeles, California.
Pronti e via, aprono le danze “It’s So Easy” e “Mr. Brownstone” prima di lasciare spazio alla più “recente” “Chinese Democracy“. Si temeva, appunto, per le condizioni di Axl e del suo impatto sullo show, ma i primi spari sconfessano le paure e rispediscono al mittente le preoccupazioni per uno show sottotono.
Tra le cose belle, ancora una volta, una scaletta notevole. Lunga, piacevolmente articolata, con qualche chicca imprevista come l’omaggio agli Ac/Dc che, fatto tra Grandi, è bella cosa. Mettiamoci pure la “minchiatella” scenografica non male per niente, con il cartone animato che ha aperto il live e tante belle immagini durante le canzoni. Il fisicaccio scenico di Duff, l’attitudine di Fortus alla chitarra (provateci voi “a fare” Izzy). La sobrietà delle luci, cosa non da poco oggi che tutti giuocano a fare i Kiss o i Rammstein.
“Welcome to the Jungle“, come prevedibile, scatenata tutti, giovani e attempati. C’è anche spazio per “Slither“, brano dei Velvet Revolver (chissà quanti litigi tra Axl, Slash e Duff per inserire il brano in scaletta…). E’ tempo di “Double Talkin’ Jive” e “Walk All Over You“, singolo degli Ac/Dc che, non senza malizia, ci lascia pensare che qui, invece, sia stato Axl a chiederne l’inserimento nella setlist per omaggiare la sua collaborazione con la band australiana quando venne chiamato a sostituire Brian Johnson.
Ma, lo scrivente, spettatore privilegiato dello show, di live da tre ore ne ha visti fare a pochi gruppi ed è un minutaggio oggettivamente pesante. Si fanno sentire, ecco. Non è questione di amare di meno le canzoni se un gruppo suona tanto, ma, purtroppo, per la voce di Axl dei giorni nostri tre ore sono troppe, complice anche il recente infortunio alla corde vocali di qualche giorno fa. Intendiamoci: Axl è Axl. Non è il predicatore proletario che deve mandare il gran messaggio senza muoversi e facendo chissà che cosa.
Lui è uno dei più grandi cantanti e frontman moderni, che ancora fa spettacolo e sostanza, ma… ci sono delle flessioni non da poco, ogni tanto. La cosa che ha meravigliato è che sono state “dislocate” lungo un po’ tutto lo show, magari precedute o immediatamente seguite da “graffiate” all’altezza. Il problema è che quando sei Mito e hai scritto e cantato dei brani così impegnativi dispiace doverne prendere atto. Su “You could be mine” o su “Nightrain“, per dirne due, ha arrancato non poco…
Forse, per il futuro, sarebbe bene tagliare il minutaggio per mantenere lo standard più alto. Va da sé che spero di essere smentito e che, ci dovesse essere un nuovo tour dei Nostri, auguro a chi li ascolterà di goderseli per quattro ore.
Appuntino, extramusicale, anche al pit: io sono un signore di oltre (speriamo non troppo) mezza età, e non mi presto da anni a slam dance ed esaltazione esagerata, però, che c***o, ma, è un concerto dei Guns, non dei Negramaro! I giovinotti un po’ più di partecipazione fisica, no?
Tra entusiasmi e lacrime di gioia o nostalgia si sono succedute la magnifica “Estranged“, “Rocket Queen“, “Absurd” e “Civil War“, intervallate da un lungo solo di Slash e da una cover – l’ennesima della serata – di “I Wanna be your dog” degli Stooges. San Siro si esalta ed esalta la band losangelina, ma resta il fatto che la pesantezza dello show è data anche dalla massiccia presenza di brani riempitivo e parti strumentali a tirarla per le lunghe.
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La verità, forse, è che la maggior parte dei presenti aveva una certa e che a ‘sti concertone dei dinosauri, tempo cinque anni o giù di lì, non ci andrà quasi più nessuno. Impensabile, tra l’ altro, che senza un’industria discografica e un doveroso corollario economico a valorizzare il Bene Musica e Musica Rock in particolare, si possa andare da qualche parte.
D’altronde che il “socialismo internet” e la famigerata “condivisione dei saperi” avrebbero stuprato e offeso senza rimedio il futuro era scritto col sangue già anni fa. La carretta non la tirerà avanti più nessuno, saranno sempre più “cornini” e “io sono ribelle rock” (viva sempre la DC delle sette note!) e sempre meno giovinotti a fare certi numeri (sì, i Maneskin sono anche italiani, vabbè. Però, se ne deve convenire, non è proprio la stessa cosa. Sanremo, talent discutibile, e euro festival rimarranno sempre nemici, insieme alle scuole dove si “insegna” il rock ma non l’attitudine e il “contorno”).
In coda codissima, sono assai curioso di vedere se, stante la libertà di andare ai concerti di questi mesi, le persone andranno pure ai concerti al chiuso e ai concerti piccoli quest’inverno o se i “cornini” andranno via con l’estate. Sentire “November Rain“, “Knockin’ on Heaven’s Door“, “Don’t Cry“, “Patience” e la conclusiva e terremotante “Paradise City” riconcilia col mondo e con la vita. Tutto bello, bellissimo, lunga vita ai Guns ma per il futuro qualche dubbio resta. Se non già per il presente…
Setlist
- It’s So Easy
- Mr. Brownstone
- Chinese Democracy
- Welcome to the Jungle
- Slither(Velvet Revolver cover)
- Double Talkin’ Jive
- Walk All Over You(AC/DC cover)
- Reckless Life
- Estranged
- Live and Let Die(Wings cover
- Rocket Queen
- You Could Be Mine
- I Wanna Be Your Dog(The Stooges cover)
- Absurd
- Hard Skool
- Civil War
- Slash Guitar Solo
- Sweet Child o’ Mine
- Better
- November Rain
- Wichita Lineman(Jimmy Webb cover)
- Knockin’ on Heaven’s Door(Bob Dylan cover)
- Nightrain
- Patience(The Beatles’ “Blackbird” intro)
- Don’t Cry
- Paradise City