Greta Zuccoli: vivo la musica senza confini, Sanremo grande opportunità
Greta Zuccoli è tra gli astri nascenti della musica italiana. La sua voce ha conquistato artisti come Damien Rice e Diodato e ora, con il brano “Ogni cosa di te“, mira a fare breccia nel cuore del pubblico e della giuria del Festival di Sanremo, dove parteciperà nella categoria Nuove Proposte. Il brano scritto da Greta stessa, vede la produzione artistica di Diodato e Tommaso Colliva. Una voce che si muove con un certo agio dal brit-folk alla melodia italiana, portando con sé gli echi delle suggestioni musicali che fanno parte del background artistico di Greta Zuccoli: trip hop, cantautorato, brit rock.
“Mi piace pensare che attraverso la musica io riesca a sciogliere tutti i miei contrasti, mettere insieme le diverse sfumature di quello che sono; tracciare un confine, per poi cancellarlo e spingermi sempre oltre i miei limiti”, dichiara Greta.
Arrivi al Festival di Sanremo con sound personale e frutto delle tue influenze. Credi che l’Ariston stia spalancando le sue porte a sonorità più moderne e meno tradizionali?
Sicuramente si. Anche vedendo quella che è la proposta artistica di quest’anno, sia tra big che nuove proposte, c’è sicuramente spazio per sonorità non proprio consuetudinarie. Sarà un’edizione particolare, che prende vita all’interno di un anno difficile e delicato per il mondo dello spettacolo. Ci auguriamo tutti che sia un punto di ripartenza per il nostro settore. Ho scelto di presentarmi per l’artista che sono, con le mie influenze e i mondi che sento più vicini a me. Classifico poco i generi musicali, ma ci tengo molto alla mia identità. Ciò che realmente mi interessa è far arrivare la sincerità della mia musica. Ritengo che con mediante essa si possa sperimentare e guardare avanti, anche verso un rinnovamento.
Leggi anche: Berlino in jazz: i 5 locali storici della città
Il brano con cui gareggi mostra la tua eclettica estrazione musicale. E’ questo il tuo punto di forza?
Amo moltissimo la musica folk, Joni Mitchell, e il cantautorato femminile di artiste come Joan Baez. Mi piace un sound molto essenziale e minimale. Negli anni sono arrivata The National, Bon Iver, e alla scena indie che adesso rappresenta una fetta importante della scena musicale attuale. Adoro le atmosfere di Massive Attack, Bjork, Portished che hanno condizionato il mio modo di intendere l’arte e l’approccio dietro al microfono.
In che modo, l’incontro con Diodato e Tommaso Colliva, ha inciso sul brano? Quanto e quale è stato il loro apporto in sala di produzione?
La produzione è di Diodato e Tommaso Colliva. Insieme abbiamo cercato di far venire fuori le mie influenze e le mie idee creative. Antonio condivide con me le stesse influenze. Durante i tour estivi abbiamo sempre proposto, perché entrambi la amiamo, “Out of time” dei Blur. Apprezziamo gli stessi artisti. Poi ci sono gli archi di Rodrigo D’Erasmo, anch’egli esponente di una scena che adoro. Quando senti dentro qualcosa di forte, poi alla fine si percepisce quando un sound è sincero. E’ il tuo modo di esprimerti. E’ il mio modo di fare arrivare la mia musica.
Leggi anche: Perché si dice “è tutto un altro paio di maniche”?
L’indie è il nuovo pop?
Da questo punto di vista non mi piace fare classificazioni o dare etichette. La musica la vivo come se non ci fossero confini specifici. La qualità prima di tutto. Penso all’epoca dei nostri nonni, dove la musica jazz era considerata pop. Dipende dall’accezione che uno vuol dare al concetto di popolare.
Cosa ti aspetti dall’esperienza al Festival di Sanremo?
E’ senz’altro un’esperienza importante iniziata diversi mesi fa con le selezioni. Per me, già questo passaggio, rappresentava una dimensione nuova. Non mi era mai capitato di esibirmi in un contesto dove ci fosse una selezione. Vivo la musica con molta serenità e condivisione, anche con gli artisti che hanno preso parte a questo viaggio. Soprattutto per il periodo che stiamo vivendo, c’è bisogno di ritrovare una comunione artistica. Non vedo l’ora di andare lì e immergermi nel contesto musicale per eccellenza. E’ la cosa che adoro di più al mondo. Speriamo che l’arte possa ripartire proprio dall’Ariston.
Leggi anche: Statale 107 bis, tornano col il singolo Annibale: “ciò che non uccide fortifica”