Green Pass, reazioni contrastanti in una Parigi che ritrova i grandi eventi
Berlioz, Donizetti, Mozart, Tchaikovsky , Bach, Verdi con il celebre Nabucco, ma anche Piazzolla nell’anno nel centenario. L’orchestra nazionale francese, diretta da Simone Young con il coro di Radio France. Un parterre musicale di tutto rispetto per attendere i tradizionali fuochi del 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia.
E poi la Marsigliese, suonata quasi in sordina, con l’accompagnamento della tromba jazz di Ibrahim Maalouf per prendere corpo sull’incastro di voci di Pretty Yende (soprano), Clémentine Margaine (mezzo-soprano), Piotr Beczala (tenore), Edwin Crossley-Mercer (baritono). Fino ai fuochi, accompagnati da un’esplosione di rock anni Ottanta.
Ma a rendere magica questa serata è stata la presenza di migliaia di persone ai Champs de Mars. Immagini di gente come non si vedevano da tempo a causa delle restrizioni di questi ultimi due anni. Un fiume di gente chiamato a disporsi liberamente in un prato che guarda la Tour Eiffel.
Per accedere non servivano prenotazioni, ma solo la mascherina (senza però controlli invasivi una volta al concerto) e il pass sanitario, il tanto discusso Green Pass che Emmanuel Macron ha deciso di rendere obbligatorio per operatori sanitari e per l’accesso ad alcuni luoghi e servizi particolari.
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Proprio negli ultimi giorni ci sono state varie proteste in tal senso con manifestazioni in una ventina di città, tra cui Strasburgo, Marsiglia, Tolosa e la stessa Parigi dove alcuni manifestanti hanno raggiunto anche Place de la République al grido di “Liberté, liberté” per protestare contro le misure anti Covid-19. Tafferugli e uso di gas lacrimogeni da parte degli agenti si sono registrati nella capitale, a Lione, a Montpellier e Nantes.
Proprio la possibilità di organizzare in libertà eventi con 15-20mila persone costituisce, in ogni caso, un precedente importante in un sistema che fa leva sul Green Pass.