L’estate nera dei festival musicali: anche il Firenze Rocks si arrende. Gli altri casi
L’anno che si è appena chiuso ha dapprima rallentato e poi bloccato del tutto il mondo dell’arte e dell’intrattenimento. Quello della musica dal vivo, in particolare, è stato tra i più colpiti. Nessuno è stato risparmiato. Dal concerto più intimo all’interno di un live club o all’esterno del giardino di esso fino al festival e alle kermesse più prestigiose, tutti hanno dovuto rivedere i propri piani e annullare le edizioni programmate.
Una situazione di generale incertezza che l’inizio di questo 2021 non ha certamente risolto. Tra DPCM e silenzi politici vari ci troviamo ad oggi, febbraio 2021, esattamente a un anno dallo scoppio in Italia della pandemia, a non avere contezza di cosa ne sarà della musica dal vivo.
Come anche dichiarato da Claudio Trotta in esclusiva qui su The Walk Of Fame, molto difficilmente vedremo la presenza di grandi festival e arene strapiene. Forse se ne riparla nel 2022, se non addirittura nel 2023.
Parole quasi profetiche, le quali hanno amaramente avuto un riscontro effettivo sugli eventi qui in Italia. È di oggi, 28 aprile, la triste notizia che giunge da un post sulla pagina Facebook del Firenze Rocks. Il noto festival, tra i più importanti del nostro paese, già rimandato una volta, è stato ulteriormente posticipato al 2022. Come si può leggere infatti:
«Mai avremmo pensato di dover rimandare il nostro appuntamento non una, ma due volte. La sicurezza di tutti rimane però l’assoluta priorità, e desideriamo garantirvi la migliore esperienza di festival possibile, quando la situazione ci permetterà di riunirci ancora. La buona notizia: iniziate a segnare l’appuntamento, abbiamo già fissato le nuove date! Firenze Rocks tornerà nel 2022 dal 16 al 19 giugno, sempre presso la nostra casa della Visarno Arena»
Parole di speranza e voglia di ricominciare ma che, a conti fatti, denotano quanto il settore dell’intrattenimento sia tra i più colpiti in Italia. Complice di tutto ciò una campagna vaccinale che sta lasciando molto a desiderare. Basti pensare che a Liverpool (Inghilterra) tra pochissimi giorni si svolgerà un concerto con 5000 spettatori senza norme anti covid! A testimonianza di come l’immunizzazione di gregge stia portando lentamente il paese ad una ripresa totale della normalità.
Un’altra eccezione è rappresentata dalla Nuova Zelanda, ufficialmente dichiarata “Covid – Free”. Il che, per i fortunati neozelandesi, si traduce in una ripresa totale di festival ed eventi dal vivo senza distanziamento sociale. Strettissimi lockdown, responsabilità generale e tracciamento hanno permesso al paese di liberarsi dal virus. Già a gennaio, in piena estate australe, si è tenuto un grande evento a Waitangi (Northland) con circa 20 000 persone. E adesso ci si prepara per il CubaDupa di Wellington, il più grande festival del paese da oltre 100 000 partecipanti. L’evento si terrà tra il 27 e il 28 marzo 2021 ed ospiterà più di 1700 artisti.
Ma a parte questi piccoli fari, il resto del mondo vive ancora nell’incertezza. Che ne sarà della musica dal vivo? Molte sono le realtà che hanno rimandato o cancellato i propri show. Altre invece cercano di arrangiarsi con mezzi di fortuna, come gli eventi in streaming.
In Italia il DPCM del 15 gennaio ha di fatto annullato ogni speranza di rivedere nell’immediato dei concerti. Ticketone ci fa sapere che le date di gennaio e febbraio de Le Vibrazioni sono state cancellate e spostate a fine 2021. Stesso discorso per i Pinguini Tattici Nucleari che rimandano il tour a settembre, forse.
Ancora, il celebre James Blunt, che avrebbe dovuto esibirsi il 2 ottobre 2020, forse toccherà il suolo italiano il 3 ottobre 2021. Per i metallari è ancora peggio, dato che non potranno vedere nell’immediato “Sua Maestà” Ozzy Osbourne, almeno fino al 2 febbraio 2022. E i fan dei Guns N’Roses dovranno rinunciare del tutto: la data del 12 giungo 2020 è stata completamente annullata, senza rinvii.
Peggiore è sicuramente la situazione festival, forse la frangia maggiormente colpita dalle misure anti covid. Il celebre Coachella negli Stati Uniti non vedrà la luce. Così come il Glastonbury Festival nel Regno Unito, spostato a giugno 2021 mantenendo validi i biglietti dell’edizione attuale.
Un caso a sé è invece rappresentato dal celebre Eurovision Song Contest. Gli organizzatori fanno sapere che il festival si terrà ugualmente, seppur con modalità differenti. il supervisore esecutivo Martin Österdahl spiega che è in atto una completa riorganizzazione dell’evento al fine di evitare contagi. La Repubblica ha riportato le sue dichiarazioni:
“In una situazione in continua evoluzione, ci stiamo prendendo il nostro tempo per assicurarci di poter ospitare l’Eurovision Song Contest nel modo migliore e più sicuro possibile”
Infine è doverosa una considerazione sul mondo del metal che, per quanto se ne possa dire, è l’autore di alcuni dei festival più grandi ed importanti al mondo. Il più celebre dei quali è sicuramente il Wacken Open Air in Germania. Tre giorni di metal che vanno Sold Out in una frazione di secondo. Annullato nel 2020, l’evento si terrà, incrociando le dita, a luglio. Lo stesso dicasi per il Rock am Ring, già annullato lo scorso anno. Si potranno sostenere dei festival di tale portata senza l’avvento di fan da tutto il mondo?
La riflessione che viene da fare, alla luce di tutto, è una. Quando finirà l’incertezza? La politica dirà -o farà- qualcosa in merito per dare una concreta mano all’industria musicale? I continui rinvii di certo non sono la formula vincente per far fronte all’enorme danno che le esibizioni dal vivo stanno subendo. Così come i singoli artisti, soprattutto coloro che vivono di live. Che ne sarà del loro destino?
Rinunciare o provarci. Annullare o rimandare. Sono questi i due incerti poli attorno al quale ci si muove ora. Ma per quanto si potrà ancora andare avanti? Chi sopravvivrà?