Goran Bregović torna in concerto a Roma: attesa per lo show al Villa Ada Festival
In attività da oltre mezzo secolo e sulla cresta dell’onda da una trentina d’anni a questa parte grazie alle colonne sonore per alcune amatissime pellicole di Emir Kusturica (Il tempo dei gitani, Il valzer del pesce freccia, Gatto Nero, Gatto Bianco e, su tutte, Underground), Goran Bregović stasera alle 21 torna stasera a Roma per un elettrizzante live al Villa Ada Festival con la sua Wedding and Funeral Band, prima tappa di un nuovo tour italiano nel corso del quale il 73enne di Sarajevo presenterà il suo nuovo album “The belly button of the world”, uscito per la Universal Classic (Decca) lo scorso 19 maggio.
Composto da cinque brani scritti durante la pandemia per tre violini solisti, orchestra sinfonica e un sestetto di voci maschili, l’ultima fatica dell’adrenalinico musicista bosniaco si presenta, al solito, come un eclettico mix di stili, in particolar modo per quanto concerne il suono dei violini, che pesca dalle tre principali tradizioni conosciute: quella cristiana (quindi legato alla classica), quella klemezer tipica del popolo ebraico e quella araba che è caratterizzata da una tecnica esecutiva e espressiva del tutto differente delle prime due.
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Anche da un punto di vista lirico il full lenght si propone di “indagare” sul concetto di alterità, evidenziando il bisogno imprescindibile di trovare un punto di incontro e di contatto tra persone diverse tra loro: nell’immagine di copertina, infatti, si vede Bregović che cerca di baciare la pancia di una donna nera sulla quale è tatuata un’immagine del nostro pianeta, come a suggerire la necessità urgente di raggiungere un equilibrio possibile tra tutti i suoi abitanti che scongiuri una volta per tutte le tragiche conseguenze della guerra e della violenza, per lasciare trionfare un amore incondizionato e “leggero” nei confronti di Nostra Madre Terra.
Ovviamente, non mancheranno le esecuzioni di alcuni capisaldi del suo repertorio, nel quale la musica da camera va incontro all’energia più sfrenata del folklore balcanico, tingendosi di raffinate nuance jazz e funk fino a debordare in autentiche tirate rock che, non c’è motivo di dubitare, trasformeranno la splendida arena romana a due passi dal laghetto in una sorta di infuocato “catino”, dove nessuno potrà resistere alla necessità di scuotersi e ballare senza posa sotto il cielo stellato di Roma.
Pronti? Divertimento assicurato!