Politica e ambientalismo, ecco il Global Citizen, l’evento che segue la scia del Live Aid
Ventiquattr’ore ininterrotte di concerti, circa 100mila spettatori presenti sotto al palco e un miliardo di persone connesse da casa: questo è il Global Citizen. Non un semplice concerto, dunque, ma un evento storico, di quelli che restano impressi. Le condizioni perché ciò accada ci sono tutte, a iniziare dalle motivazioni alla base dell’organizzazione del mega festival. Le ha spiegate Hugh Evans, amministratore delegato del Global Citizen. “Ai Paesi più ricchi chiediamo che venga mantenuta la promessa di stanziare cento miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare la crisi del clima e la sfida ambientale, e la distribuzione di un miliardo di dosi di vaccino anti Covid per tutti i Paesi poveri. Ma chiediamo soprattutto che si stanzino 60 miliardi di dollari per la sicurezza alimentare e per assicurare i pasti a 41 milioni di persone che nel mondo soffrono di fame e vivono sull’orlo dell’inedia”.
Ancora una volta la musica scende in campo per i diritti civili. Di episodi simili, la storia ne è piena. Su tutti spicca il Live Aid, “il concerto che cambiò il mondo”: dove parteciparono 2 miliardi di telespettatori incollati alle tv di tutto il mondo, che videro realizzarsi l’incredibile e, fino ad allora, utopica idea partorita dalle geniali menti di Bob Geldof e Midge Ure, corsi in soccorso di un’Etiopia devastata dalle carestie. A darsi il cambio sui palchi di Londra e Filadelfia, infatti, in una maratona di ben 16 ore di grande musica, i maggiori artisti dell’epoca: da David Bowie ai Duran Duran, dalla reunion dei Black Sabbath di Ozzy Osbourne ad Elton John, da George Michael ai Dire Straits. E ancora Madonna, Kenny Loggins, i Beach Boys, Bryan Adams e Joan Baez, Bryan Ferry accompagnato da David Gilmour, fino agli INXS del compianto Michael Hutchence, in diretta da Melbourne.
Sul palco del Global Citizen: Elton John, Stevie Wonder, Ed Sheeran, Coldplay, Jennifer Lopez, Demi Lovato, Duran Duran, The Fugees (riuniti dopo 15 anni), Black Eyed Peas, Maneskin, Andrea Bocelli, Doja Cat, Cindy Lauper, Alessia Cara, Jon Baptiste, Billie Eilish, Camila Cabello, Lizzo, Meek Mill, Shawn Mendes, Burna Boy, Lang Lang, Adam Lambert, Chloe x Halle, H.E.R., Onerepublic, Ozuna, The Lumineers, Femi Kuti, Lorde, 5 Seconds of Summer.
New York, Londra, Parigi, Los Angeles, Rio de Janeiro, Sidney, Lagos, Seul e Mumbai le location dell’evento. Manca Roma, ma ormai la capitale italiana ci ha abituati a defezioni e rinunce. Dopo l’assenza dei prossimi Eurovision Song Contest, anche il Global Citizen non ha trovato spazio. Arriveranno tempi migliori, si spera.
L’appello, per sensibilizzare contro la riduzione della povertà estrema, è rivolto a tutti i leader mondiali, principalmente a quelli del G8 cui, storicamente, si associano i “piani alti” della politica internazionali, quelli nei quali si decidono le sorti di tutti noi. Oggetto di particolari attenzioni anche la situazione politica statunitense con una specifica richiesta al presidente Joe Biden di rivedere gli accordi sui cambiamenti climatici e sulla riduzione delle emissioni inquinanti di almeno il 50% entro il 2030. Alcuni dei leader, come Emmanuel Macron in Francia o Mario Draghi in Italia hanno voluto prendere parte all’evento spendendo parole di proattività circa le richieste degli organizzatori e degli artisti che si sono esibiti sul palco. Sul palco di Central Park sono saliti anche il duca del Sussex Harry con la moglie Meghan. La presidente della commissione Ue, Ursula Von Der Layen, da Parigi (presente anche la sindaca Anne Hidalgo) ha annunciato che verranno stanziati 140 milioni di euro per la sicurezza alimentare. “Vogliamo porre fine alla pandemia, al riscaldamento climatico e alla fame nel mondo. Questa è la visione dell’Europa. Dobbiamo agire tutti insieme e i più ricchi devono dare di più”, ha dichiarato.