Gli Oscar 2023 dicono addio al red carpet: la storia del simbolo
È vostro il compito
di ricoprire coi tappeti il suolo:
presto, velata sia la via di porpora
A poche ore dalla 95° cerimonia degli Oscar che si terrà presso il prestigioso Dolby Theatre di Los Angeles, alcune fonti annunciano che per l’edizione 2023 l’Academy ha deciso di rinunciare al red carpet, optando per un tappeto color champagne. Incuriositi dalle motivazioni di questa singolare scelta, scopriamo le origini di questo simbolo.
Ormai il tappeto rosso delle grandi cerimonie del mondo dello spettacolo è talmente parte della tradizione da non farci quasi più caso.. ma se manca? Di fatto se il tappeto su cui sfilano divi, addetti ai lavori e personalità influenti è sempre stato rosso non è un caso. Anzi, le ragioni di questa scelta va ricercata in un tempo molto lontano. Quello degli antichi Greci per la precisione.
Il porpora: un pigmento molto ambito
Per comprendere la prestigiosità del red carpet, dobbiamo calarci a fondo nelle usanze dell’antica Grecia riguardo la fabbricazione dei colori: il processo di tintura era evidentemente molto più artigianale di quello cui siamo abituati in quanto bisognava creare colori a partire da estratti di natura vegetale o animale.
Si è scoperto che il rosso porpora che conosciamo era uno dei colori più difficili da ottenere perché estratto da molluschi gasteropodi del genere Murex, predatori feroci. Il Murex trunculus o “roccia fasciata” e il Murex brandaris (che oggi si chiamano rispettivamente l’Hexaplex trunculus e il Bolinus brandaris – se siete interessati ai crostacei) davano ricche sfumature di viola che tendevano all’ametista e al viola profondo.
All’epoca questi crostacei erano reperibili in grandi quantità sulle coste del Mediterraneo, ma l’estrazione dei pigmenti e il processo di tintura dei tessuti erano estremamente complicati. I vestiti e i tessuti di color rosso/porpora erano dunque considerati beni di lusso.
Il colore dei potenti e degli dei
Per la sua costosa fabbricazione, il drappeggio color porpora era riservato solo alle personalità eminenti dell’antica Grecia. Gli alti ufficiali dell’esercito, i dirigenti politici potenti o i dignitari religiosi avevano il diritto di sfoggiare questo colore, segno della loro potenza e del loro status in seno alla società. Ancora oggi, i rappresentanti di alcuni ordini religiosi (soprattutto nella religione cristiana) sono vestiti con ricchi tessuti di colore porpora o viola.
Secondo l’opera di Eschilo datata 458 a.C. Agamennone, il tappeto rosso era originariamente steso in omaggio agli dei greci: quando il re si appropria del divino privilegio, diventa così il primo mortale a pavoneggiarsi sul red carpet.
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Precisamente nel terzo episodio la moglie di Agamennone, Clitemnestra, fa stendere una lunga fila di tappeti porpora, tradizionalmente riservati per gli dei, dal porto di Micene fino alla reggia, dove lo aspetta per vendicarsi del tradimento con Cassandra e del sacrificio della figlia Ifigenia. Di qui la citazione in apertura: È vostro il compito / di ricoprire coi tappeti il suolo: / presto, velata sia la via di porpora.
L’onore di srotolare il tappeto rosso
Se indossare il rosso era già visto come un segno di superiorità, camminare su un tappeto colorato di una ricca tonalità porpora era il massimo privilegio. Solo ai più potenti della società veniva concesso un tale onore.
Nella nostra epoca moderna, la tradizione di stendere un tappeto rosso è riemersa solo abbastanza recentemente. Se ne ritrova una traccia nel 1821 negli Stati Uniti quando il Presidente James Monroe venne accolto per una visita ufficiale in California. Da allora l’usanza è diventata una tradizione indispensabile per tutti gli eventi mondani non possono essere fatti senza questo attributo ufficiale.
Il potere del colore rosso
Se la nostra epoca contemporanea ha conservato la tradizione dell’antichità nonostante l’industrializzazione dei processi di colorazione dei tessuti, è perché il rosso è stato quasi sempre un simbolo di ricchezza e potenza. Ma il significato di questo colore è sempre stato ambivalente: è anche il colore del sangue e della violenza (questo è in ogni caso ciò che un vestito rosso può restituire come immagine). Nel Medioevo, ad esempio, rappresentava sia il sangue di Cristo che le fiamme dell’Inferno.
C’è solo un’epoca in cui il rosso era considerato solo una tonalità negativa: nel XVI secolo, poco prima della riforma protestante, Martin Lutero dichiarò di detestare tutti i colori (non solo il rosso del resto). Vestito costantemente di nero, riteneva che i colori vivaci facessero assomigliare gli uomini ai pavoni, con tutta la vanità che ne consegue.
Sarà la Rivoluzione Francese a cambiare la percezione in tutta Europa: da allora il rosso diventa il colore della protesta e il simbolo di tutte le insurrezioni popolari. A tal punto che l’ideologia comunista finirà per farne il suo colore bandiera.
Il red carpet
La presenza di un tappeto rosso nelle cerimonie conferisce loro un aspetto prestigioso: oggi lo ritroviamo anche nei cinema o negli hotel di lusso.
In realtà il primo utilizzo del tappeto rosso nel mondo del cinema si deve all’imprenditore teatrale Sid Grauman nel 1922, in occasione della prima première di Hollywood nel suo nuovo Egyptian Theatre per Robin Hood di Allan Dwan con l’intenzione di usare tutti i trucchi, vecchi e nuovi, per promuovere un film muto dal budget stratosfericoi.
Gli Oscar non esistevano ancora, e non ci sarebbero stati per alcuni anni. Ma l’Academy Awards introdurrà l’uso del red carpet nel 1961. Ogni anno l’azienda Signature Systems Group svolge un lavoro meticoloso per la stesura del famosissimo tappeto: si impiega una squadra di circa 18 lavoratori e quasi 900 ore di lavoro.
Inoltre la tonalità del tappeto, chiamata Academy Red, è stata formulata per ingentilire la carnagione delle star nelle fotografie dei paparazzi. Si tratta di un colore segreto, di cui gli organizzatori dello spettacolo si rifiutano di rivelare le specifiche precise per paura di imitazioni. Chi ha avuto l’onore di calpestarlo o solo ammirarlo da vicino riferiscee che sia più vicino al bordeaux che al rosso.
Finito l’allestimento, la sera della cerimonia un tecnico di Signature Systems Group -rigorosamente in smoking- sarà presente per risolvere eventuali contrattempi. Alla fine della serata il tappeto rosso, a differenza di quello del Festival di Cannes che viene riciclato e trasformato in pellet e imballaggi (dopotutto sono 80 tonnellate di moquette), verrà distrutto e per il prossimo anno se ne ordinerà uno nuovo.
Un drastico cambio
Jimmy Kimmel, il conduttore degli Oscar 2023 che si terranno questa notte, ha dichiarato che nella 95° edizione non ci sarà più il red carpet. La scelta di una tinta champagne per la famosa passerella è da attribuire ai responsabili dell’Academy che desiderano ottenere un “effetto notte” durante le riprese televisive, un cosiddetto look day to night.
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Sulla scelta del cambio colore Kimmel ha scherzato sull’episodio dello schiaffo di Will Smith a Chris Rock: “Sapete, la gente si chiede: quest’anno ci saranno problemi? Gesti violenti? Ecco, scegliendo un colore chiaro l’Academy ci invita ad avere fiducia: quest’anno non verrà versato sangue”.
Tradizione e novità: un bivio che ci accompagna da sempre e a cui ognuno ha una personalissima risposta. Quella dell’Academy è tata una scelta azzardata quanto improvvisa? Un cambio così drastico ad una tradizione quasi centenaria meritava una motivazione più profonda?
Per avere un responso dal grande pubblico dovremo attendere domattina. Appuntamento alla più grande esposizione umana: il sempre sorprendente red carpet. Anzi champagne carpet. O golden carpet?
Niente da fare: non suona così bene.