Gavetta, nuovi singoli e speranze future, Damien McFly si racconta a The Walk Of Fame
Damien McFly è un cantautore padovano che con la sua voce graffiante, le melodie senza tempo del folk e il sound dell’Indie moderno, continua a conquistare il pubblico dopo aver suonato più di 500 concerti in 15 stati. Il tour del suo primo album “Parallel Mirrors” (uscito a ottobre 2015) lo porta in tutta Europa, UK, USA e Canada, dove partecipa a festival come SXSW, Canadian Music Week, BBC Carfest, International Richmond Film Festival e Home Festival.
“I Can’t Reply” , “New Start” e il nuovo singolo “Leap” (2018) vengono acclamati da numerosi blog (MTV new Generation, Rolling Stone, ContactMusic, Gigslutz), mentre Damien viene intervistato anche da Rai Radio 1 e BBC Scotland. Nel 2018 vince il Grand Prize nella categoria Folk del John Lennon Songwriting Contest di New York con il brano “Mesmerised” e l’honorable Mention nell’International Songwriting Competition e all’interno dell’Unsigned Only Music competition di Nashville con “I can’t Reply”.
Nel 2019 escono i singoli “Mesmerised” e “My Cure” e nel frattempo Damien collabora alla stesura di nuovi brani con il produttore Alex Marton e collaborando con diverse realtà in tutta Europa. Quest’anno era già stata confermata la sua presenza alla Canadian Music Week assieme ad un tour europeo di 30 date.
Raccontaci della tua formazione e del percorso che hai intrapreso per ottenere tanti successi…
Certo, intanto ciao a tutti i lettori. Ho sempre suonato qualche strumento fin da bambino, prima un po’ la batteria poi la chitarra e la tastiera. Avendo la fortuna di avere due sorelle e un fratello maggiore che già sapevano suonare la chitarra è venuto tutto molto naturale. Dai 14 ai 20 anni ho iniziato a cantare con qualche cover band di vari generi, dal rock al metal fino al pop e all’acustico. Poi nel 2011 ho iniziato a fare video su YouTube con un progetto chiamato I Fratelli McFly, dal quale arriva il mio nome d’arte che ho mantenuto dopo la separazione. Dal 2013 quindi ho iniziato la mia avventura come Damien McFly, partendo con molte cover su YouTube per raccogliere nuovi fans e arrivando al 2015 quando è uscito Parallel Mirrors, il mio primo album di brani originali. Da quel momento si sono aperte molte strade, specialmente all’estero dove ho avuto la fortuna di creare una rete di contatti che mi ha permesso di suonare in 15 stati diversi. Ho sempre cercato di migliorarmi come musicista e come songwriter e credo che il fatto di non sentirsi mai arrivati abbia e stia tutt’ora aiutando la mia carriera moltissimo.
Il 27 marzo esce il singolo Vega. Sono previsti altri tre brani prima dell’uscita dell’album che dovrebbe avvenire per la fine del 2020. Vuoi darci maggiori informazioni?
Vega è un pezzo che ho scritto nel 2018, ed è un brano dove comincia a sentirsi un cambiamento a livello di sound rispetto al primo album. Negli ultimi anni ho scritto davvero tantissime canzoni ma allo stesso tempo il modo di scrivere e arrangiare brani è cambiato molto anche grazie all’apporto di Luca Lago con cui ho collaborato a molti pezzi e al produttore Alex Marton. Questa evoluzione, sebbene sia un bene dal punto di vista sonoro ha complicato un po’ la progettualità perché ci sono molti pezzi che dopo un anno già ci suonano vecchi rispetto a quelli nuovi. Per questo ci saranno altri 3 singoli, per portare chi mi segue e chi mi seguirà a sentire lentamente il cambiamento e le fasi che ho attraversato negli ultimi anni.
“On Our Own” è stata scritta poco prima della quarantena e ultimata dopo un mini tour europeo. Come suggerisce il titolo, il brano parla della necessità di trovare la capacità di reagire alle difficoltà con le proprie forze. C’è dell’autobiografico?
Il testo del brano è nato proprio durante la quarantena appena dopo il tour. All’interno del pezzo c’è tutta la voglia di rialzarsi e di creare qualcosa tutti assieme. È un brano che vuole mettere nell’ascoltatore la voglia di reagire e di ricominciare con una coscienza nuova, più universale e attenta al prossimo. Direi che è autobiografico, è un modo per ricordarmi sempre che, nonostante ci siano periodi difficili, da qualche parte si trova sempre la forza per partire con nuovi stimoli.
Delle altre songs cosa puoi dirci, invece?
I brani come accennavo prima avranno un sound molto internazionale e moderno, con un’attenzione particolare alle melodie senza tempo e ricchi di sperimentazione. Negli ultimi anni ho collaborato con tantissimi musicisti di diverse nazionalità e il mio modo di scrivere è cambiato molto, è stato contaminato da culture diverse e da modi diversi di vedere il mondo. L’approccio straniero alla creazione è molto più collaborativo del nostro e sto cercando di portare in Italia questa filosofia dove ognuno mette qualcosa della sua esperienza e non pesta i piedi al vicino.
Con il COVID-19 la live music ha subito un brusco arresto. Una volta uscito l’album hai in mente di fare un tour? Secondo te nel 2021 si potrà tornare alla normalità oppure il modo di esibirsi cambierà?
Cerco sempre di essere molto positivo a riguardo e credo ci sarà una ripartenza. Forse non si potrà suonare da subito in ogni parte del mondo come ho sempre cercato di fare, ma farò tutto il possibile per ricominciare a viaggiare. Credo che la cosa positiva in tutto ciò sia che d’ora in avanti sapremo tutti prevenire meglio questo tipo di pandemie. Il concetto di normalità è strano da spiegare secondo me perché al giorno d’oggi ci si adatta velocemente a tutto, quindi la normalità dell’anno scorso è già diversa da quella di quest’anno. Allo stesso modo penso che niente sarà più come prima, ma questo non è assolutamente un male e ci riabitueremo subito e troveremo nuovi modi per vivere la musica dal vivo.