Gallerie dell’Accademia di Venezia: aprono al pubblico sei nuove sale lungo la loggia palladiana
Le Gallerie dell’Accademia di Venezia inaugurano oggi sei nuove sale espositive. Il percorso si snoda lungo la prestigiosa loggia palladiana e offre al pubblico 50 ulteriori dipinti, alcuni dei quali presentati per la prima volta.
Il riallestimento della loggia palladiana
Riaperta al pubblico lo scorso 28 aprile 2021, dopo un restauro durato due anni, la loggia palladiana alle Gallerie dell’Accademia di Venezia non si limita a deliziare i visitatori con la prestigiosa architettura ideata dal vicentino Andrea Palladio, ma oggi, 16 Marzo 2023, il rinomato ambiente inaugura un nuovo percorso espositivo destinato ad ampliare la conoscenza della pittura veneta e italiana dai primi decenni del Cinquecento ai primi anni del Seicento.
Il progetto scientifico di riallestimento delle sale al primo piano (dalla XII alla XVI) è stato curato da Roberta Battaglia e Giulio Manieri Elia, con la collaborazione di Michele Nicolaci e prevede l’esposizione di 50 dipinti tra tele restaurate e tele mai presentate prima.
Con grande orgoglio il direttore delle Gallerie, Giulio Manieri Elia, annuncia: «L’iniziativa va considerata nel quadro complessivo dell’opportunità unica di ripensare il percorso storico-artistico, sanando alcuni passaggi o nodi critici nella costruzione narrativa. Un’occasione per dare alle raccolte del museo nuova chiarezza e coerenza espositive, in linea con la storia e la missione educativa originaria delle Gallerie dell’Accademia».
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Il percorso espositivo
La loggia palladiana si apre con una suggestiva serie di opere di Bonifacio de’ Pitati (sala XII), prolifico pittore veronese, non ancora sufficientemente considerato per il grande contributo che diede all’arte settentrionale del XVI secolo.
Tra i suoi suggestivi dipinti provenienti dal Palazzo dei Camerlenghi a Rialto, troviamo La Strage degli Innocenti insieme a L’Annunciazione il Padre Eterno sopra piazza San Marco. Inoltre i visitatori possono ammirare la prima opera firmata e datata dell’artista, La Madonna dei Sartori, appositamente restaurata per l’occasione.
Nella XIII sala, che si affaccia sulla loggia, fa sfoggio una preziosa cernita di dipinti di Savoldo, Moretto e Romanino, aulici testimoni del Rinascimento tra Venezia, Brescia e Bergamo.
Posizionato qui dalla sala IX, troviamo anche lo splendido Ritratto di giovane eseguito da Lorenzo Lotto, veneziano di nascita, ma con un lungo vissuto in Lombardia, tale da giustificare la ricollocazione proprio in questa sala; una scelta questa volta a dare ancora più coerenza al percorso espositivo e a conferire il giusto risalto a un’opera straordinaria.
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Le stanze dedicate a Jacopo Bassano e la sua bottega
Per la prima volta le Gallerie dedicano due intere sale (XIV e XIVa) a Jacopo Bassano, eccellente pittore veneto, e alla sua fiorente bottega gestita dai figli Francesco e Leandro.
Tra i tanti capolavori a lui ascrivibili spiccano: Ecce homo e il Riposo dalla Fuga in Egitto (mai esposti prima d’ora), San Dionigi tra i santi Eleuterio e Rustico riceve la comunione, San Girolamo e la Madonna in gloria.
Fiore all’occhiello di questa sezione è l’eccezionale tela de Il Miracolo dell’acqua, temporaneamente in prestito dal Castello Reale di Varsavia fino al 17 maggio di quest’anno. Per quanto riguarda gli esempi della produzione di bottega, mai presentati prima, possiamo ammirare la sensuale Lucrezia dipinta dall’erede Leandro.
Nelle sale XV e XVI emergono i floridi risultati della rielaborazione di quanto tramandato dai grandi maestri del periodo cinquecentesco quali Tiziano, Veronese e Tintoretto. Principali interpreti di questa preziosa eredità sono Palma il Giovane e Padovanino che, insieme ad altri valenti artisti, contribuirono a rinnovare il panorama della laguna veneta tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. In virtù del forte legame instaurato nel secondo decennio tra Padovanino e Palma il Giovane, la sala XVI propone ai visitatori un evocativo confronto tra i dipinti dei due pittori sull’analogo tema del Cristo morto sorretto da angeli.
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I teleri di Tintoretto e il capolavoro di Annibale Carracci
Non può mancare, sul finire del percorso espositivo, un fulgido esempio della ritrattistica veneziana tardo cinquecentesca. Due enormi teleri con i Ritratti dei confratelli della Scuola dei mercanti danno modo di constatare il grande talento di Domenico Tintoretto e conferiscono alla Loggia Palladiana ulteriore solennità.
Ma le sorprese non finiscono qui: dopo anni torna visibile al pubblico un unicum, preziosa testimonianza degli influssi della scuola artistica veneziana al di fuori della laguna e per tutta la penisola settentrionale. Si tratta del San Francesco del bolognese Annibale Carracci, dipinto caratterizzato da un forte simbolismo e da un minuzioso naturalismo che raggiunge il suo apice nell’esecuzione di un’elaborata natura morta.
Dopo aver effettuato il percorso lungo la loggia palladiana si potrà essere allietati da un repertorio di brani degli allievi di musica antica del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
Per informazioni e prenotazioni è possibile collegarsi al sito www.gallerieaccademia.it .
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