“L’amore è la base di tutta la vita”: Frida Kahlo, recensione del film di Ali Ray
Chi era Frida Kahlo? Tutti la conoscono, ma chi era davvero la donna dietro i colori brillanti, le grandi sopracciglia e le corone di fiori? Un viaggio attraverso la vita di un’autentica icona mondiale, alla scoperta della sua arte e della verità dietro la sua vita, spesso turbolenta.
Creato in collaborazione con esperti che conoscevano personalmente Frida Kahlo, insieme a coloro che hanno studiato e curato il suo lavoro, un insieme di interviste, commenti e una dettagliata esplorazione della sua arte offrono un tesoro di colori e un’esplosione di vivacità.
Girato per la maggior parte presso presso la sua celebre abitazione, Casa Azul (Casa Blu), a Città del Messico, questo film personale e intimo offre un accesso privilegiato alle sue opere e mette in evidenza la fonte della sua febbrile creatività, la sua resilienza e la sua ineguagliabile passione per la vita, la politica, gli uomini e le donne.
Scavando più a fondo di quanto qualsiasi film abbia mai fatto finora, con il supporto di esperti di fama mondiale ed esplorando la grandiosità di quest’artista, alla scoperta della vera Frida Kahlo.
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Un percorso di quasi due ore per consentire agli spettatori di ripercorrere le tappe principali della vita e della carriera dall’artista messicana: dalle origini alla malattia che ne condizionò la vita, dai primi amori all’incidente che l’ha costretta in degenza a letto per molti mesi fino all’incontro con Diego Rivera, sposato per la prima volta nel 1929, figura attorno alla quale ruotò gran parte della propria opera.
I suoi quadri più importanti vengono descritti con cura da esperti coinvolti appositamente per l’occasione. La parabola artistica di Frida è spiegata dal primo autoritratto del 1926 fino agli ultimi dipinti realizzati pochi mesi prima della morte. “La pittura ha colmato ogni perdita“, affermò in una lettera. La forza della Khalo è stata, probabilmente, l’aver trasceso mode e stili di allora per affermarsi tra le pagine del tempo.
Non si è fatta imprigionare in stili o in correnti artistiche ma anzi, è riuscita a imporsi in un mondo maschilista attraverso una grande visione di se stessa, della sua anima e della sua visione dell’arte. Emotività, sentimenti e stati d’animo contraddistinguevano la sua opera.
“Dirigere questo film- ha dichiarato il regista Ali Ray– ha cambiato totalmente la mia visione di Frida Kahlo come artista. Prima non le avevo prestato molta attenzione, sentendomi un po’ scoraggiata dall’onnipresenza della sua immagine come icona sulle copertine di cuscini e magliette.
Ora, avendo studiato le sue opere più da vicino e comprendendo il loro contesto di tempo e luogo, ne sono completamente affascinata. Avere accesso alle sue lettere personali è stata una parte fondamentale della realizzazione del film e nella mia comprensione del suo lavoro. Mi ha permesso di vedere come la fragilità e le insicurezze rivelate nelle sue lettere siano state elaborate attraverso l’atto della pittura.
Le sue tele meticolosamente dipinte erano il suo modo di interpretare il mondo, la sua politica, le sue passioni ed emozioni, trasformandole in immagini di forza, sfida e comprensione”.
“Quando Ali mi ha proposto di andare con lei a girare in Messico- sottolinea il produttore Phil Grabsky– ammetto di aver esitato dopo un anno così impegnativo, ma chi avrebbe mai potuto rifiutare la possibilità di passare del tempo con chi ha conosciuto Frida Kahlo? Quando il Covid sarà finito (sempre ottimisticamente), vi consiglio una visita.
I luoghi, la gente, la storia, la musica, il cibo e, sì, la tequila, sono meravigliosi. Le persone che abbiamo intervistato erano competenti e molto eloquenti, i luoghi erano evocativi e rivelatori, e vedere da vicino il lavoro della Kahlo è stato commovente e stimolante.
La Kahlo è un’artista di cui tutti abbiamo sentito parlare, ma che non conosciamo abbastanza bene; opere d’arte a cui possiamo aver dato un’occhiata, ma che non abbiamo mai tenuto in considerazione; una biografia che forse non abbiamo avuto il tempo di capire, ma che ora possiamo provare a comprendere e apprezzare”.
Abbiamo visto il film al Multiplex Astra di Avezzano, che ringraziamo per l’ospitalità.
Si tratta del primo appuntamento della collana “Art Icons”, serie di film documentari sulle icone indiscusse del mondo dell’arte, che grazie ad Adler Entertainment arriveranno sul grande schermo con tre imperdibili film evento, che vedranno protagoniste altrettante personalità illustri del panorama artistico: tre autentiche icone pop del mondo dell’arte che hanno fatto la storia, amate e conosciute in tutto il mondo.