Franco Alfano si racconta: sul palco grazie a De André, la musica ha salvato la mia anima
Da tre settimane The Walk Of Fame ha posto in essere l’iniziativa dei concerti in streaming. Ogni venerdì, dalle 15 alle 15.30, si esibirà un artista diverso. Suonerà i propri brani inediti e avrà l’opportunità di presentarsi al nostro pubblico. Un modo, questo, che il nostro giornale ha scelto per essere al fianco della musica e dei musicisti, degli appassionati e di tutto coloro i quali desiderano trascorrere un po’ di tempo ad ascoltare musica inedita.
Come redazione abbiamo sentito il bisogno di andare oltre, di garantire alla causa un contributo ancora maggiore. Un impegno, di avvicinare gli artisti alla realtà dello streaming, che abbiamo preso in considerazione perché, prima di tutto, anche noi, che dietro una tastiera cerchiamo di garantirvi una corretta e interessante informazione, siamo musicisti e appassionati.
A margine del concerto c’è l’autointervista. Ogni autore si intervisterà da solo e si presenterà al pubblico. Un modo simpatico e stuzzicante di cogliere gli aspetti più genuini dell’uomo, prima ancora che del musicista. A parlare di sé, e della sua musica, c’è Franco Alfano, cantante e chitarrista della band abruzzese Luci Rosse Senza Porno.
“Mi sono avvicinato alla musica grazie all’ascolto che ne faceva mia madre ai miei tempi di infanzia. Ho deciso di volerne comporre quando il giorno del mio compleanno, l’11 gennaio, lei era triste per il ricordo dato in televisione dell’anniversario della morte di Fabrizio De Andrè. A domanda su chi era mi rispose facendomi ascoltare “La Canzone Di Marinella”. Volevo trasmettere con la musica le sensazioni che quella canzone fece provare a me. Avevo 10 anni”.
“È stata la musica a consolarmi, sempre. L’unica che abbia mai capito il mio stato d’animo; che ha attenuato la mia rabbia e consolato le mie ferite; che è stata scrigno di ricordi e momento vitale di distrazioni. La musica mi ha permesso di incontrare Pierpaolo ed Alessandro che completano tutto quello che io vorrei trasformare in musica in un modo che non sarei in grado di fare”-
“Si potrebbe vivere di sola creatività intellettiva. Penso che l’arte sia solo una nevrosi dovuta a questo modo di vivere nella nostra società imposto a priori dalla nascita. Fin quando ci saranno menti dilatate e cultura contro routine, in questo contesto, avremo sempre bellezza artistica da contemplare”.