Firenze Rocks: Muse, “il più bel regalo dopo 2 anni di reclusione”. Live Report 17/06/2022
I Cavalieri di Cydonia sono sbarcati a Firenze, nella culla del Rinascimento, in occasione della seconda giornata del Firenze Rocks. Hanno dapprima fatto un giro agli Uffizi concedendosi, una volta usciti da essi, alcune foto con i più fortunati che hanno avuto il piacere di incontrarli, poi alle 21.30 ora locale hanno colpito il pubblico, lo hanno rapito e portato tra le stelle. A show concluso, lo hanno graziato e riportato sulla Terra. Tutto questo bel giro di parole per dire che i Muse, ieri sera, alla Visarno Arena, hanno semplicemente spaccato. Sai che novità.
Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard hanno nel concerto la loro naturale collocazione, sono animali da palco, intrattengono come pochi e, quando decidono di fare sul serio, non ce n’è per nessuno. Ecco, ieri hanno fatto sul serio. In occasione dell’unica data italiana di questo tour estivo, il trio inglese ha sfoderato una performance magistrale. Niente di nuovo per chi li segue da tempo e ha già avuto la fortuna di vederli dal vivo. Eppure non ci si abitua mai a uno show che definirlo perfetto non può essere un’esagerazione.
Andare a un loro concerto equivale a citare il replicante Roy Batty di Blade Runner: “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”. Perché quella dei Muse è un’esibizione a trecentosessanta gradi all’interno di un concept show incentrato sulle galassie, sugli alieni che vogliono conquistare la Terra ma vengono respinti a colpi di schitarrate rock e di straripante perizia tecnica da tre musicisti anglosassoni intenti a difendere i bastioni del nostro pianeta.
Bellamy rende facile ciò che noi umani, appunto, non possiamo neanche immaginare. La sezione ritmica di Wolstenholme e Howard riempie gli spazi in maniera superba. In tre danno vita a un sound difficilmente replicabile (gioco di parole non voluto ma efficace) per stile e intensità.
Alle 21.30 si sono spente le luci e il pathos è schizzato a mille con l’intro di “Will of the People” seguito dall’ “Interlude” e da “Hysteria” che, anche a distanza di anni dalla sua uscita (2003), si conferma come uno dei brani più amati dal pubblico. Pochi minuti e il pubblico è già in delirio. Le più recenti “Psycho” e “Pressure” confermano lo stato di grazia dei Muse che alternano brani storici come “Time is running out” a brani più recenti come “Compliance“, secondo singolo estratto dal nuovo album uscito a marzo e bene accolto anche dai fan storici.
C’è stato spazio, ovviamente, per “Madness“, “Behold, the Glove“, “Uprising” e la hit “Supermassive Black Hole“. A chiudere il concerto ci hanno pensato “Starlight” e la dirompente “Knights of Cydonia“. E così, tra i tantissimi commenti delle decine di migliaia di spettatori presenti, uno, più di tutti, è rimasto impresso: “il più bel regalo dopo due anni di reclusione”. Vero. Questo, come tutti gli altri concerti, che siano in grandi arene o in piccoli club, sono un regalo meraviglioso. Ma i Muse hanno aggiunto qualcosa di più: ci hanno portati sulle stelle per due ore.
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Foto copertina presa dal profilo Facebook del Firenze Rocks
SETLIST
1.Will of the People
2.Interlude
3.Hysteria
4.Drill Sergeant
5.Psycho
6.Pressure
7.Won’t Stand Down
8.Citizen Erased
9.The Gallery
10.Compliance
11.Thought Contagion
12.Time Is Running Out
13.Nishe
14.Madness
15.Supermassive Black Hole
16.Plug In Baby
17.Behold, the Glove
18.Uprising
19.Prelude
20.Starlight
21.Kill or Be Killed
22.Knights of Cydonia