Il Festival di Sanremo non detta più le mode, le segue
“Il festival della rinascita“. Con queste parole Amadeus, per il secondo anno consecutivo alla guida del Festival di Sanremo, ha lanciato la prossima edizione, quella del 2021, in diretta dal 2 al 6 marzo. Porte chiuse si, porte chiuse no: fino a pochi giorni fa era questo tema a tenere banco. Spalancare o meno le porte dell’Ariston al pubblico che qui è di casa è ben più di una semplice necessità televisiva connessa alle tradizioni della kermesse stessa, è un segno di rilancio e di coraggio. Il quale, però, deve fare i conti con l’amara realtà che ci ricorda che siamo nel pieno di una pandemia. A ciò si aggiunga che, per lo meno stando alle previsioni, dopo la metà di gennaio potrebbe arrivare una terza ondata. Insomma, all’orizzonte non s’intravedono schiarite da contagi. Ma lo show deve andare avanti.
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Stasera andrà in onda la finale di Sanremo Giovani, in diretta dal Casinò di Sanremo, da cui usciranno fuori i sei artisti che saliranno poi sul prestigioso palco che ha fatto le fortune della musica italiana. Saranno le “Nuove Proposte” a cui si aggiungeranno altri due artisti provenienti da Area Sanremo. La novità è però rappresentata dai Big in gara che, a partire da quest’anno, non saranno più 20 ma 26. In controtendenza quindi con le richieste di rendere la manifestazione più scorrevole e meno lunga, il parterre si allungherà rispetto alle scorse edizioni.
E poi c’è Red Ronnie. Il giornalista e conduttore televisivo, tra i più esperti in Italia in fatto di musica e mondo discografico, tramite il proprio profilo Facebook se n’è uscito con il classico spoiler che ha fatto storcere – e non poco – il naso alla produzione e ad Amadeus stesso. Una gaffe clamorosa o un siparietto spacciato come tale ma che, invece, era previsto e preconfezionato per alimentare hype e curiosità? Ecco cosa ha scritto sulla propria bacheca.
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“Anche se evito sempre le domande sul Festival di Sanremo, in tanti continuano a farmele. Allora pubblico la lista quasi completa dei partecipanti che molto probabilmente verranno annunciati domani sera nella diretta di RaiUno e anche il nome del vincitore. Cast: Arisa, Malika, Annalisa, Joe Evan, Comacose, Maneskin, Peyote, Achille Lauro, Renga, Gazzè, Fedez con Michelin, Colapesce con Dimartino, Fuminacci, Gaia, Noemi, Bugo, Leo Gassmann e Stato Sociale. ne mancano 4 e qualcuno di questi all’ultimo momento potrebbe saltare per far posto a qualcun altro. Dipende dalle tante pressioni in corso. Nel frattempo il manager di Alessandro Gassman mi ha fatto sapere che non sarà a Sanremo. Infatti verrà lunedì al Premiato Circo Volante del Barone Rosso. E il vincitore del Festival? Vorrebbero far vincere Achille Lauro“.
Ben più di una semplice previsione, per lo meno con riguardo ai partecipanti. A leggere i nomi risulta evidente come la prossima edizione strizzerà l’occhio ai trend di mercato, con alcuni graditi ritorni come quello di Arisa che solo due anni fa affermò “Non farò la stessa fine di Mia Martini“, Francesco Renga, Malika, Annalisa, Maz Gazzè, o il Re Mida Fedez, cui si affiancheranno astri nascenti come Maneskin (che non si dica che sono una realtà, per favore), Fulminacci, Joe Evan. E poi c’è Achille Lauro, individuato da Red Ronnie come l’artista da battere.
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“Il festival deve guardare obbligatoriamente al futuro e lo fa con giovani molto orientati all’estero. La media dell’età sarà tra le più basse mai registrate”, ha dichiarato il conduttore che sarà nuovamente affiancato da Fiorello. Dichiarazione, questa, che è difficilmente fraintendibile. Un Paese che, musicalmente parlando, paga da sempre una certa esterofilia, scende a compromessi con l’ultimo baluardo della sua musica leggera che le mode, invece di seguirle, le ha lanciate. Così come cantanti sconosciuti che sono diventati poi delle stelle.
Perché affermare “giovani orientati all’estero”? Il riferimento è forse quello a sonorità come il rap, il brit pop, un certo tipo di indie o di musica elettronica molto in voga in altri paesi? Parliamo di sound che, se pur in grado di esibire buoni esponenti all’interno dei nostri confini, sono prevalentemente importati dall’estero. Oppure tale dichiarazione è da intendersi come “sono molto orientati all’estero” poiché in grado, attraverso la propria musica, di attecchire su mercati differenti dal nostro? Insomma, la volontà quale è esattamente? Forse quella di rendere il Festival di Sanremo ancora più mainstream sdoganandolo oltre i nostri confini? Oppure quella di svecchiarlo, come implicitamente ammesso, da una tradizione che ora è più ingombrante che un valore aggiunto?
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Intanto, i dieci finalisti che stasera si giocano i sei posti disponibili (assegnati in base al voto della Giuria Televisiva composta da Luca Barbarossa, Beatrice Venezi, Morgan e Piero Pelù, del Televoto e della Commissione Musicale) sono: Avincola, Folcast, Gaudiano, Hu, I Desideri, Le Larve, M.e.r.l.o.t., Davide Shorty, WrongOnYou e Greta Zuccoli.