Festa del Cinema di Roma. Lisandro Alonso presenta Eureka! – tre film in uno
Dopo il successo della Première alla 76° edizione del Festival di Cannes, il film di Lisandro Alonso Eureka! è stato presentato ufficialmente anche alla Festa del Cinema di Roma.
Quello del regista argentino è un film diviso in tre parti sull’immobilismo e gli effetti del colonialismo in America.
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Un cast d’eccellenza: Viggo Mortensen, Chiara Mastroianni, Alaina Clifford, Sadie Lapointe, Villbjørk Malling, Adanilo.
La prima è un neowestern americano in bianco e nero su un taciturno pistolero in cerca di vendetta. Un salto all’indietro in un film che sembra davvero uscito dall’epoca d’oro del genere western, dove la morte è così usuale che riposa sul letto al posto dei vivi. È la storia di un padre (Viggo Mortensen) desideroso di ritrovare sua figlia (Chiara Mastroianni) non ha timore di farsi avanti a forza di colpi di pistola per riaverla tra le sue braccia.
Nella seconda parte seguiamo una poliziotta nativa americana (magistralmente interpretata da Alain Clifford) che attraversa nei suoi pattugliamenti notturni la riserva di Pine Ridge nel South Dakota in cui è rimasta ultimo baluardo della legge: qui si è confinata con la sua gente, una comunità tormentata dalla dipendenza e dalla povertà.
Infine nel terzo capitolo, si lasciano le steppe americane per raggiungere la fonte del Rio delle Amazzoni, dove i lavoratori indigeni cercano l’oro e raccontano i propri sogni di vita. In particolare un indigeno lascia la sua tribù per cercare fortuna nel “nuovo mondo”, anche se sono ormai gli anni ’70 e il tanto agognato “nuovo mondo” non è incline ad accogliere chi è rimasto indietro.
Lisandro Alonso unisce tre storie senza cornice in un film in cui il peccato della colonizzazione fa da collante.
Un cinema cui non siamo più abituati e che spiazza: in un mondo in cui il cinema è entrato nelle case e si può fruire di serie tv ovunque e in qualsiasi posto, il regista confeziona un film in cui regna un immobilismo senza precedenti. Grande protagonista di Eureka! è il silenzio: ogni accompagnamento musicale è bandito.
Le lunghissime, quasi eterne dissolvenze incrociate che suturano le sequenze restituiscono perfettamente il lentissimo incedere di questa storia americana, esplorata attraverso tre differenti stili cinematografici: dall’episodio western si passa ad un cinema contemporaneo alienante, pieno di inquietudine, che mostra i silenzi, le attese, i vuoti nella vita di individui perduti nel vasto territorio del presente, dimenticati da tutto e tutti.
Infine, nel Brasile degli anni ’70 sembra regnare uno stile pasoliniano, saturo di colori, di volti scavati dal tempo e dalla natura. Volti che assomigliano alle formazioni rocciose che abitano questa terra da molto prima dell’arrivo dell’uomo civilizzato.
Dopo film come La Libertad e Jauja, il regista argentino continua a deliziare e provocare: Eureka! sembra una raccolta di racconti del terrore di un popolo da sempre ai margini della società, per il quale il tempo fatica a scorrere e fa sentire ogni rintocco.
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Un esperimento cinematografico che unisce coscienza globale e misticismo, storia e metafisica, terra e territorio, lentezza e fobia.
Foto: Festa del Cinema di Roma