Festa del Cinema di Roma. “Fellini: confidences retrouvées” è un documentario inedito a 30 anni dalla morte
Il 31 ottobre 2023 ricorre il trentesimo anniversario della morte di Federico Fellini.
La Festa del Cinema di Roma conclude la diciottesima edizione con la presentazione di “Fellini: confidences retrouvées” di Jean-Christophe Rosé. Il documentario, il cui titolo originale è “Fellini by Fellini“, prolunga la leggenda del Maestro che ha segnato con la sua impronta visionaria la storia della settima arte.
Tutti abbiamo almeno un minimo ricordo di Fellini: La Strada, Le Notti di Cabiria, La Dolce Vita, Satyricon, Roma, Il Casanova di Federico Fellini, I Vitelloni, Amarcord, 8½, Giulietta degli Spiriti, E la nave va… Ognuno dei suoi film ha lasciato un’impronta incancellabile nella mente dei suoi spettatori, nella storia del cinema, nello spirito del tempo e nella cultura popolare. Ognuno con il proprio profumo di scandalo e spaccando inevitabilmente critica e pubblico a metà.
Cineasta dall’immaginazione sfrenata, maestro di ampi affreschi, amante a livello quasi estremo dei propri personaggi, ma anche artista visionario e osservatore critico del suo tempo, Fellini ha attraversato il XX secolo – dalla dittatura di Mussolini agli anni di Berlusconi, passando per l’età d’oro del cinema italiano – cogliendo il reale per trascenderlo meglio.
I suoi film, così aspri, feroci e grandiosi, scatenati e poetici, sono una celebrazione permanente dell’umano, un’ode costante all’audacia di vivere. Non contento di essere il regista più libero e sulfureo della storia del cinema, è anche uno dei più premiati : ben cinque Oscar, tra quelli come Miglior Film Straniero e quello onorario alla carriera nel 1993.
Trent’anni dopo la sua scomparsa, le sue opere non hanno perso lo scandaloso fascino e la grazia che hanno consacrato il regista all’eternità.
Nel 1981 un’emittente televisiva francese voleva dedicare a Fellini uno spazio in un progetto ambizioso: realizzare degli intimi documentari sui personaggi più influenti del XX secolo, conservarli per diversi anni e consegnarli agli studenti e agli studiosi del futuro.
In un periodo di “riposo” dopo il flop – e lo scandalo – di La Città delle Donne, Fellini riceve nella propria dimora a Roma e nel suo Teatro 5 a Cinecittà, il giornalista francese Jean-Christophe Rosé per tre giorni di interviste, rimasti finora inediti.
Ma quando nei primi anni del Duemila, Rosé va a recuperare tutto il materiale per confezionare il prodotto finale, scopre che i produttori dell’epoca hanno perso le registrazioni e tutto quello che riguardava il sonoro: ben 7 ore di immagini mute inutilizzabili.
La rabbia e lo sdegno si percepiscono nel lavoro finale che il regista riesce comunque a salvare: crea un documentario di circa un’ora con alcuni materiali delle sue interviste esclusive montate all’istante nel 1981, degli spezzoni recuperati e estratti dai suoi film, foto che lo ritraggono al lavoro, libri e lettere.
Questo film racconta la vita del Maestro, dalla sua nascita nel 1920 fino alla sua morte nel 1993. Offre un racconto intimo in prima persona, con cui ci fornisce le chiavi della sua arte, delle sue impressioni personali, dei suoi sogni, delle sue ossessioni e dei suoi ricordi.
Ma è anche un viaggio attraverso la storia dell’Italia e del cinema del XX secolo, una riflessione critica sul mondo contemporaneo e una potente satira della società.
Il regista si apre come non mai, evocando in tutta sincerità il suo rapporto con il reale, i sogni, le nevrosi, la follia.
Parla anche delle donne e dei suoi attori feticcio (Marcello Mastroianni in testa) e del suo rapporto con Giulietta Masina, la sua musa e il grande amore della sua vita.
Le su parole illuminano il suo cinema, certo, ma senza mai inquadrarlo totalmente, né esaurirlo: se danno delle «chiavi», queste interviste designano anche una gran quantità di nuove porte da aprire, da scoprire per riuscire a capire a fondo il genio che è stato Federico Fellini.
(Foto: Casa del Cinema)